Non c'entra nulla con la discussione e con simeone però, visto che è da giorni che mi confronto con altri utenti circa concetti come la forma , la sostanza, la meta e il percorso, voglio condividere con tutti voi questo aneddoto.
Delle volte quando passa distratto un articolo o un messaggio che reputo importante mi capita idealmente di mettervi come una graffetta , per andare poi a ripescarlo quando saranno passate abbastanza primavere per poter fare un'analisi più lucida, dati ed eventi succesi alla mano.
Perché del senno del poi son piene le fosse ma sono anche piene di vissuto.
Era il giorno dopo la finale dell'europeo del 2000 persa contro la Francia, quella maledetta partita persa con golden gol di titi henry dopo che eravamo addirittura andati in vantaggio con del vecchio per essere poi ripresi nel finale e battuti nel modo più doloroso possibile.
Non avevamo giocato un torneo spettacolare, come spesso ci capita per tradizione, ma avevamo una squadra forte nei valori, una delle ultime nazionali di valore che abbiamo avuto la fortuna di assembleare.
Il ct era zoff che a fine torneo lascia l'incarico in seguito alle punzecchiature di berlusconi che gli rimprovero' di non aver marcato zidane ad uomo.
Bene, il giorno dopo la disfatta in finale la gazzetta se ne esce con un editoriale dal titolo: e ora?
Non ricordo francamente la firma e non vorrei riportare inesattezze ma ricordo perfettamente la riflessione del giornalista che si chiedeva cosa sarebbe rimasto di quella nazionale, visto che avevamo immolato tutto al risultato senza badare alla forma e al percorso.
Lo sappiamo tutti che i tornei e le finali vanno essenzialmente vinti ma in quell'edizione dell'europeo la nazionale piegò tutto alla sostanza ma nel modo più estremo possibile, ricordo la partita contro l'Olanda vinta praticamente di cuore e voglia e parecchia fortuna.
E null'altro.
Quando giochi solo per il risultato e poi non lo centri resta quel senso non solo di incompiuto ma anche di fatto male , stato d'animo che invece non si prova se hai in mente un percorso più lungo da compiere e la sconfitta non farà certo perdere la strada maestra.
Sono giorni caldissimi a Milano e i paragoni tra Inter e Milan si sprecano ma io dico di stare tutti calmi e sereni perché quell'articolo della gazzetta potrebbe essere quanto mai attuale.
Non vi fate ingannare dall'altrui estate se per noi è ancora primavera perché chi salta le stagioni non ha futuro mentre chi ha in mente un percorso non perde mai.
L'italia del 2000 ebbe l'ultimo sussulto il 2006 per poi sprofondare in un burrone senza luce, stesso burrone che potrebbe toccare a chi bada solo al presente senza guardare al domani.
Il gioco non è un momento di vanità e nemmeno vaneggiamento dell'anima, è una strada, è un percorso.
Chi oggi ricorre a scorciatoie arriverà prima ma non durerà.