Purtroppo e` piu` forte di me, la prima cosa che mi viene in mente se penso all'Atletico di Simeone e` il sospetto di doping. Come battuta potrei dire che il derby dei dopati ancora una volta e` andato a chi si dopa meglio, malgrado l'inferiorita` tecnica. Immagino che il problema sia gestire le pause nell'assunzione di certe sostanze, in rapporto anche alla pericolosita` attesa dell'avversari. Nondimeno, attendo con trepidazione i grandi risultati che Simeone otterra` allenando fuori dalla Spagna. Io dello sport spagnolo in generale non mi fido, perche` ha dimostrato ampiamente di non ambire alla trasparenza. E anche gli organi dello Stato non hanno condotto delle indagini esaustive, ma hanno preferito insabbiare, arrivati a un certo punto. Per limitarmi al calcio, fenomeni come l'Atletico di Simeone, certe performance aerobiche del Barcellona in passato, squadra di grandissima tecnica, non lo discuto, ma qui si parla d'altro, letti alla luce di certi crolli improvvisi, li potrei guardare senza avere sospetti solo se nutrissi fiducia nell'antidoping a livello di CL e nel sistema spagnolo, in virtu` dei comportamenti passati del Comitato olimpico spagnolo e della stessa magistratura iberica. Non ci vedo chiaro. Troppo poco per lanciare accuse in termini ufficiali e se facessi il giornalista me ne guarderei bene, eppure da semplice appassionato non riesco ad aderire emotivamente a queste imprese sportive delle quali intimamente metto in dubbia le genuinita`. Mi accadde anche con Armstrong nel passato, mi e` accaduto con Nadal...io non sono autorizzato ad affermare con certezza che il diverso destino dei due che ho citato dipendera` solo dalla diversa serieta` degli organi antidoping domestici, a fronte di una collusione degli organi internazionali, nel primo caso accertata, nel secondo da me sospettata, intenti a salvare l'immagine del movimento e i relativi affari che vi ruotano intorno, ma mi rimane il dubbio; mutatis mutandis penso lo stesso per il calcio. Quel dubbio mi evita la fatica di levarmi il cappello.