Sì Meazza: esposto contro Milan e Inter.

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Il Comitato "Sì Meazza" ha presentato un esposto alla Corte dei Conti sulla situazione di San Siro.

Nell’esposto si legge che la situazione attuale “sembra fornire elementi di valutazione che destano la preoccupazione di un grave e ingente danno erariale causato dall’operato degli amministratori e dei dirigenti del Comune di Milano, in concorso con i rappresentanti delle parti private coinvolte, almeno parzialmente già avvenuto e che crescerebbe ad altissimi livelli col proseguire dell’operazione e col suo compimento”.

Per l’associazione l’attuale impianto “è inalienabile poiché è una opera di proprietà pubblica, di un autore non vivente, a settanta anni dall’esecuzione. Lo stadio ‘Meazza’ da gennaio 2025 è già sotto il vincolo ed è tutelato, e quindi non si può demolire. La procedura è del tutto anomala, in quanto per lo più condotta personalmente dal sindaco di Milano in un’interlocuzione con le controparti private che, di fatto, deforma l’ordine logico giuridico degli adempimenti di legge e sottrae spazi alle prerogative di dirigenti e funzionari comunali, ai quali è riservata dalla legge tutta l’attività di gestione”.

L’associazione critica anche il bando di acquisto, conclusosi il 30 aprile, che è avvenuto “senza che il Consiglio comunale di Milano abbia mai deliberato di mettere in vendita né lo stadio Meazza, né le aree circostanti. Allo scrivente non risulterebbe sussistere, peraltro, alcuna delibera del Consiglio Comunale con cui sia stata decisa: la vendita dello Stadio e dell’area, la demolizione dello Stadio ‘Meazza’, la costruzione di un nuovo stadio sull’area del Parco dei Capitani e l’accettazione della proposta delle due società per azioni”.

milan-inter-san-siro-741x486.jpg
 

Giek

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Il Comitato "Sì Meazza" ha presentato un esposto alla Corte dei Conti sulla situazione di San Siro.

Nell’esposto si legge che la situazione attuale “sembra fornire elementi di valutazione che destano la preoccupazione di un grave e ingente danno erariale causato dall’operato degli amministratori e dei dirigenti del Comune di Milano, in concorso con i rappresentanti delle parti private coinvolte, almeno parzialmente già avvenuto e che crescerebbe ad altissimi livelli col proseguire dell’operazione e col suo compimento”.

Per l’associazione l’attuale impianto “è inalienabile poiché è una opera di proprietà pubblica, di un autore non vivente, a settanta anni dall’esecuzione. Lo stadio ‘Meazza’ da gennaio 2025 è già sotto il vincolo ed è tutelato, e quindi non si può demolire. La procedura è del tutto anomala, in quanto per lo più condotta personalmente dal sindaco di Milano in un’interlocuzione con le controparti private che, di fatto, deforma l’ordine logico giuridico degli adempimenti di legge e sottrae spazi alle prerogative di dirigenti e funzionari comunali, ai quali è riservata dalla legge tutta l’attività di gestione”.

L’associazione critica anche il bando di acquisto, conclusosi il 30 aprile, che è avvenuto “senza che il Consiglio comunale di Milano abbia mai deliberato di mettere in vendita né lo stadio Meazza, né le aree circostanti. Allo scrivente non risulterebbe sussistere, peraltro, alcuna delibera del Consiglio Comunale con cui sia stata decisa: la vendita dello Stadio e dell’area, la demolizione dello Stadio ‘Meazza’, la costruzione di un nuovo stadio sull’area del Parco dei Capitani e l’accettazione della proposta delle due società per azioni”.

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Meazza…
Aridaje, si chiama San Siro.
Quando sento Meazza impazzisco
 
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