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Serena:"Piatek forza della natura. Deve restare concentrato".
Aldo Serena, intervistato da La Stampa in edicola oggi, 18 febbraio, su Piatek:"E' una forza della natura. Uno che vive per il gol e sa fare tutto. Io non ero così. A chi somiglia?Difficile dirlo. Non è un virtuoso, ma uno essenziale, asciutto. Non è il tipo che si bea magari col numero, tenta il tunnel o il doppio dribbling perché è bravo tecnicamente, e magari esagera. Piatek è molto pragmatico come attaccante. Più facile dire a chi non somiglia. Che caratteristiche servono per segnare alla prima occasione? I bomber veri sono quelli lì, riescono ad assentarsi per un periodo senza ricevere palloni, ma conservano la lucidità, la freschezza e l'intuito per piazzare i colpo. Io, invece, cercavo di partecipare alla manovra non ero così chirurgico. Cosa mi ha colpito nel modo di segnare? La completezza. Ha un gran tiro, è forte di testa e, come abbiamo visto nel primo gol all’Atalanta, è anche astuto: quello è stato un capolavoro. E' stato lui a rilanciare il Milan o il Milan lo ha messo nelle condizioni di esprimersi al meglio? Guardi che segnava tanto anche prima nel Genoa, tolto un brevissimo periodo. Un allenatore può partire da uno così per creare una squadra. Lui è in una fase di costruzione della carriera e sa che è attraverso il gol che può realizzarsi e farsi conoscere. Poi ci sarà una fase ulteriore più avanti in cui, quando si sarà affermato, vorrà anche far vedere quanto è bravo. E allora lì gli allenatori dovranno mantenergli questa forza selvaggia che serve per segnare tutte le domeniche. Deve volerlo sempre. Un consiglio? Di non sentire niente, di andare avanti così, di non guardare i titoli dei giornali, di tenere quella rabbia e quella voglia di fare gol che aveva negli anni scorsi e che ha conservato dal Genoa al Milan. Insomma di rimanere così com’è. Non deve svegliarsi un giorno pensando di essere forte da dare il tunnel o il sombrero. Rimanga asciutto e concreto. Il Milan vale il quarto posto? Con lui e Paquetà senza dubbio".
Aldo Serena, intervistato da La Stampa in edicola oggi, 18 febbraio, su Piatek:"E' una forza della natura. Uno che vive per il gol e sa fare tutto. Io non ero così. A chi somiglia?Difficile dirlo. Non è un virtuoso, ma uno essenziale, asciutto. Non è il tipo che si bea magari col numero, tenta il tunnel o il doppio dribbling perché è bravo tecnicamente, e magari esagera. Piatek è molto pragmatico come attaccante. Più facile dire a chi non somiglia. Che caratteristiche servono per segnare alla prima occasione? I bomber veri sono quelli lì, riescono ad assentarsi per un periodo senza ricevere palloni, ma conservano la lucidità, la freschezza e l'intuito per piazzare i colpo. Io, invece, cercavo di partecipare alla manovra non ero così chirurgico. Cosa mi ha colpito nel modo di segnare? La completezza. Ha un gran tiro, è forte di testa e, come abbiamo visto nel primo gol all’Atalanta, è anche astuto: quello è stato un capolavoro. E' stato lui a rilanciare il Milan o il Milan lo ha messo nelle condizioni di esprimersi al meglio? Guardi che segnava tanto anche prima nel Genoa, tolto un brevissimo periodo. Un allenatore può partire da uno così per creare una squadra. Lui è in una fase di costruzione della carriera e sa che è attraverso il gol che può realizzarsi e farsi conoscere. Poi ci sarà una fase ulteriore più avanti in cui, quando si sarà affermato, vorrà anche far vedere quanto è bravo. E allora lì gli allenatori dovranno mantenergli questa forza selvaggia che serve per segnare tutte le domeniche. Deve volerlo sempre. Un consiglio? Di non sentire niente, di andare avanti così, di non guardare i titoli dei giornali, di tenere quella rabbia e quella voglia di fare gol che aveva negli anni scorsi e che ha conservato dal Genoa al Milan. Insomma di rimanere così com’è. Non deve svegliarsi un giorno pensando di essere forte da dare il tunnel o il sombrero. Rimanga asciutto e concreto. Il Milan vale il quarto posto? Con lui e Paquetà senza dubbio".