Sconcerti:"Calcio italiano cambiato. Milan lussuoso".

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Mario Sconcerti dal CorSera sui cambiamenti del calcio italiano. Ecco l'editoriale del giornalista

"Il calcio italiano è cambiato. L’evidenza è arrivata con l’Europeo, ma la trasformazione della Nazionale è stata elitaria, non rappresentava la realtà del campionato. Il cambiamento adesso è invece dentro qualunque piega, forse non è ancora confermato, ma è visibile. Da dove arriva e cosa sta portando? Parte da due dati molto chiari.Il primo è che si gioca con 13 allenatori che un anno fa non c’erano. Inzaghi, Juric e Italiano c’erano, ma allenava- no un’altra squadra. Solo Pioli, Mihajlovic, Gasperini e Gotti sono rimasti nelle vecchie squadre. Se cambiano 16 tecnici, è fatale cambi il gioco di tutti. Il secondo dato è altrettanto forte. Si segna come mai in Italia, 224 reti in 70 gare, 3,20 a partita, due sole sono finite 0-0. Accade da mesi.È come se il lockdown ci avesse costretto a un fortissimo rimbalzo. Come se ci fossimo svegliati dal virus con la voglia di spaccare il mondo e ci fossimo riusciti. L’aspetto più evidente è che è diminuito il palleggio, non è più un sistema di gioco complessivo, è un momento di riposo durante la gara. Ma è cambiato anche il modo di difendersi. Quando la Juve gioca col Chelsea negli ultimi trenta metri per tutta la partita, non marca a uomo, non fa vecchio calcio all’italiana. Commette appena 8 falli. Nel vecchio calcio ne avrebbe commessi trenta. Oggi non c’è esuberanza fisica, approssimazione, oggi si marcano le linee di passaggio, si prende il pallone interrompendo la traiettoria, prima di cadere addosso all’avversario. Questa è modernità.

Pioli tiene Calabria e Theo dentro il campo, mai troppo esterni. Il Milan stringe lo spazio e poi si allarga e lì manda i suoi attaccanti di talento. Anche questa è diversità.I movimenti cambiano però sempre dal basso, sono le piccole squadre che devono sperimentare, le grandi devono vincere. Oggi ci sono tecnici giovani come Dionisi, Zanetti, Italiano, Tudor, ma anche meno giovani come Mihajlovic, Gotti, Andreazzoli, che giocano di collettivo, in verticale, subiscono un attacco e lo restituiscono, portano tanti uomini in area. Oggi si vedono molte squadre organizzate benissimo, così bene da far venire il dubbio che i tecnici siano più insegnanti di calcio che allenatori da risultato. Una fase estetica che il nostro calcio poche volte ha conosciuto.Questo maggior movimento verticale portato avanti da più giocatori ha aperto spazi che sui nostri campi erano chiusi. Oggi capita di vedere difese molto alte, quasi a metà campo. Capita che un dribbling o un passaggio superino un’intera linea di gioco. Il movimento crea sempre entropia, cioè disordine. E il disordine costruisce i gol. Segnare tanti gol significa infatti subirne altrettanti. Quanti mai ne avevamo subiti. È cambiata la mentalità, conseguenza questa di una differenza di qualità individuale. Le squadre forti sono molto più forti delle deboli. Le quali usano il campionato per affermare se stesse a livello singolo. La gara è una vetrina intelligente. Si è abbassato il gioco di squadra in senso rigoroso, si tentano spunti e passaggi fuori dagli schemi. Esiste un marketing individuale da ribadire in tv. Si punta più sui giovani, ma questa è una strategia da alchimista, serve un capolavoro nelle dosi. Il Sassuolo ha i due migliori centravanti giovani, Raspadori e Scamacca, ma sta arretrando in classifica perché in due hanno segnato un gol. Anche usare tanti giovani è un buon modo di aumentare l’entropia, perché il disordine diventa collettivo. Per questo per le grandi i giovani sono un lusso. E per questo il Milan è una squadra lussuosa.Esistono infine molti presidenti americani in gara con se stessi. Sono tenuti d’occhio dai media Usa, il New York Times mette molte volte il calcio italiano in prima pagina. I presidenti americani non hanno comprato per niente, sanno che solo lo spettacolo potrà portare soldi. E questo stanno chiedendo tutti ai loro allenatori: bellezza. Forse ci stanno riuscendo.
 

Lineker10

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Alcuni spunti sono anche interessanti, all'interno di un ragionamento contorto e confuso.

L'evoluzione tattica in Serie A è evidente, ma d'altronde dopo oltre 10 anni di batoste in Europa e addirittura la nazionale fuori da un Mondiale direi che era anche l'ora ci fosse.
 
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Alcuni spunti sono anche interessanti, all'interno di un ragionamento contorto e confuso.

L'evoluzione tattica in Serie A è evidente, ma d'altronde dopo oltre 10 anni di batoste in Europa e addirittura la nazionale fuori da un Mondiale direi che era anche l'ora ci fosse.
Eh, la Juve che fa 8 falli, ma gioca negli ultimi 30 metri facendo 28% di possesso palla, e 3 occasioni (di cui un gol) è “moderna” ahahah
 
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Ahaha infatti. Contenti loro.

Gli allenatori come Allegri sono solo un bene per noi. Ce li stiamo lasciando dietro ad arrancare, uno dopo l'altro.
Quando leggevo Milan-Allegri rabbrividivo, ormai è una razza estinta ed abbiamo già dato 10 anni fa. Quanto mi ha fatto arrabbiare Allegri negli anni Milanisti, non condividevo nulla e passare da Ancelotti (che mi ha formato), al 4-2-fantasia di Leonardo, al “calcio semplice” di Allegri è stato straziante e noiosissimo.
 
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Mario Sconcerti dal CorSera sui cambiamenti del calcio italiano. Ecco l'editoriale del giornalista

"Il calcio italiano è cambiato. L’evidenza è arrivata con l’Europeo, ma la trasformazione della Nazionale è stata elitaria, non rappresentava la realtà del campionato. Il cambiamento adesso è invece dentro qualunque piega, forse non è ancora confermato, ma è visibile. Da dove arriva e cosa sta portando? Parte da due dati molto chiari.Il primo è che si gioca con 13 allenatori che un anno fa non c’erano. Inzaghi, Juric e Italiano c’erano, ma allenava- no un’altra squadra. Solo Pioli, Mihajlovic, Gasperini e Gotti sono rimasti nelle vecchie squadre. Se cambiano 16 tecnici, è fatale cambi il gioco di tutti. Il secondo dato è altrettanto forte. Si segna come mai in Italia, 224 reti in 70 gare, 3,20 a partita, due sole sono finite 0-0. Accade da mesi.È come se il lockdown ci avesse costretto a un fortissimo rimbalzo. Come se ci fossimo svegliati dal virus con la voglia di spaccare il mondo e ci fossimo riusciti. L’aspetto più evidente è che è diminuito il palleggio, non è più un sistema di gioco complessivo, è un momento di riposo durante la gara. Ma è cambiato anche il modo di difendersi. Quando la Juve gioca col Chelsea negli ultimi trenta metri per tutta la partita, non marca a uomo, non fa vecchio calcio all’italiana. Commette appena 8 falli. Nel vecchio calcio ne avrebbe commessi trenta. Oggi non c’è esuberanza fisica, approssimazione, oggi si marcano le linee di passaggio, si prende il pallone interrompendo la traiettoria, prima di cadere addosso all’avversario. Questa è modernità.

Pioli tiene Calabria e Theo dentro il campo, mai troppo esterni. Il Milan stringe lo spazio e poi si allarga e lì manda i suoi attaccanti di talento. Anche questa è diversità.I movimenti cambiano però sempre dal basso, sono le piccole squadre che devono sperimentare, le grandi devono vincere. Oggi ci sono tecnici giovani come Dionisi, Zanetti, Italiano, Tudor, ma anche meno giovani come Mihajlovic, Gotti, Andreazzoli, che giocano di collettivo, in verticale, subiscono un attacco e lo restituiscono, portano tanti uomini in area. Oggi si vedono molte squadre organizzate benissimo, così bene da far venire il dubbio che i tecnici siano più insegnanti di calcio che allenatori da risultato. Una fase estetica che il nostro calcio poche volte ha conosciuto.Questo maggior movimento verticale portato avanti da più giocatori ha aperto spazi che sui nostri campi erano chiusi. Oggi capita di vedere difese molto alte, quasi a metà campo. Capita che un dribbling o un passaggio superino un’intera linea di gioco. Il movimento crea sempre entropia, cioè disordine. E il disordine costruisce i gol. Segnare tanti gol significa infatti subirne altrettanti. Quanti mai ne avevamo subiti. È cambiata la mentalità, conseguenza questa di una differenza di qualità individuale. Le squadre forti sono molto più forti delle deboli. Le quali usano il campionato per affermare se stesse a livello singolo. La gara è una vetrina intelligente. Si è abbassato il gioco di squadra in senso rigoroso, si tentano spunti e passaggi fuori dagli schemi. Esiste un marketing individuale da ribadire in tv. Si punta più sui giovani, ma questa è una strategia da alchimista, serve un capolavoro nelle dosi. Il Sassuolo ha i due migliori centravanti giovani, Raspadori e Scamacca, ma sta arretrando in classifica perché in due hanno segnato un gol. Anche usare tanti giovani è un buon modo di aumentare l’entropia, perché il disordine diventa collettivo. Per questo per le grandi i giovani sono un lusso. E per questo il Milan è una squadra lussuosa.Esistono infine molti presidenti americani in gara con se stessi. Sono tenuti d’occhio dai media Usa, il New York Times mette molte volte il calcio italiano in prima pagina. I presidenti americani non hanno comprato per niente, sanno che solo lo spettacolo potrà portare soldi. E questo stanno chiedendo tutti ai loro allenatori: bellezza. Forse ci stanno riuscendo.
Il 6/10/2021 Sconcerti ha scoperto le preventive.
Meglio tardi che mai.

Per il 2030 scoprirà il pressing su palla coperta/scoperta.
 

gabri65

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Mario Sconcerti dal CorSera sui cambiamenti del calcio italiano. Ecco l'editoriale del giornalista

"Il calcio italiano è cambiato. L’evidenza è arrivata con l’Europeo, ma la trasformazione della Nazionale è stata elitaria, non rappresentava la realtà del campionato. Il cambiamento adesso è invece dentro qualunque piega, forse non è ancora confermato, ma è visibile. Da dove arriva e cosa sta portando? Parte da due dati molto chiari.Il primo è che si gioca con 13 allenatori che un anno fa non c’erano. Inzaghi, Juric e Italiano c’erano, ma allenava- no un’altra squadra. Solo Pioli, Mihajlovic, Gasperini e Gotti sono rimasti nelle vecchie squadre. Se cambiano 16 tecnici, è fatale cambi il gioco di tutti. Il secondo dato è altrettanto forte. Si segna come mai in Italia, 224 reti in 70 gare, 3,20 a partita, due sole sono finite 0-0. Accade da mesi.È come se il lockdown ci avesse costretto a un fortissimo rimbalzo. Come se ci fossimo svegliati dal virus con la voglia di spaccare il mondo e ci fossimo riusciti. L’aspetto più evidente è che è diminuito il palleggio, non è più un sistema di gioco complessivo, è un momento di riposo durante la gara. Ma è cambiato anche il modo di difendersi. Quando la Juve gioca col Chelsea negli ultimi trenta metri per tutta la partita, non marca a uomo, non fa vecchio calcio all’italiana. Commette appena 8 falli. Nel vecchio calcio ne avrebbe commessi trenta. Oggi non c’è esuberanza fisica, approssimazione, oggi si marcano le linee di passaggio, si prende il pallone interrompendo la traiettoria, prima di cadere addosso all’avversario. Questa è modernità.

Pioli tiene Calabria e Theo dentro il campo, mai troppo esterni. Il Milan stringe lo spazio e poi si allarga e lì manda i suoi attaccanti di talento. Anche questa è diversità.I movimenti cambiano però sempre dal basso, sono le piccole squadre che devono sperimentare, le grandi devono vincere. Oggi ci sono tecnici giovani come Dionisi, Zanetti, Italiano, Tudor, ma anche meno giovani come Mihajlovic, Gotti, Andreazzoli, che giocano di collettivo, in verticale, subiscono un attacco e lo restituiscono, portano tanti uomini in area. Oggi si vedono molte squadre organizzate benissimo, così bene da far venire il dubbio che i tecnici siano più insegnanti di calcio che allenatori da risultato. Una fase estetica che il nostro calcio poche volte ha conosciuto.Questo maggior movimento verticale portato avanti da più giocatori ha aperto spazi che sui nostri campi erano chiusi. Oggi capita di vedere difese molto alte, quasi a metà campo. Capita che un dribbling o un passaggio superino un’intera linea di gioco. Il movimento crea sempre entropia, cioè disordine. E il disordine costruisce i gol. Segnare tanti gol significa infatti subirne altrettanti. Quanti mai ne avevamo subiti. È cambiata la mentalità, conseguenza questa di una differenza di qualità individuale. Le squadre forti sono molto più forti delle deboli. Le quali usano il campionato per affermare se stesse a livello singolo. La gara è una vetrina intelligente. Si è abbassato il gioco di squadra in senso rigoroso, si tentano spunti e passaggi fuori dagli schemi. Esiste un marketing individuale da ribadire in tv. Si punta più sui giovani, ma questa è una strategia da alchimista, serve un capolavoro nelle dosi. Il Sassuolo ha i due migliori centravanti giovani, Raspadori e Scamacca, ma sta arretrando in classifica perché in due hanno segnato un gol. Anche usare tanti giovani è un buon modo di aumentare l’entropia, perché il disordine diventa collettivo. Per questo per le grandi i giovani sono un lusso. E per questo il Milan è una squadra lussuosa.Esistono infine molti presidenti americani in gara con se stessi. Sono tenuti d’occhio dai media Usa, il New York Times mette molte volte il calcio italiano in prima pagina. I presidenti americani non hanno comprato per niente, sanno che solo lo spettacolo potrà portare soldi. E questo stanno chiedendo tutti ai loro allenatori: bellezza. Forse ci stanno riuscendo.

Ma quante fesserie ipocrite.

Non era più semplice dire che forse il livello è migliore da quando si è risvegliato l'AC Milan 1899? Che quando il Milan torna sé stesso e carbura, mette a nudo i difetti delle altre squadre che devono alzare l'asticella?

E' per questo che verremo visti sempre come nemici, il perenne, morboso e inconscio amore dell'itagliano per il degrado, l'invidia per chi dimostra sul campo quello che vale.
 
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Ma quante fesserie ipocrite.

Non era più semplice dire che forse il livello è migliore da quando si è risvegliato l'AC Milan 1899? Che quando il Milan torna sé stesso e carbura, mette a nudo i difetti delle altre squadre che devono alzare l'asticella?

E' per questo che verremo visti sempre come nemici, il perenne, morboso e inconscio amore dell'itagliano per il degrado, l'invidia per chi dimostra sul campo quello che vale.
C'è chi gioca a calcio e chi gioca a pallone.
 

gabri65

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C'è chi gioca a calcio e chi gioca a pallone.

Poi, hai capito, subito la frase sottilmente astiosa e piena di risentimento, "Milan squadra lussuosa".

Con il budget a disposizione di Maldini neanche ci si compra un lecca-lecca.

C'è chi compra Kjaer e in un un anno lo fa emergere dalla fogna alla consacrazione, poi c'è chi compra CR7 e Deligghete.
 
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