Scaroni sul Milan e sul futuro del club.

danjr

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A me sembra non abbia detto nulla di specifico invece, se non sottolineato più volte che il Milan può essere rivenduto
 

DrHouse

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Comunque non capisco, non rappresenta Elliott, non rappresenta la parte cinese, allora che ci fa nel CDA del Milan?
Quando ha dovuto spiegare il motivo è stato molto vago. Poi non ho capito il passaggio quando gli è stato chiesto del contratto con Elliott, lui ha detto testuali parole: " Elliott è un fondo che gestisce capitali altrui, quindi non vedo come possa occuparsi del Milan", forse ho capito male io, ma quindi Elliott sta facendo da intermediario?
Poi continua dicendo:" Io non ho visto il contratto tra Elliott e Li, anzi non ho proprio partecipato e non so nulla sulla questione della cessione del Milan a Yonghong Li". Insomma quasi come a voler prendere le distanze.
Non sa nulla sulla cessione, non sa niente sul finanziamento di Elliott, ma allora cosa ci sta a fare nel CDA?.
Comunque sarebbe opportuno vedere il video per capire a cosa mi riferisco.

Scaroni non ha detto "non rappresento i cinesi". ha detto che "non rappresenta nessuno, tantomeno Elliott".
è una risposta alle allusioni che lo volevano come membro del CDA voluto da Berlusconi (in sua vece), o ad altre allusioni che lo volevano imposto da Elliott come preparazione del terreno per una futura proprietà loro, con Scaroni AD.
Ha semplicemente sottolineato che è in CDA non per rappresentare qualcuno di fuori, ma perchè lavora per l'Ac Milan.
Elliott non può imporre un membro del CDA solo perchè ti ha prestato i soldi. Può chiedere, dato che la garanzia è il pegno della Rossoneri Luxembourg, una presenza da uditore e supervisore di un loro dipendente, come accade.
Ma non pretendere un Consigliere interno al CDA. sarebbe come se tu ti facessi un mutuo per la casa e la banca ti imponesse, fino al saldo del mutuo, che un loro dipendente abitasse con te in casa.

Elliott non ha intenzione di gestire il Milan, perchè, dovesse subentrare a ottobre 2018, prenderebbe un Milan ancora con trend negativi a fine esercizio.
Se l'acquisto del Milan per 520 milioni più 220 di debiti è considerato troppo alto, si fa presto a fare due conti.
Elliott, diventasse proprietario del Milan, lo farebbe a prezzo dei 180 milioni prestati a Li, e alla mancata ricezione degli interessi, che [MENTION=1914]Casnop[/MENTION] ha quantificato (per il solo debito di Li) in una 30ina di milioni. Quindi 210 milioni.
Il Milan avrebbe ancora, con Elliott stessa, un debito da restituire di 124 milioni più interessi, quindi 140.
Elliott, per guadagnarci, dovrebbe vendere il Milan, diciamo, ad almeno 300 milioni, più l'accollo del debito, da 140 milioni.
300+140 sarebbe già una cifra conveniente per futuri compratori.
Più di quella cifra, ci avviciniamo al prezzo incassato da Fininvest e ritenuto folle. Il valore patrimoniale del Milan è vero sia aumentato, ma non così tanto da poter chiedere cifre esagerate.
Vendere il Milan a 300 milioni, o giù di lì, significherebbe per Elliott dover cedere quasi immediatamente, quindi accettando qualsiasi offerta di quella cifra, per non dover ripianare perdite d'esercizio: considerando perdite medie di 50 milioni annui (dimezzate quasi, rispetto al trend degli ultimi anni), già al primo esercizio ripianato il guadagno netto di Elliott sarebbe dimezzato, da 90 milioni a 40.
 

DrHouse

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Ipotesi, se il milan finisse all'asta può essere ricomprato da Berlusconi?

in teoria si, non c'è nulla che lo vieti.
ma non credo Elliott lo svenderebbe. quindi Berlusconi (o Fininvest) dopo questi tira e molla, c'avrebbe guadagnato pochi milioni, e avrebbe comunque un Milan in passivo per qualche anno, e comunque con un debito (minore rispetto al 2017) comunque importante.
 

Casnop

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Scaroni non ha detto "non rappresento i cinesi". ha detto che "non rappresenta nessuno, tantomeno Elliott".
è una risposta alle allusioni che lo volevano come membro del CDA voluto da Berlusconi (in sua vece), o ad altre allusioni che lo volevano imposto da Elliott come preparazione del terreno per una futura proprietà loro, con Scaroni AD.
Ha semplicemente sottolineato che è in CDA non per rappresentare qualcuno di fuori, ma perchè lavora per l'Ac Milan.
Elliott non può imporre un membro del CDA solo perchè ti ha prestato i soldi. Può chiedere, dato che la garanzia è il pegno della Rossoneri Luxembourg, una presenza da uditore e supervisore di un loro dipendente, come accade.
Ma non pretendere un Consigliere interno al CDA. sarebbe come se tu ti facessi un mutuo per la casa e la banca ti imponesse, fino al saldo del mutuo, che un loro dipendente abitasse con te in casa.

Elliott non ha intenzione di gestire il Milan, perchè, dovesse subentrare a ottobre 2018, prenderebbe un Milan ancora con trend negativi a fine esercizio.
Se l'acquisto del Milan per 520 milioni più 220 di debiti è considerato troppo alto, si fa presto a fare due conti.
Elliott, diventasse proprietario del Milan, lo farebbe a prezzo dei 180 milioni prestati a Li, e alla mancata ricezione degli interessi, che [MENTION=1914]Casnop[/MENTION] ha quantificato (per il solo debito di Li) in una 30ina di milioni. Quindi 210 milioni.
Il Milan avrebbe ancora, con Elliott stessa, un debito da restituire di 124 milioni più interessi, quindi 140.
Elliott, per guadagnarci, dovrebbe vendere il Milan, diciamo, ad almeno 300 milioni, più l'accollo del debito, da 140 milioni.
300+140 sarebbe già una cifra conveniente per futuri compratori.
Più di quella cifra, ci avviciniamo al prezzo incassato da Fininvest e ritenuto folle. Il valore patrimoniale del Milan è vero sia aumentato, ma non così tanto da poter chiedere cifre esagerate.
Vendere il Milan a 300 milioni, o giù di lì, significherebbe per Elliott dover cedere quasi immediatamente, quindi accettando qualsiasi offerta di quella cifra, per non dover ripianare perdite d'esercizio: considerando perdite medie di 50 milioni annui (dimezzate quasi, rispetto al trend degli ultimi anni), già al primo esercizio ripianato il guadagno netto di Elliott sarebbe dimezzato, da 90 milioni a 40.
Dottore, nelle vendite giudiziali di azioni non è il creditore a decidere il prezzo, ma il Tribunale con perizia, che stima il c.d. market cap, ovvero il valore di mercato. Non esistono, se non in margini minimi, ipotesi di ribasso per invenduto, come nel caso delle comuni vendite giudiziali immobiliari. Nel caso di mancanza di offerte al market cap (ipotesi remota, ma facciamola per esigenze espositive), il creditore riceve in assegnazione diretta delle quote, ma solo fino a concorrenza del proprio credito attualizzato, per sorte capitale, interessi, e spese legali ed erariali di procedura, non una quota in più. Le rimanenti, invendute e non assegnate al creditore, ritornano al legittimo proprietario. Se, allora, ipotizziamo che il market cap della partecipazione della Rossoneri Sport Investment Luxembourg nel Milan sia 900 milioni di euro, ed Elliott/Blue Skye chiedono l'assegnazione di quote per un controvalore di 380-400 milioni di euro, potrebbe benissimo verificarsi l'ipotesi di un creditore soddisfatto, titolare di una partecipazione di minoranza, e di un debitore liberato, titolare di una partecipazione di controllo. Ipotesi, certamente, ma in un contesto obiettivo segnato dalle norme civilistiche, imperative, sul pegno di azioni. :)
 

DrHouse

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Dottore, nelle vendite giudiziali di azioni non è il creditore a decidere il prezzo, ma il Tribunale con perizia, che stima il c.d. market cap, ovvero il valore di mercato. Non esistono, se non in margini minimi, ipotesi di ribasso per invenduto, come nel caso delle comuni vendite giudiziali immobiliari. Nel caso di mancanza di offerte al market cap (ipotesi remota, ma facciamola per esigenze espositive), il creditore riceve in assegnazione diretta delle quote, ma solo fino a concorrenza del proprio credito attualizzato, per sorte capitale, interessi, e spese legali ed erariali di procedura, non una quota in più. Le rimanenti, invendute e non assegnate al creditore, ritornano al legittimo proprietario. Se, allora, ipotizziamo che il market cap della partecipazione della Rossoneri Sport Investment Luxembourg nel Milan sia 900 milioni di euro, ed Elliott/Blue Skye chiedono l'assegnazione di quote per un controvalore di 380-400 milioni di euro, potrebbe benissimo verificarsi l'ipotesi di un creditore soddisfatto, titolare di una partecipazione di minoranza, e di un debitore liberato, titolare di una partecipazione di controllo. Ipotesi, certamente, ma in un contesto obiettivo segnato dalle norme civilistiche, imperative, sul pegno di azioni. :)

una sola curiosità: sarebbe questo il caso della Rossoneri Luxembourg?

cioè, nell'accordo tra Yonghong Li ed Elliott, per cui in mancanza di estinzione del debito il fondo riceve la RL, c'è bisogno dell'iter in cui è previsto l'intervento del Tribunale che stabilisce il valore del bene? O basta che Elliott accetti la holding e poi può farne ciò che vuole, sia gestirla che venderla al loro prezzo?
 
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Che Elliott avrebbe messo sul mercato il Milan il giorno dopo era l'ipotesi più naturale, non ha motivo di voler pagare neanche la bolletta della luce di quel mese
 

Aron

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Comunque non capisco, non rappresenta Elliott, non rappresenta la parte cinese, allora che ci fa nel CDA del Milan?
Quando ha dovuto spiegare il motivo è stato molto vago. Poi non ho capito il passaggio quando gli è stato chiesto del contratto con Elliott, lui ha detto testuali parole: " Elliott è un fondo che gestisce capitali altrui, quindi non vedo come possa occuparsi del Milan", forse ho capito male io, ma quindi Elliott sta facendo da intermediario?
Poi continua dicendo:" Io non ho visto il contratto tra Elliott e Li, anzi non ho proprio partecipato e non so nulla sulla questione della cessione del Milan a Yonghong Li". Insomma quasi come a voler prendere le distanze.
Non sa nulla sulla cessione, non sa niente sul finanziamento di Elliott, ma allora cosa ci sta a fare nel CDA?.
Comunque sarebbe opportuno vedere il video per capire a cosa mi riferisco.

Elliott è un altro schermo.
 

Aron

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A me sembra non abbia detto nulla di specifico invece, se non sottolineato più volte che il Milan può essere rivenduto

Scaroni è sempre piacevole da ascoltare, ha una dialettica è eccezionale. Versa acqua sul fuoco sulla situazione Milan rasserenando gli estimatori della società attuale; lascia porte aperte per chi preferirebbe un cambio di società/proprietà; mitiga i malumori di chi pensa unicamente al campo e ai risultati sportivi.

Uno così al Milan dev'essere amministratore, vicepresidente o presidente.
 

Clarenzio

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Paolo Scaroni ha parlato a Telelombardia: "Nel CDA del Milan io non rappresento nessuno, di sicuro non Elliott. Elliott non è proprietario del Milan e non ha alcun diritto decisionale. Qualche mese fa Li aveva promesso un aumento di capitale, lo sta rispettando e prossimamente ce ne saranno anche altri. Entro la fine di Febbraio ci sarà il primo. E' un impegno che ha preso l'azionista all'interno di un piano a lunga scadenza, che dura fino al 2022. Per quello che riguarda i ricavi dalla Cina, è ancora presto per vedere i frutti. Sono stati messi in atto dei piani commerciali di sponsorizzazione. Sull'interesse di Elliott nel Milan, io non credo che Singer voglia fare il presidente del Milan, almeno non me l'ha mai detto. Sono presenti delle clausole di garanzia per cui Elliott ha la possibilità di ottenere i soldi attraverso una cessione del Milan. Ma è inverosimile che se occupi personalmente. L'andamento del Milan in questa stagione, anche per le conseguenze finanziarie che comporta, non è preoccupante, ci si aspettava dopo tutti questi cambiamenti una situazione del genere e l'accesso alla Champions non era tra gli stretti obiettivi. Il futuro del Milan? Il club ha delle scadenze da rispettare e se il fondo Elliott non dovesse essere rimborsato per queste scadenze ci sono clausole attraverso le quali Elliott potrebbe vendere il Milan per riportare i soldi a casa. Il Milan sarebbe ceduto in un'asta. Il club verrebbe venduto al prezzo più alto e non ad un prezzo più basso come ho sentito dire. La parte eccedente al momento del rimborso del debito verrebbe data a Li"


VIDEO QUI -) http://www.milanworld.net/scaroni-sul-milan-e-sul-futuro-del-club-vt57634-2.html#post1453528

Ribadisce quello che diceva Fassone già a fine luglio.
 
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