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Il solito Paolo Scaroni, questa volta a Milano Finanza, sullo stadio:"Con Berlusconi avevo parlato tante volte di questo argomento. Tutti noi abbiamo sempre sostenuto l’esigenza di avere uno stadio moderno, che non è una scelta ma una necessità per continuare a restare ai vertici del calcio europeo. Del resto, anche Adriano Galliani, che con lui ha condiviso ogni scelta per oltre trent’anni, si è espresso chiaramente a favore del progetto. A San Siro abbiamo giocato e vinto tanto ed è stato il teatro di grandi notti di Champions League. Ovviamente è un dispiacere abbandonare San Siro. Ma posso assicurarvi che anche Berlusconi avrebbe gradito il nuovo stadio».
Domanda. Presidente Scaroni, subito dopo il via libera del Comune, il sindaco Sala ha chiesto ai club di accelerare sulla comunicazione dei prossimi step e del progetto. Quali sono i prossimi passi?
Risposta. Il primo obiettivo è arrivare al rogito entro ottobre, momento in cui verseremo a Palazzo Marino i primi 73 milioni di euro. Da quel momento potrà partire la progettazione nei dettagli del nuovo stadio che abbiamo già affidato a Norman + Partners e Manica, due eccellenze del settore. Per vedere il progetto completo bisognerà attendere dai sei agli otto mesi e successivamente si passerà all’analisi della Conferenza dei servizi, che richiederà altri sei mesi.
D. Quindi è realistico l’avvio dei cantieri nel 2027?
R. Assolutamente sì. Al netto dei piccoli contrattempi che su progetti di queste dimensioni possono sempre presentarsi, il nostro obiettivo è completare lo stadio nel 2030.
D. Milan e Inter inizieranno a giocare nel nuovo stadio già dalla stagione 2030/31?
R. Idealmente sì, in modo da completare il rodaggio necessario a portare al massimo dell’efficienza la struttura entro gli Europei del 2032, di cui sarà protagonista.
D. Le indicazioni sul resto dell’area arriveranno insieme al progetto sullo stadio?
R. Sicuramente daremo delle indicazioni di massima su dove andremo a posizionare gli immobili destinati ai servizi accessori, come hotel, uffici e centro commerciale. Ma per iniziare una progettazione nel dettaglio realisticamente dovremo aspettare tra il 2027 e il 2028, perché la priorità è il nuovo impianto.
D. Questo vale anche per la demolizione di San Siro?
R. Il Meazza rimarrà intatto fino a quando non sarà pronto il nuovo stadio, quindi la sua riqualificazione non potrà iniziare prima del 2031-2032. Insomma prevediamo che la rigenerazione dell’area sarà completata non prima del 2035.
D. Che incremento di ricavi vi aspettate dal nuovo impianto? Perché dice che è una necessità avere uno stadio moderno e non una scelta?
R. Vi faccio solo tre esempi, Tottenham, Real Madrid e Arsenal, che hanno puntato su impianti all’avanguardia negli ultimi anni. Tutte e tre hanno più che raddoppiato i loro incassi nel primo anno nella loro nuova casa rispetto all’ultimo in quella vecchia. Milan e Inter al momento toccano solo una frazione delle loro cifre. Per restare competitivi dal punto di vista sportivo, quindi, abbiamo bisogno di un impianto moderno. Ci aspettiamo un aumento sostanziale dei ricavi. Non perché i biglietti per tifosi e famiglie saranno più cari, ma perché potremo vendere più pacchetti con hospitality alle aziende e biglietti premium. Senza contare i ricavi derivanti dalle altre attività.
D. L’alternativa della ristrutturazione non era percorribile?
R. San Siro è nei cuori di tutti, ma l’impianto è vecchio. È impossibile coniugare i lavori con gli impegni sportivi. E non esistono stadi a distanza ragionevole da Milano per ospitare i club per tre o quattro stagioni senza perdere tra il 50 e il 70% dei ricavi per ogni anno di cantiere. Inoltre nonostante gli alti costi della ristrutturazione, non avremmo avuto un risultato all’altezza dell’ambizione e delle esigenze finanziarie dei due club. Ma lasciatemi aggiungere alcune cose.
D. Prego.
R. Il nuovo stadio avrà 148 mila metri quadrati di verde, quindi più del 50% dell’intera zona sarà destinata ad alberi e parchi. Produrrà energia pulita attraverso pannelli fotovoltaici sul tetto. Ci saranno servizi di accoglienza, bar e ristoranti, spazi per congressi ed eventi: in questo modo terremo viva l’area sette giorni su sette tutto l’anno, anche quando non si disputeranno partite. E andremo ad aggiungere 3.600 parcheggi sotterranei. In totale ci aspettiamo 500 mila visitatori all'anno tra museo e nuovo stadio, con un impatto economico positivo per tutto il quartiere.
D. L’auspicio del presidente del Senato, Ignazio La Russa, è che la prossima giunta possa spingere per l’idea di conservare San Siro accanto al nuovo impianto. La vede come un’ipotesi percorribile?
R. L’idea di avere due stadi, uno nuovo e moderno e l’altro vecchio e da ristrutturare, non l’ho mai vista possibile. Con Palazzo Marino abbiamo costruito un rapporto solido. E anche con un cambio di giunta dal 2027 faccio fatica a immaginare che il futuro sindaco di Milano possa voler fare marcia indietro. A parte il fatto che non potrà farlo contrattualmente, anche dal punto di vista politico il nuovo primo cittadino capirà che il mondo è cambiato anche per i milanesi e per i nostri tifosi.
D. Ritiene che l’opinione pubblica sia con voi?
R. Mi occupo di questo tema da molti anni. Ciò che è cambiato è proprio l'opinione pubblica. I nostri tifosi, che per esempio hanno visto gli ultimi Europei in Germania o guardano le partite internazionali, si rendono conto che San Siro, nonostante ci siamo affezionati, è un prodotto di un'altra epoca. E quindi ritengo che la necessità di un impianto nuovo per Milan e Inter sia capita e condivisa dalla maggior parte delle persone.
D. Ma c’è chi sostiene che in realtà si tratti di un’operazione immobiliare speculativa dei fondi proprietari dei due club per aumentarne il valore e poi cederli.
R. Non c’è un collegamento tra la realizzazione dello stadio e la speculazione immobiliare o la cessione dei club. Certamente vogliamo il nuovo impianto perché creerà valore per Milan e Inter e gli permetterà di essere più competitive a livello internazionale. Per quanto ci riguarda RedBird e Gerry Cardinale hanno lo sport come vocazione e l'acquisizione del Milan è stata il loro investimento più rilevante da quando sono partiti. Cardinale vuole rimanere proprietario del Milan per molto tempo e lo stadio è un tassello fondamentale in un percorso che punta a rafforzare il Milan come istituzione sportiva e azienda moderna, solida e ambiziosa. Sono sicuro che lo farà appassionare ancor di più al Milan e all'Italia.
D. Il Milan si era tutelato con un’alternativa a San Donato, ma il Tar ha bocciato la destinazione a uso sportivo dell’area di vostra proprietà. Farete ricorso?
R. Pensiamo si tratti solo di un piccolo intoppo e potremo fare sicuramente ricorso al Consiglio di Stato. Abbiamo anche la possibilità di modificare il progetto originario per ottenere il via libera. Abbiamo investito 40 milioni di euro sull’area e, vista l’evoluzione positiva su San Siro, stiamo valutando come utilizzarla. Il calcio femminile è in crescita e dobbiamo investire anche sul settore giovanile. Ci stiamo ragionando, ma questa potrebbe essere un’idea.
D. Lei ha più volte promesso la costruzione dello stadio più bello d’Europa e forse del mondo. Ha già qualche indicazione su come sarà il nuovo stadio? Potrebbero essere riprese le vecchie idee della Cattedrale e degli Anelli?
R. Le proposte architettoniche arriveranno da Norman Foster, mentre Manica si occuperà delle scelte tecniche per costruire uno stadio modernissimo. Foster ha realizzato lo stadio più iconico del mondo, il nuovo Wembley. È ancora presto per avere idee dettagliate ma siamo in buone mani: sarà un nuovo punto di riferimento architettonico di Milano nel mondo.
D. Il quartiere di San Siro, una volta completata la rigenerazione, può replicare gli esempi virtuosi di zone come CityLife e Porta Nuova che sono diventati nuovi punti di riferimento della città?
R. La nostra idea è renderla una zona piena di verde e vivibile a tutte le ore del giorno e tutto l’anno. Il primo beneficio, quindi, sarà di tutti coloro che vivono a San Siro. Gli esempi di Porta Nuova e CityLife sono calzanti perché ogni volta che viene fatto qualcosa di nuovo, bello e moderno tutta la comunità ne trae beneficio. Sarà lo stesso a San Siro.
Domanda. Presidente Scaroni, subito dopo il via libera del Comune, il sindaco Sala ha chiesto ai club di accelerare sulla comunicazione dei prossimi step e del progetto. Quali sono i prossimi passi?
Risposta. Il primo obiettivo è arrivare al rogito entro ottobre, momento in cui verseremo a Palazzo Marino i primi 73 milioni di euro. Da quel momento potrà partire la progettazione nei dettagli del nuovo stadio che abbiamo già affidato a Norman + Partners e Manica, due eccellenze del settore. Per vedere il progetto completo bisognerà attendere dai sei agli otto mesi e successivamente si passerà all’analisi della Conferenza dei servizi, che richiederà altri sei mesi.
D. Quindi è realistico l’avvio dei cantieri nel 2027?
R. Assolutamente sì. Al netto dei piccoli contrattempi che su progetti di queste dimensioni possono sempre presentarsi, il nostro obiettivo è completare lo stadio nel 2030.
D. Milan e Inter inizieranno a giocare nel nuovo stadio già dalla stagione 2030/31?
R. Idealmente sì, in modo da completare il rodaggio necessario a portare al massimo dell’efficienza la struttura entro gli Europei del 2032, di cui sarà protagonista.
D. Le indicazioni sul resto dell’area arriveranno insieme al progetto sullo stadio?
R. Sicuramente daremo delle indicazioni di massima su dove andremo a posizionare gli immobili destinati ai servizi accessori, come hotel, uffici e centro commerciale. Ma per iniziare una progettazione nel dettaglio realisticamente dovremo aspettare tra il 2027 e il 2028, perché la priorità è il nuovo impianto.
D. Questo vale anche per la demolizione di San Siro?
R. Il Meazza rimarrà intatto fino a quando non sarà pronto il nuovo stadio, quindi la sua riqualificazione non potrà iniziare prima del 2031-2032. Insomma prevediamo che la rigenerazione dell’area sarà completata non prima del 2035.
D. Che incremento di ricavi vi aspettate dal nuovo impianto? Perché dice che è una necessità avere uno stadio moderno e non una scelta?
R. Vi faccio solo tre esempi, Tottenham, Real Madrid e Arsenal, che hanno puntato su impianti all’avanguardia negli ultimi anni. Tutte e tre hanno più che raddoppiato i loro incassi nel primo anno nella loro nuova casa rispetto all’ultimo in quella vecchia. Milan e Inter al momento toccano solo una frazione delle loro cifre. Per restare competitivi dal punto di vista sportivo, quindi, abbiamo bisogno di un impianto moderno. Ci aspettiamo un aumento sostanziale dei ricavi. Non perché i biglietti per tifosi e famiglie saranno più cari, ma perché potremo vendere più pacchetti con hospitality alle aziende e biglietti premium. Senza contare i ricavi derivanti dalle altre attività.
D. L’alternativa della ristrutturazione non era percorribile?
R. San Siro è nei cuori di tutti, ma l’impianto è vecchio. È impossibile coniugare i lavori con gli impegni sportivi. E non esistono stadi a distanza ragionevole da Milano per ospitare i club per tre o quattro stagioni senza perdere tra il 50 e il 70% dei ricavi per ogni anno di cantiere. Inoltre nonostante gli alti costi della ristrutturazione, non avremmo avuto un risultato all’altezza dell’ambizione e delle esigenze finanziarie dei due club. Ma lasciatemi aggiungere alcune cose.
D. Prego.
R. Il nuovo stadio avrà 148 mila metri quadrati di verde, quindi più del 50% dell’intera zona sarà destinata ad alberi e parchi. Produrrà energia pulita attraverso pannelli fotovoltaici sul tetto. Ci saranno servizi di accoglienza, bar e ristoranti, spazi per congressi ed eventi: in questo modo terremo viva l’area sette giorni su sette tutto l’anno, anche quando non si disputeranno partite. E andremo ad aggiungere 3.600 parcheggi sotterranei. In totale ci aspettiamo 500 mila visitatori all'anno tra museo e nuovo stadio, con un impatto economico positivo per tutto il quartiere.
D. L’auspicio del presidente del Senato, Ignazio La Russa, è che la prossima giunta possa spingere per l’idea di conservare San Siro accanto al nuovo impianto. La vede come un’ipotesi percorribile?
R. L’idea di avere due stadi, uno nuovo e moderno e l’altro vecchio e da ristrutturare, non l’ho mai vista possibile. Con Palazzo Marino abbiamo costruito un rapporto solido. E anche con un cambio di giunta dal 2027 faccio fatica a immaginare che il futuro sindaco di Milano possa voler fare marcia indietro. A parte il fatto che non potrà farlo contrattualmente, anche dal punto di vista politico il nuovo primo cittadino capirà che il mondo è cambiato anche per i milanesi e per i nostri tifosi.
D. Ritiene che l’opinione pubblica sia con voi?
R. Mi occupo di questo tema da molti anni. Ciò che è cambiato è proprio l'opinione pubblica. I nostri tifosi, che per esempio hanno visto gli ultimi Europei in Germania o guardano le partite internazionali, si rendono conto che San Siro, nonostante ci siamo affezionati, è un prodotto di un'altra epoca. E quindi ritengo che la necessità di un impianto nuovo per Milan e Inter sia capita e condivisa dalla maggior parte delle persone.
D. Ma c’è chi sostiene che in realtà si tratti di un’operazione immobiliare speculativa dei fondi proprietari dei due club per aumentarne il valore e poi cederli.
R. Non c’è un collegamento tra la realizzazione dello stadio e la speculazione immobiliare o la cessione dei club. Certamente vogliamo il nuovo impianto perché creerà valore per Milan e Inter e gli permetterà di essere più competitive a livello internazionale. Per quanto ci riguarda RedBird e Gerry Cardinale hanno lo sport come vocazione e l'acquisizione del Milan è stata il loro investimento più rilevante da quando sono partiti. Cardinale vuole rimanere proprietario del Milan per molto tempo e lo stadio è un tassello fondamentale in un percorso che punta a rafforzare il Milan come istituzione sportiva e azienda moderna, solida e ambiziosa. Sono sicuro che lo farà appassionare ancor di più al Milan e all'Italia.
D. Il Milan si era tutelato con un’alternativa a San Donato, ma il Tar ha bocciato la destinazione a uso sportivo dell’area di vostra proprietà. Farete ricorso?
R. Pensiamo si tratti solo di un piccolo intoppo e potremo fare sicuramente ricorso al Consiglio di Stato. Abbiamo anche la possibilità di modificare il progetto originario per ottenere il via libera. Abbiamo investito 40 milioni di euro sull’area e, vista l’evoluzione positiva su San Siro, stiamo valutando come utilizzarla. Il calcio femminile è in crescita e dobbiamo investire anche sul settore giovanile. Ci stiamo ragionando, ma questa potrebbe essere un’idea.
D. Lei ha più volte promesso la costruzione dello stadio più bello d’Europa e forse del mondo. Ha già qualche indicazione su come sarà il nuovo stadio? Potrebbero essere riprese le vecchie idee della Cattedrale e degli Anelli?
R. Le proposte architettoniche arriveranno da Norman Foster, mentre Manica si occuperà delle scelte tecniche per costruire uno stadio modernissimo. Foster ha realizzato lo stadio più iconico del mondo, il nuovo Wembley. È ancora presto per avere idee dettagliate ma siamo in buone mani: sarà un nuovo punto di riferimento architettonico di Milano nel mondo.
D. Il quartiere di San Siro, una volta completata la rigenerazione, può replicare gli esempi virtuosi di zone come CityLife e Porta Nuova che sono diventati nuovi punti di riferimento della città?
R. La nostra idea è renderla una zona piena di verde e vivibile a tutte le ore del giorno e tutto l’anno. Il primo beneficio, quindi, sarà di tutti coloro che vivono a San Siro. Gli esempi di Porta Nuova e CityLife sono calzanti perché ogni volta che viene fatto qualcosa di nuovo, bello e moderno tutta la comunità ne trae beneficio. Sarà lo stesso a San Siro.
