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I medici continuano a denunciare quanto sta accadendo nel ramo sanitario,tuttora certe visite ed interventi sono rimandati.
Presidente ordine dei chirurghi a Repubblica:
"Questa emergenza rischia di diventare più grave di quella del Covid.
Se non facciamo ripartire tutta la sanità, le vittime potrebbero essere più di quelle provocate dal virus
Sono saltati ben 600mila interventi chirurgici, tra i quali almeno 50mila oncologici.
È una situazione mai affrontata prima.
Con la chiusura delle sale operatorie, con gli ospedali, almeno all’inizio, non attrezzati a percorsi Covid o completamente occupati dall’emergenza del virus, il nostro lavoro si è interrotto quasi del tutto
Anche facendo gli straordinari, ci vorrà quasi un anno per recuperare il ritardo"
Gli fa eco Lorenzo Spaggiari dell'Istituto oncologico europeo di Milano:
"Si iniziano già a vedere pazienti con tumori avanzati, come non capitava da tempo.
All'inizio ci dicevano di visitare senza mascherina per non spaventare i pazienti.
Ma mi è andata meglio che a certi colleghi, io ho avuto pochi sintomi, pur avendo contratto il Coronavirus.
Quando mi sono ammalato, ho scritto al presidente della nostra società scientifica chiedendogli di non far chiudere gli ambulatori.
Il paziente oncologico è una priorità su qualunque altro problema.
Di cancro si muore, di coronavirus si può morire, ma si possono anche prendere delle precauzioni, usare protezioni.
A chi ha il cancro, indossare la mascherina non serve a nulla.
E invece è stata presa una decisione folle.
Si è chiesto di assicurare solo le visite urgenti.
E così hanno chiuso i nostri ambulatori al resto dei pazienti.
Ha fatto rimanere fuori le nuove diagnosi.
Quelle di chi ha un po’ di tosse, si fa la lastra e poi viene da noi a far vedere una macchiolina che ha bisogno di essere approfondita.
Ci sono persone che hanno dovuto aspettare due o tre mesi per essere visitate e portate all’intervento.
Ma un tumore al polmone in due mesi va in progressione, può passare allo stadio intermedio e la probabilità di sopravvivenza del paziente cala in modo drammatico.
Mi chiedo ancora come mai abbiamo chiuso gli ambulatori".
Presidente ordine dei chirurghi a Repubblica:
"Questa emergenza rischia di diventare più grave di quella del Covid.
Se non facciamo ripartire tutta la sanità, le vittime potrebbero essere più di quelle provocate dal virus
Sono saltati ben 600mila interventi chirurgici, tra i quali almeno 50mila oncologici.
È una situazione mai affrontata prima.
Con la chiusura delle sale operatorie, con gli ospedali, almeno all’inizio, non attrezzati a percorsi Covid o completamente occupati dall’emergenza del virus, il nostro lavoro si è interrotto quasi del tutto
Anche facendo gli straordinari, ci vorrà quasi un anno per recuperare il ritardo"
Gli fa eco Lorenzo Spaggiari dell'Istituto oncologico europeo di Milano:
"Si iniziano già a vedere pazienti con tumori avanzati, come non capitava da tempo.
All'inizio ci dicevano di visitare senza mascherina per non spaventare i pazienti.
Ma mi è andata meglio che a certi colleghi, io ho avuto pochi sintomi, pur avendo contratto il Coronavirus.
Quando mi sono ammalato, ho scritto al presidente della nostra società scientifica chiedendogli di non far chiudere gli ambulatori.
Il paziente oncologico è una priorità su qualunque altro problema.
Di cancro si muore, di coronavirus si può morire, ma si possono anche prendere delle precauzioni, usare protezioni.
A chi ha il cancro, indossare la mascherina non serve a nulla.
E invece è stata presa una decisione folle.
Si è chiesto di assicurare solo le visite urgenti.
E così hanno chiuso i nostri ambulatori al resto dei pazienti.
Ha fatto rimanere fuori le nuove diagnosi.
Quelle di chi ha un po’ di tosse, si fa la lastra e poi viene da noi a far vedere una macchiolina che ha bisogno di essere approfondita.
Ci sono persone che hanno dovuto aspettare due o tre mesi per essere visitate e portate all’intervento.
Ma un tumore al polmone in due mesi va in progressione, può passare allo stadio intermedio e la probabilità di sopravvivenza del paziente cala in modo drammatico.
Mi chiedo ancora come mai abbiamo chiuso gli ambulatori".