La linea anti-sovranista di Rete 4 citata da Fabri è un dato di fatto incontrovertibile che non può essere smentito, ed è durata qualche mese.
Ma non è che questa linea anti-sovranista è da attribuire alla sinistra, c'era sempre Berlusconi di mezzo. Rete 4 è sempre stata lo strumento mediatico di Berlusconi, non ci si deve stupire.
La linea editoriale citata da Fabri coincise infatti con la nascita del governo giallo-verde, con Berlusconi che fu superato da Salvini nella coalizione di centro-destra nelle politiche.
Berlusconi accusò il suo "circolo" (Del Debbio, Belpietro, GIordano) di avere favorito la sua sconfitta con le loro trasmissioni populiste.
Per questo Piersilvio annunciò una nuova linea editoriale allontanando per un periodo tutti questi giornalisti, e chiamando personaggi vicini alla sinistra a condurre le trasmissioni. Fu una ripicca di Silvio a imporre questa scelta, un'informazione in opposizione ai gialloverdi e quindi anche alla Lega.
Del resto in quel momento era all'opposizione assieme al PD, ma soprattutto a Berlusca bruciava il sedere per essere stato superato da Salvini.
Per diversi mesi i programmi di rete 4 fecero informazione pro-immigrazione, filo europeista, di stampo progressista, in aperta opposizione ai 5 stelle e alla Lega.
Gli ascolti di queste trasmissioni però furono un flop clamoroso, e a un certo punto Piersilvio decise di fare un nuovo reset mantenendo la sola Palombelli (tra tutti quella con conduzione equilibrata) e richiamò i vecchi soldati con l'aggiunta di Porro.
Questo coincideva anche con un nuovo scenario politico: i dissidi sempre più aperti tra 5S e Lega, l'imminente caduta del governo gialloverde, la giravolta a sinistra dei 5S e il ricompattamento della coalizione di centro-destra.
La Rete 4 di oggi è turbo-populista, in opposizione all'informazione turbo-radical shit e progressista delle trasmissioni negli altri canali.