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Quagliarella:"Il Milan il mio tabù. Stiamo attenti a giocare bene".
Fabio Quagliarella, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 28 ottobre 2018, ha parlato del match contro il Milan. Ecco le dichiarazioni:"Lo so, al Milan ho segnato solo un gol. E quando gioco contro di loro mi chiedo: vediamo cosa accade stavolta. MI sono sempre capitate cose strane, miracoli di Dida e Abbiati, pali, un rigore dato e poi tolto dal VAR. Il segreto di Gattuso per diventare allenatore? Di sicuro non è stato solo per la grinta: lui non muore mai, è una “macchina” da motivazio*ni, ma il suo Milan, prima di questo momento difficile, giocava anche bene. Cosa ricordo di Sudafrica 2010, con Gattuso? Le sue urla: facevi un gol in partitella e mentre tornavi a centrocampo era già lì che ti guardava con una faccia spaventosa e ti gridava di non mollare. Le risate quando faceva l’amo: ti metteva un dito in bocca e ti trascinava così. La sua fame: non di cibo, di vittorie. Non ricordo qualcuno che l’abbia battuto a ping pong, ma ricordo flipper in tilt per la rabbia o calcio balilla sollevati di peso se perdeva. E voleva giocare sempre da solo contro due. Un mio gol potrebbe costargli la panchina? La realtà dice che io devo pensare alla Samp. Ma a Rino posso solo augurare lunga panchina. Cosa mi impressiona di Higuain? Due cose. La capacità di trovare il gol in una frazione di secondo. E la perfezione dei movimenti: lui segna, ma se giochi vicino a lui fa segnare anche te. C'è mai stato il Milan nel mio destino?Un accenno di possibilità dopo i primi mesi alla Samp, nel 2006 quando feci 9 gol nel girone di andata. Ma restò un accenno e andai all’Udinese: il Milan aveva Inzaghi, Ronaldo, Kakà... Lo dico sempre a mia mamma: “Se mi avessi fatto nascere qualche anno più tardi, sarei stato a posto”: oggi ti basta fare un mese decente e ti danno già alla Juve, al Milan, all’Inter".
Fabio Quagliarella, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 28 ottobre 2018, ha parlato del match contro il Milan. Ecco le dichiarazioni:"Lo so, al Milan ho segnato solo un gol. E quando gioco contro di loro mi chiedo: vediamo cosa accade stavolta. MI sono sempre capitate cose strane, miracoli di Dida e Abbiati, pali, un rigore dato e poi tolto dal VAR. Il segreto di Gattuso per diventare allenatore? Di sicuro non è stato solo per la grinta: lui non muore mai, è una “macchina” da motivazio*ni, ma il suo Milan, prima di questo momento difficile, giocava anche bene. Cosa ricordo di Sudafrica 2010, con Gattuso? Le sue urla: facevi un gol in partitella e mentre tornavi a centrocampo era già lì che ti guardava con una faccia spaventosa e ti gridava di non mollare. Le risate quando faceva l’amo: ti metteva un dito in bocca e ti trascinava così. La sua fame: non di cibo, di vittorie. Non ricordo qualcuno che l’abbia battuto a ping pong, ma ricordo flipper in tilt per la rabbia o calcio balilla sollevati di peso se perdeva. E voleva giocare sempre da solo contro due. Un mio gol potrebbe costargli la panchina? La realtà dice che io devo pensare alla Samp. Ma a Rino posso solo augurare lunga panchina. Cosa mi impressiona di Higuain? Due cose. La capacità di trovare il gol in una frazione di secondo. E la perfezione dei movimenti: lui segna, ma se giochi vicino a lui fa segnare anche te. C'è mai stato il Milan nel mio destino?Un accenno di possibilità dopo i primi mesi alla Samp, nel 2006 quando feci 9 gol nel girone di andata. Ma restò un accenno e andai all’Udinese: il Milan aveva Inzaghi, Ronaldo, Kakà... Lo dico sempre a mia mamma: “Se mi avessi fatto nascere qualche anno più tardi, sarei stato a posto”: oggi ti basta fare un mese decente e ti danno già alla Juve, al Milan, all’Inter".