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Oggi Financial Times riporta per la prima volta il documento con le previsioni fatte questa estate dai funzionari UE nel caso di ingresso di nuovi paesi membri con status di candidati, fino a nove contando Balcani occidentali più Ucraina, Georgia e Moldavia con cui arriverebbe a 9 stati aggiuntivi per l'Unione
Non è stata inclusa la Turchia, che ha richiesto anche prima di altri l'inclusione peraltro.
La situazione più invasiva è per ovvi motivi quella ucraina
Kiev, utilizzando le regole del bilancio 2021-2027, arriverebbe a incassare 186 miliardi di euro sui 257 miliardi totali dell'allargamento.
Per quanto riguarda il settore agricolo riceverebbe 96,5 miliardi
Inoltre porterebbe a un taglio di quote, per avere il sistema in equilibrio, del 20% in altri paesi che solo per l'Italia ad esempio significherebbe perdita di 9 miliardi.
Poi riceverebbe 61 miliardi dai fondi di coesione.
Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Slovenia, Cipro e Malta non riceverebbe più fondi di coesione con l'ingresso dei nuovi membri
Le uniche due note positive sono per l'aumento del peso politico con più paesi, per quel che conta non essendo potenze mondiali militari, e per il maggiore mercato interno con ingresso di grande manodopera a basso costo richiesta dalle imprese UE.
Le conclusioni del documento finanziario:
"Tutti gli Stati membri dovranno pagare di più e ricevere di meno dal bilancio dell’UE ; molti Stati membri che attualmente sono beneficiari netti diventeranno contribuenti netti”
In sostanza i paesi più ricchi e popolosi dovranno sostenere spese ingenti, mentre gli altri riceveranno meno o nulla rispetto al passato per far spazio ai nuovi ingressi
Non è stata inclusa la Turchia, che ha richiesto anche prima di altri l'inclusione peraltro.
La situazione più invasiva è per ovvi motivi quella ucraina
Kiev, utilizzando le regole del bilancio 2021-2027, arriverebbe a incassare 186 miliardi di euro sui 257 miliardi totali dell'allargamento.
Per quanto riguarda il settore agricolo riceverebbe 96,5 miliardi
Inoltre porterebbe a un taglio di quote, per avere il sistema in equilibrio, del 20% in altri paesi che solo per l'Italia ad esempio significherebbe perdita di 9 miliardi.
Poi riceverebbe 61 miliardi dai fondi di coesione.
Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Slovenia, Cipro e Malta non riceverebbe più fondi di coesione con l'ingresso dei nuovi membri
Le uniche due note positive sono per l'aumento del peso politico con più paesi, per quel che conta non essendo potenze mondiali militari, e per il maggiore mercato interno con ingresso di grande manodopera a basso costo richiesta dalle imprese UE.
Le conclusioni del documento finanziario:
"Tutti gli Stati membri dovranno pagare di più e ricevere di meno dal bilancio dell’UE ; molti Stati membri che attualmente sono beneficiari netti diventeranno contribuenti netti”
In sostanza i paesi più ricchi e popolosi dovranno sostenere spese ingenti, mentre gli altri riceveranno meno o nulla rispetto al passato per far spazio ai nuovi ingressi