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Dopo la bocciatura ai Grammy Awards, e la stroncatura di Atlantic, per i Maneskin arriva un'altra pesante batosta oltreoceano.
Pitchfork recensisce l'ultimo album Rush! dei Maneskin assegnandogli un lapidario 2.
"Il massimo che si può concedere a un album assolutamente tremendo sotto ogni punto di vista.
Irritante dal punto di vista vocale, banale da quello della scrittura dei testi, monodimensionale nelle melodie. È un album rock che suona tanto peggio quanto più è alto il volume al quale lo si ascolta.
Il tentativo più ardito di spiegare il loro status di alternativi a qualcosa è “Kool Kids”. Una lagna abbastanza curiosa, soprattutto se si considera che a lamentarsi è una band che non è soltanto vestita Gucci, ma è vestita da Gucci.
Il loro successo è basato sui talent show europei e sull’algoritmo. Sono il caos che si diffonde nel vuoto, e a noi resta il compito di trovare il senso di una band che sembra la parodia di una cover di Nme di inizio anni 2000 e il cui fascino potrebbe essere descritto come Cirque du Soleil: Buckcherry"
Pitchfork recensisce l'ultimo album Rush! dei Maneskin assegnandogli un lapidario 2.
"Il massimo che si può concedere a un album assolutamente tremendo sotto ogni punto di vista.
Irritante dal punto di vista vocale, banale da quello della scrittura dei testi, monodimensionale nelle melodie. È un album rock che suona tanto peggio quanto più è alto il volume al quale lo si ascolta.
Il tentativo più ardito di spiegare il loro status di alternativi a qualcosa è “Kool Kids”. Una lagna abbastanza curiosa, soprattutto se si considera che a lamentarsi è una band che non è soltanto vestita Gucci, ma è vestita da Gucci.
Il loro successo è basato sui talent show europei e sull’algoritmo. Sono il caos che si diffonde nel vuoto, e a noi resta il compito di trovare il senso di una band che sembra la parodia di una cover di Nme di inizio anni 2000 e il cui fascino potrebbe essere descritto come Cirque du Soleil: Buckcherry"