Il Re dell'Est
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Pippo Inzaghi, insieme al fratello Simone, ha rilasciato una interessante intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco i contenuti:
Sul modulo preferito: "Un allenatore deve essere capace di scegliere il modulo in base ai giocatori che ha a disposizione. L’anno scorso ad esempio giocavo col trequartista perché avevo un ragazzo bravo in quel ruolo. Per scelta però dico il 4-3-3. Mi piace il calcio di Guardiola, con ali come Robben e Ribery che ti puntano. Però apprezzo molto anche Ancelotti che sa coprirsi quando serve".
Sulla difesa a 3: "In fondo anche la Roma gioca con la difesa e tre, con De Rossi che arretra sulla linea dei due centrali e i terzini che rimangono molto alti"
Il ruolo di Galliani nella scelta di diventare mister: "Se Galliani non mi avesse offerto di allenare gli Allievi del Milan avrei certamente continuato a giocare. Io ho un rapporto privilegiato con lui, con Berlusconi e anche con Barbara. Pensate che il presidente, ogni volta che venivo a Milano con la Juve per giocare il trofeo Berlusconi, mi diceva sempre: ‘Devi venire da noi’. Mi sento stimato da tutti".
Rimpianti per aver rifiutato il Sassuolo: "Ho sempre ringraziato il Sassuolo per l'interessamento, però sono stati Galliani e Berlusconi a dirmi di no. Avevo un dovere verso di loro, quindi mi sono adeguato alla loro volontà. Probabilmente se mi avessero detto ‘decidi tu’, avrei scelto diversamente".
Come mai all'estero i giovani vengono lanciati di più? Avete dei vincoli nelle scelte di formazioni?: "All'estero per i giovani c'è meno pressione, pensate all'Ajax e al campionato olandese. La mia fortuna da giocatore è di non essermi mai tirato indietro. Per quanto riguarda la formazione, ho l’obbligo della difesa a quattro. Con Allegri il modulo era il 4-3-3 e quindi anche noi dovevamo giocare con i tre a centrocampo, davanti però sono libero di fare come voglio".
Tra quanto pensi di arrivare ad allenare in serie A insieme a tuo fratello? "Spero tra 3 o 4 anni"
Ti senti pronto per allenare i grandi? "Bisogna sempre vedere quello che ti viene prospettato. Con i giovani è un bel banco di prova. Mi sono scoperto molto più autocritico rispetto a quando giocavo, penso sempre agli errori che ho commesso"
Se vi chiamasse Zamparini accettereste? "Gattuso ha fatto bene ad accettare. Io avrei fatto lo stesso. Come si fa a rifiutare un’opportunità così? Pensate a Liverani, Montella: hanno iniziato subito dall’alto. Non so che cosa sia meglio, io e Simone pensiamo che questo sia il percorso migliore per entrambi, perché ricalca quello da giocatore. Però se sei ambizioso devi sempre sentirti pronto".
Quando avrete a che fare con i grandi, non ci saranno più ragazzini che vi vedranno come idoli, ma uomini che non accetteranno facilmente le vostre scelte: "Gli allenatori che abbiamo avuto ci possono aiutare, poi ognuno di noi deve essere se stesso. Io cercherò di essere vero e di non fare tutto quello che, da giocatore, mi dava fastidio in un allenatore"
Sei rigido con l'alimentazione e il comportamento? "Io controllo tutti i dettagli. Li faccio mangiare in un certo modo, inoltre li obbligo a non stare più di un’ora davanti al computer. Poi la scuola è fondamentale: chi non va bene con me non gioca. Spesso chi s’impegna di più nello studio è anche uno dei migliori in campo. Noi facciamo tutti i lavori con la palla: la base è importante, noi la facevamo giocando nei campi, ora purtroppo non si vedono più ragazzi che giocano in strada"
Come si gestisce Balotelli? "Balotelli è un patrimonio del Milan e della Nazionale, dobbiamo tutti cercare di farlo rendere al meglio"
Una gioia nella vostra carriera e un esempio da seguire: "Per la gioia dico la notte di Atene con la doppietta in finale di Champions, ma anche le tre finali di quella stagione. Il giro della città sul pullman scoperto è stato incredibile. Esempi ne ho avuti tanti, difficile scegliere"