Pioli:"Il Pioli is on fire, Conceicao, Theo, Leao e il MIlan....".

Tifo'o

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Intervistato a Radio Serie A, Stefano Pioli torna sul periodo al Milan è del "Pioli is on fire"

"Il 'Pioli is on fire' dev'essere un qualcosa legato a quel momento lì quando ero al Milan perché è stato troppo emozionante e bello viverlo ma ora credo che non c'è bisogno di proseguirlo. Io spero che 'on fire' saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro: Pioli è stato 'on fire' al Milan perché lo siamo diventati tutti in quell'ambiente speciale - parlo di giocatori, staff, club e tifosi soprattutto. Ora qua sono Bioli come mi chiamano qua (in Arabia Saudita, ndr)"

Astori? Mi ha segnato tantissimo l'episodio. Dopo una settimana a Firenze ho detto al mio staff 'lui è un capitano vero'. Quando è venuto a mancare, in quel modo poi, ci siamo sentiti soli. Per fortuna, ed è anche merito suo, si è creato un gruppo saldo e forte, insieme siamo riusciti a portare avanti quel che lui aveva seminato".

"Futuro? Tra dieci anni, nel 2035, mi vedo ancora come allenatore. Ho tantissima voglia di allenare. Vero che sto entrando nei 60, m a con questa passione allenerò ancora a 70 anni"
.

"Il MIlan? Nessun rimpianto, ho dato tutto e ho ricevuto altrettanto". E su De Ketelaere: "Non è stata soltanto colpa mia. Qualcosa non ha funzionato ed è chiaro questo, mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all'ambiente".

"Theo e Leao? Siamo cresciuti insieme. Ho voluto un bene dell'anima a entrambi. Solari, belli, indolenti e a volte anche difficili perché non sempre continui. Hanno bisogno di un certo tipo di rapporti e non vuole dire coccolarli sempre ma usare bastone e carota nel momento giusto. Abbiamo ottenuto successi importanti"
.

"Conceicao? Credo che abbia chiarezza dentro di sé di quel che vuole essere. Cerca di portare il suo modo di giocare, allenare e di porsi alla squadra. È un ottimo allenatore e gli auguro di fare il meglio".


"Dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare situazioni diverse e nuove. Ho allenato 20 anni in Italia, non ho fatto tutto perchè c'è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l'idea qui mi è piaciuta. Ho apprezzato il modo in cui mi hanno contattato e per i dialoghi avuti con loro. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica. Ho avuto un paio di chiamate dall'Italia e una dalla Francia, ma non mi sentivo pronto".


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Intervistato a Radio Serie A, Stefano Pioli torna sul periodo al Milan è del "Pioli is on fire"

"Il 'Pioli is on fire' dev'essere un qualcosa legato a quel momento lì quando ero al Milan perché è stato troppo emozionante e bello viverlo ma ora credo che non c'è bisogno di proseguirlo. Io spero che 'on fire' saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro: Pioli è stato 'on fire' al Milan perché lo siamo diventati tutti in quell'ambiente speciale - parlo di giocatori, staff, club e tifosi soprattutto. Ora qua sono Bioli come mi chiamano qua (in Arabia Saudita, ndr)"
Pinoli ha fatto la scelta più saggia, si mette in saccoccia una valanga di soldi e poi pensione, tanto dopo il Milan al massimo poteva ambire alla Roma
 
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Intervistato a Radio Serie A, Stefano Pioli torna sul periodo al Milan è del "Pioli is on fire"

"Il 'Pioli is on fire' dev'essere un qualcosa legato a quel momento lì quando ero al Milan perché è stato troppo emozionante e bello viverlo ma ora credo che non c'è bisogno di proseguirlo. Io spero che 'on fire' saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro: Pioli è stato 'on fire' al Milan perché lo siamo diventati tutti in quell'ambiente speciale - parlo di giocatori, staff, club e tifosi soprattutto. Ora qua sono Bioli come mi chiamano qua (in Arabia Saudita, ndr)"
La battuta verrebbe automatica però, Bioli perchè va in B
 

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Intervistato a Radio Serie A, Stefano Pioli torna sul periodo al Milan è del "Pioli is on fire"

"Il 'Pioli is on fire' dev'essere un qualcosa legato a quel momento lì quando ero al Milan perché è stato troppo emozionante e bello viverlo ma ora credo che non c'è bisogno di proseguirlo. Io spero che 'on fire' saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro: Pioli è stato 'on fire' al Milan perché lo siamo diventati tutti in quell'ambiente speciale - parlo di giocatori, staff, club e tifosi soprattutto. Ora qua sono Bioli come mi chiamano qua (in Arabia Saudita, ndr)"

Astori? Mi ha segnato tantissimo l'episodio. Dopo una settimana a Firenze ho detto al mio staff 'lui è un capitano vero'. Quando è venuto a mancare, in quel modo poi, ci siamo sentiti soli. Per fortuna, ed è anche merito suo, si è creato un gruppo saldo e forte, insieme siamo riusciti a portare avanti quel che lui aveva seminato".

"Futuro? Tra dieci anni, nel 2035, mi vedo ancora come allenatore. Ho tantissima voglia di allenare. Vero che sto entrando nei 60, m a con questa passione allenerò ancora a 70 anni"
.

"Il MIlan? Nessun rimpianto, ho dato tutto e ho ricevuto altrettanto". E su De Ketelaere: "Non è stata soltanto colpa mia. Qualcosa non ha funzionato ed è chiaro questo, mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all'ambiente".

"Theo e Leao? Siamo cresciuti insieme. Ho voluto un bene dell'anima a entrambi. Solari, belli, indolenti e a volte anche difficili perché non sempre continui. Hanno bisogno di un certo tipo di rapporti e non vuole dire coccolarli sempre ma usare bastone e carota nel momento giusto. Abbiamo ottenuto successi importanti"
.

"Conceicao? Credo che abbia chiarezza dentro di sé di quel che vuole essere. Cerca di portare il suo modo di giocare, allenare e di porsi alla squadra. È un ottimo allenatore e gli auguro di fare il meglio".


"Dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare situazioni diverse e nuove. Ho allenato 20 anni in Italia, non ho fatto tutto perchè c'è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l'idea qui mi è piaciuta. Ho apprezzato il modo in cui mi hanno contattato e per i dialoghi avuti con loro. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica. Ho avuto un paio di chiamate dall'Italia e una dalla Francia, ma non mi sentivo pronto".
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Intervistato a Radio Serie A, Stefano Pioli torna sul periodo al Milan è del "Pioli is on fire"

"Il 'Pioli is on fire' dev'essere un qualcosa legato a quel momento lì quando ero al Milan perché è stato troppo emozionante e bello viverlo ma ora credo che non c'è bisogno di proseguirlo. Io spero che 'on fire' saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro: Pioli è stato 'on fire' al Milan perché lo siamo diventati tutti in quell'ambiente speciale - parlo di giocatori, staff, club e tifosi soprattutto. Ora qua sono Bioli come mi chiamano qua (in Arabia Saudita, ndr)"

Astori? Mi ha segnato tantissimo l'episodio. Dopo una settimana a Firenze ho detto al mio staff 'lui è un capitano vero'. Quando è venuto a mancare, in quel modo poi, ci siamo sentiti soli. Per fortuna, ed è anche merito suo, si è creato un gruppo saldo e forte, insieme siamo riusciti a portare avanti quel che lui aveva seminato".

"Futuro? Tra dieci anni, nel 2035, mi vedo ancora come allenatore. Ho tantissima voglia di allenare. Vero che sto entrando nei 60, m a con questa passione allenerò ancora a 70 anni"
.

"Il MIlan? Nessun rimpianto, ho dato tutto e ho ricevuto altrettanto". E su De Ketelaere: "Non è stata soltanto colpa mia. Qualcosa non ha funzionato ed è chiaro questo, mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all'ambiente".

"Theo e Leao? Siamo cresciuti insieme. Ho voluto un bene dell'anima a entrambi. Solari, belli, indolenti e a volte anche difficili perché non sempre continui. Hanno bisogno di un certo tipo di rapporti e non vuole dire coccolarli sempre ma usare bastone e carota nel momento giusto. Abbiamo ottenuto successi importanti"
.

"Conceicao? Credo che abbia chiarezza dentro di sé di quel che vuole essere. Cerca di portare il suo modo di giocare, allenare e di porsi alla squadra. È un ottimo allenatore e gli auguro di fare il meglio".


"Dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare situazioni diverse e nuove. Ho allenato 20 anni in Italia, non ho fatto tutto perchè c'è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l'idea qui mi è piaciuta. Ho apprezzato il modo in cui mi hanno contattato e per i dialoghi avuti con loro. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica. Ho avuto un paio di chiamate dall'Italia e una dalla Francia, ma non mi sentivo pronto".

Quanto parla pure quest'altro...
 

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Intervistato a Radio Serie A, Stefano Pioli torna sul periodo al Milan è del "Pioli is on fire"

"Il 'Pioli is on fire' dev'essere un qualcosa legato a quel momento lì quando ero al Milan perché è stato troppo emozionante e bello viverlo ma ora credo che non c'è bisogno di proseguirlo. Io spero che 'on fire' saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro: Pioli è stato 'on fire' al Milan perché lo siamo diventati tutti in quell'ambiente speciale - parlo di giocatori, staff, club e tifosi soprattutto. Ora qua sono Bioli come mi chiamano qua (in Arabia Saudita, ndr)"

Astori? Mi ha segnato tantissimo l'episodio. Dopo una settimana a Firenze ho detto al mio staff 'lui è un capitano vero'. Quando è venuto a mancare, in quel modo poi, ci siamo sentiti soli. Per fortuna, ed è anche merito suo, si è creato un gruppo saldo e forte, insieme siamo riusciti a portare avanti quel che lui aveva seminato".

"Futuro? Tra dieci anni, nel 2035, mi vedo ancora come allenatore. Ho tantissima voglia di allenare. Vero che sto entrando nei 60, m a con questa passione allenerò ancora a 70 anni"
.

"Il MIlan? Nessun rimpianto, ho dato tutto e ho ricevuto altrettanto". E su De Ketelaere: "Non è stata soltanto colpa mia. Qualcosa non ha funzionato ed è chiaro questo, mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all'ambiente".

"Theo e Leao? Siamo cresciuti insieme. Ho voluto un bene dell'anima a entrambi. Solari, belli, indolenti e a volte anche difficili perché non sempre continui. Hanno bisogno di un certo tipo di rapporti e non vuole dire coccolarli sempre ma usare bastone e carota nel momento giusto. Abbiamo ottenuto successi importanti"
.

"Conceicao? Credo che abbia chiarezza dentro di sé di quel che vuole essere. Cerca di portare il suo modo di giocare, allenare e di porsi alla squadra. È un ottimo allenatore e gli auguro di fare il meglio".


"Dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare situazioni diverse e nuove. Ho allenato 20 anni in Italia, non ho fatto tutto perchè c'è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l'idea qui mi è piaciuta. Ho apprezzato il modo in cui mi hanno contattato e per i dialoghi avuti con loro. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica. Ho avuto un paio di chiamate dall'Italia e una dalla Francia, ma non mi sentivo pronto".
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