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Pimenta al CorSera:"Haaland? Vi dico non quanto costa, ma quanto vale: sarà il primo calciatore a valere un miliardo. Pensate all’indotto che genera, a soli 22 anni: trofei, sponsor, marketing, social, contenuti. Quanto può portare a un club? Non solo nel mondo cosiddetto reale, ma anche nel digitale. Sarà il primo campione del metaverso. Il futuro è lì. Lui ha tutto: forza, umiltà. Ma la sua vera forza è la normalità. Il suo segreto è la famiglia: il padre, ex calciatore, lo ha aiutato moltissimo. Batterà tutti i record. La clausola per dire addio al city? Le brave signore sanno stare zitte...".
"Dopo la morte di Mino rientro in ufficio a Montecarlo il giorno dopo il funerale e mi trovo cinque procuratori, dico cinque, seduti davanti alla mia scrivania. Siamo qui per farti un piacere, mi dicono. Vogliono non solo le procure dei giocatori, ma addirittura l’intera società, la One. Guardano la mappa del mondo appesa al muro dietro la mia sedia, con le foto dei nostri ragazzi, come fosse la mappa del tesoro. Un minuto e finiscono tutti e cinque fuori dalla porta. In realtà è proprio lì che ho capito che dovevo andare avanti".
Mino ha fatto scuola, è stato un rivoluzionario, ha cambiato il modo di fare l’agente, mettendo il calciatore al centro. L’ultima cosa che mi ha detto è stata: sii felice. Mi ha insegnato a dare il massimo sul lavoro, ma a non prendermi mai troppo sul serio. Sto cercando di continuare il suo lavoro, col suo spirito. Abbiamo lavorato insieme 27 anni. Eravamo diversi, una coppia di matti, ma allineati".
"Vincenzo ha lavorato con noi da dipendente. Noi abbiamo l’abitudine di dare a tutti un’opportunità, per crescere. Così anche con Vincenzo. Ha potuto imparare, fare esperienza. Adesso ha deciso di prendere la sua strada e io lo trovo assolutamente giusto, normale".
"Calcio maschilista? Mi hanno insultata molte volte. In molti pensano che le donne siano inferiori: alcuni la usano come strategia, altri lo pensano davvero. Una volta in Italia un dirigente mi ha detto: “Ma davvero sei un avvocato? Pensavo fossi una prostituta brasiliana”. Gli ho risposto: “Se anche lo fossi, tu dovresti comunque pagare il premio al mio assistito”. Questo succedeva qualche anno fa. Per fortuna oggi le cose stanno migliorando".
"La maglia del Milan che indosso su IG? Me l’ha regalata Galliani, un gentiluomo, che già vent’anni fa mi trattava con grande rispetto, quando mi davano della prostituta. Io però sono tifosa di tutte le squadre che hanno giocatori miei"
"Dopo la morte di Mino rientro in ufficio a Montecarlo il giorno dopo il funerale e mi trovo cinque procuratori, dico cinque, seduti davanti alla mia scrivania. Siamo qui per farti un piacere, mi dicono. Vogliono non solo le procure dei giocatori, ma addirittura l’intera società, la One. Guardano la mappa del mondo appesa al muro dietro la mia sedia, con le foto dei nostri ragazzi, come fosse la mappa del tesoro. Un minuto e finiscono tutti e cinque fuori dalla porta. In realtà è proprio lì che ho capito che dovevo andare avanti".
Mino ha fatto scuola, è stato un rivoluzionario, ha cambiato il modo di fare l’agente, mettendo il calciatore al centro. L’ultima cosa che mi ha detto è stata: sii felice. Mi ha insegnato a dare il massimo sul lavoro, ma a non prendermi mai troppo sul serio. Sto cercando di continuare il suo lavoro, col suo spirito. Abbiamo lavorato insieme 27 anni. Eravamo diversi, una coppia di matti, ma allineati".
"Vincenzo ha lavorato con noi da dipendente. Noi abbiamo l’abitudine di dare a tutti un’opportunità, per crescere. Così anche con Vincenzo. Ha potuto imparare, fare esperienza. Adesso ha deciso di prendere la sua strada e io lo trovo assolutamente giusto, normale".
"Calcio maschilista? Mi hanno insultata molte volte. In molti pensano che le donne siano inferiori: alcuni la usano come strategia, altri lo pensano davvero. Una volta in Italia un dirigente mi ha detto: “Ma davvero sei un avvocato? Pensavo fossi una prostituta brasiliana”. Gli ho risposto: “Se anche lo fossi, tu dovresti comunque pagare il premio al mio assistito”. Questo succedeva qualche anno fa. Per fortuna oggi le cose stanno migliorando".
"La maglia del Milan che indosso su IG? Me l’ha regalata Galliani, un gentiluomo, che già vent’anni fa mi trattava con grande rispetto, quando mi davano della prostituta. Io però sono tifosa di tutte le squadre che hanno giocatori miei"