Petrarchi sull'esperienza a Roma."Mortificante, a natale mi scavavan

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Petrarchi sull'esperienza a Roma."Mortificante, a natale mi scavavan

A Radio Radio, l'ex DS della Roma - Petarchi - racconta dell'esperienza a Roma e di come fosse difficile l'ambiente.

"L'esperienza alla Roma mi ha mortificato. Sono venuto con tanto entusiasmo, credevo nel progetto e nelle loro promesse. Ho lasciato Torino nonostante fecero di tutto per trattenermi. Mi importava però solo venire a Roma e provare a cambiare qualcosa. Tutti dicono che l’ambiente Roma è difficile: se per 20 anni non si è vinto lo scudetto non è solo perché non ci sono stati buoni giocatori, dirigenti o direttori sportivi. Ho voluto, nella mia testardaggine, pensare di cambiare questa situazione come sono riuscito a cambiare Cairo al Toro, che d’altra parte mi ha aiutato e mi ha fatto crescere. Ecco, volevo venire a Roma per cambiare le cose e per avere delle persone accanto che mi aiutassero a farlo.
A Roma non mi hanno capito? Il contrario fino a dicembre-gennaio ho fatto molto con l’aiuto della società. Potete chiedere quanto rigore e disciplina ci fossero a Trigoria, quanta gente ho allontanato e quanta gente non veniva più nel centro sportivo, quante multe ho fatto che sono state pagate. Andava tutto bene, se non di più. Quando ho cercato di porre fine a tante situazioni che accadevano, tra cose che venivano raccontate e notizie che trapelavano con molta gente che era lì a non fare nulla, ho spiegato loro che per vincere bisogna partire dalle basi e avere alle spalle una famiglia forte con cui fare la guerra. Se questo non accade c’è alto rischio di perdere. L’unione e la compattezza nella struttura Roma non c’è mai stata, ci si parlava dietro e ci si prendeva a male parole appena voltate le spalle. Ho cercato di unire e integrare anche chi non si sopportava. Quando ho capito che le cose stavano prendendo una brutta piega? Non parlo bene l’inglese, per questo non ho avuto sempre un rapporto diretto con Pallotta. Ma a Natale abbiamo vinto a Firenze, eravamo quarti in classifica, ho mandato a Pallotta un messaggio carino a cui non ha mai risposto. Ci sono rimasto male e mi sono domandato se fosse successo qualcosa. Lì ho capito che mi stavano scavando la fossa e stavano cercando di distruggermi in maniera molto subdola. Ho sperando nel confronto con il presidente, che però non c’è mai stato. Ho anche provato a cambiare, chiedendo determinate cose, ma non mi è stato permesso.
 
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