Quello che scrivi è vero a grandi linee ma non è affatto incompatibile con quello che ho scritto io. Vado a memoria su Kessie, mi pare che avesse sparato talmente alto da rendere inevitabile l'addio, il tutto condito da un' ottima dose di ipocrisia. Al netto del criticabilissimo modus operandi societario, non puoi accontentare qualunque richiesta, altrimenti sfasci tutto.
Il modo di gestire i rinnovi di furlani è demenziale, questo va anche detto.
Oggi, 5 anni dopo, abbiamo capito molte delle dinamiche che all'epoca ci erano sconosciute.
Esempio: abbiamo un giocatore che è 3 anni dalla scadenza del contratto.
I nostri geni iniziano a fissare degli appuntamenti col procuratore di turno per trattare il rinnovo.
I nostri dirigenti, sulla base dei piazzamenti in campionato e i relativi introiti, sono capaci di offrire x, y, z .
Ogni appuntamento un'offerta diversa magari al rialzo oppure al ribasso.
Se ti ricordi ai tempi di Paolo era così con appuntamenti su appuntamenti su appuntamenti con colloqui su colloqui e noi a chiederci cosa caxxo avessero da dirsi.
Ora, e qua sta il punto, al procuratore di turno cosa vuoi che gliene freghi degli introiti del Milan?
Il procuratore chiede una cifra a 3 anni dalla scadenza e a un anno chiede ovviamente di più, mica sta a guardare o preoccuparsi del club.
Lui bada solo alla tutela del suo assistito, sta al dirigente semmai fare dei piani aziendali pluriennali.
Con mike è successo qualcosa di simile con una parola data , una stretta di mano e poi tutto rinnegato perché il Milan non avrebbe giocato le coppe.
Queste sono logiche societarie incompatibili col gioco del calcio.
Un club di calcio non può esser gestito come la caritas.