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Roberto Perrone dal CorSport sul Milan:"Un anno (undici mesi in realtà) in testa, ha dato alla testa. Dal Genoa (1-2, 8 marzo 2020) allo Spezia (0-2, 13 febbraio 2021) il Milan è stato davanti a tutti. Dopo la ripresa, nel campionato di luglio 2020 ha prodotto il miglior rendimento e non si è più fermato. Stefano Pioli, a differenza di Andrea Pirlo, un equilibrio l'aveva trovato, sebbene illusorio. Anche qui c'è un totem a statuto speciale e a mezzo servizio. Zlatan Ibrahimovic, appena confermato fino al 2022, con la Lazio "non" ha giocato 16 partite su 33. I sentimenti nei suoi confronti sono cambiati. Da simpatico guascone e anziano combattente protagonista di una never ending story, da perdonato speciale per le sue fughe (pure in moto) a Sanremo, è diventato giocatore anziano facilmente soggetto a sbalzi d'umore, acciacchi e troppo libero di farsi i fatti suoi (ora anche la ditta di scommesse). Uno degli assiomi su di lui recitava: è fondamentale anche quando non c'è. Purtroppo per il Milan, se è stato vero, ora non lo è più. La banda rossonera ha smesso di suonare il rock, per stare in argomento musicale. E l'influenza ziatanesca non è più visibile. Calhanoglu è passato da profeta (in patria e fuori) a ragazzo sperduto. L'irresistibilità offensiva di Theo Hermandez è stata cancellata dalle sue amnesie difensive. Rebic alterna gol e prove scintillanti a opacità incontrollate. Leao non è una punta o almeno non la punta che si credeva, Mandzukic non è più una punta. Anche qui, poi, è transitato lo spettro della Superlega con il clamoroso “distinguo” di Paolo Maldini che non ha certo aiutato a dare l'idea di una società compatta, capace di supportare un gruppo in difficoltà. Il Milan sta "vedendo" le sue carte e si accorge di aver vissuto una vita da squadra che non era, Comunque l'ha vissuta, Meglio della Juve che neanche ha provato. Se può essere una consolazione".