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Come riportato dalla GDS in edicola, c'è stato un patto tra i giocatori del Milan per uscire dalla crisi. Ieri Calabria ha detto basta (QUI Calabria:"Basta con illazioni sui social" ) a tutti gli spifferi che arrivano dai social. Vocali anonimi di WhatsApp, voci che rimbalzano tra amici, spifferi e sussurri filtrati da questa o quella fonte che millanta di essere vicina alla squadra, dentro il frullatore del web è finito di tutto: la macchina si è messa in moto do- po le prime frenate della squadra di Pioli all’inizio dell’anno e non si è più fermata, come spesso succede in questi casi. Il punto è che sulla bocca di tutti sono finiti diversi giocatori (e in alcuni casi anche i loro familiari), a causa delle dicerie più svariate: presunte questioni personali tra compagni, ricostruzioni fantasiose sugli infortuni dei lungodegenti, litigate (o risse) tra le mura di Milanello. Visto così, lo spogliatoio del Milan sarebbe il Far West e queste clamorose spaccature interne spiegherebbero la crisi di risultati e di prestazioni dei campioni d’Italia. Niente di più lontano dalla realtà, come ha giustamente scritto ieri Calabria.
"Le sconfitte sul campo non c’entrano, questa è gente che vuole solo fare del ma- le a noi e alle nostre famiglie, occorre porre un freno”, è stato più o meno il pensiero del gruppo. Nello spogliatoio si è ragionato sulla possibilità di diffondere un video o una foto; poi, dopo l’allenamento di rifinitura, Calabria ha preso in mano la situazione, da capitano, optando per un testo (la società è stata avvisata prima che il messaggio venisse pubblicato). Poche, ma significative parole per mettere un punto una volta per tutte a questa brutta vicenda. E rispondere da vero Milan, ragionando e giocando di gruppo come la squa- dra che un anno fa si è cucita sul petto lo scudetto meno pronosticato di sempre. Perché succede solo a chi ci crede, ma a volte è meglio non credere a tutto quello si dice in giro.
ATTENZIONE: CHI RIPORTA L'IMMONDIZIA SOCIAL VERRA' BANNATO DEFINITIVAMENTE.
"Le sconfitte sul campo non c’entrano, questa è gente che vuole solo fare del ma- le a noi e alle nostre famiglie, occorre porre un freno”, è stato più o meno il pensiero del gruppo. Nello spogliatoio si è ragionato sulla possibilità di diffondere un video o una foto; poi, dopo l’allenamento di rifinitura, Calabria ha preso in mano la situazione, da capitano, optando per un testo (la società è stata avvisata prima che il messaggio venisse pubblicato). Poche, ma significative parole per mettere un punto una volta per tutte a questa brutta vicenda. E rispondere da vero Milan, ragionando e giocando di gruppo come la squa- dra che un anno fa si è cucita sul petto lo scudetto meno pronosticato di sempre. Perché succede solo a chi ci crede, ma a volte è meglio non credere a tutto quello si dice in giro.
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