Paolo Assogna e Paolo Bertolucci sul Milan.

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Paolo Assogna (giornalista di Sky Spot) e Paolo Bertolucci (ex tennista tifoso rossonero), intervistati da Radio Rossonera, hanno parlato del Milan. Ecco, di seguito, le dichiarazioni:


Paolo Assogna.

Rispetto alla partita contro l'Atalanta, come cambierà la Roma che scenderà in campo domani sera a San Siro?
"Cambierà sicuramente il sistema di gioco: sarà un 4-2-3-1 con un undici titolare abbastanza delineato ma con il ballottaggio Fazio-Marcano. Si dice che i moduli siano una serie di numeretti ma spesso determinano destino e prestazioni dei calciatori. Credo che il cambiamento di modulo dipenda dalla volontà di Di Francesco di trovare la giusta collocazione tattica a Pastore e inoltre dal voler rinforzare la mediana; tant'è che domani i giallorossi dovrebbero piazzare a centrocampo la diga De Rossi-Nzonzi. Contro l'Atalanta il tecnico giallorosso chiedeva a Pastore di stare largo ma il giocatore faceva fatica a tenere quella posizione di campo".
Qual è l'umore dell'ambiente giallorosso?
"Tranquillo nella misura in cui contro l'Atalanta non è arrivata la vittoria. Spesso si parla di Roma come una pizza particolare ma, a mio avviso, ciò è solo un luogo comune: Roma è una città che vive di calcio ed è comunque fisiologico che ci sia leggero nervosismo nel momento in cui arrivano prestazioni negative".
Una Roma che avrà timore/rispetto del Milan?
"Quando si incontra il Milan c'è sempre rispetto ma la Roma pensa di essere più avanti dei rossoneri in merito al progetto tecnico e crede pertanto che la vittoria possa essere raggiungibile, non facilmente ovviamente ma la convinzione generale è quella di poter riuscire a prendersi i 3 punti".
Cosa potrebbe preoccupare la Roma del Milan di Gattuso?
"Certamente le individualità: Suso, Higuain e Calhanoglu. Il Milan può contare su delle individualità che darebbero fastidio a qualsiasi squadra del mondo".
C'è un giocatore del Milan che ti piacerebbe vedere nella Roma?
"Se non ci fosse Dzeko, direi Higuain. Dico Suso allora: il suo modo di giocare sarebbe funzionale per tutte le squadre di Serie A".
Infine, Kluivert giocherà titolare?
"È in ballottaggio con El Shaarawy ma dovrebbe partire dalla panchina anche perché al momento sembra più un giocatore da ultimi 30 minuti in quanto è abituato a concentrare le proprie energie in pochi minuti".


Paolo Bertolucci:

Chi è il "Braccio d'oro" (questo il suo soprannome, n.d.r) del Milan, oggi?
"Nel Milan attuale faccio fatica ad individuarlo, d'altronde sono nato e cresciuto con Rivera e ho avuto la fortuna di veder giocare in rossonero grandissimi campioni".
Qual è il tuo milanista preferito?
"Rivera è stato il mio primo amore calcistico ma sono profondamente legato a Paolo Maldini. Il ritorno di Paolo al Milan? Era un delitto tenerlo fuori".
Quale partita della storia recente del Milan vivresti nuovamente conoscendo il risultato?
"Bayern Monaco-Milan 0-2: Seedorf, Inzaghi".
Chi è il miglior "calciatore tennista" che hai conosciuto?
"Direi Oscar Damiani. Anche Maldini e Albertini se la cavano piuttosto bene. In generale, ci sono molti ex giocatori di calcio che si sono avvicinati al tennis".
Il Milan è la stessa squadra dell'anno scorso più Higuain?
"No! La rosa è sicuramente migliore rispetto a quella dell'anno scorso. Nella passata stagione inoltre la squadra, sotto la gestione Montella, era partita molla sia fisicamente che mentalmente; con l'arrivo di Gattuso c'è stata la sterzata. Ho molta fiducia nel lavoro del tecnico rossonero e comunque almeno fino a Natale non credo sia giusto dare giudizi. Aspettiamo e vediamo anche come si inseriscono i nuovi acquisti come Caldara, Bakayoko e Castillejo".
Un allenatore può davvero cambiare drasticamente la vita di una squadra o di un atleta?
"La cosa più importante per un allenatore, sia negli sport singoli che di squadra, è trovare la giusta chiave per entrare nell'anima dei giocatori. La bravura di un allenatore è anche quella di riuscire a non comportarsi alla stessa maniera con tutti. Ci sono giocatori che necessitano della voce grossa, altri con i quali bisogna adottare decisamente un altro approccio".
Quanto è più difficile un secondo anno rispetto al primo?
"Il secondo anno è sempre più difficile del primo perché rappresenta una sorta di prova del 9. Vero è che, nello specifico del Milan, Gattuso potrà contare su più alternative rispetto alla passata stagione".
Cosa ti aspetti dalla partita di domani tra il Milan e la Roma?
"La Roma è una squadra sicuramente forte e quella di domani sarà una partita importantissima specie per evitare di affrontare la sosta con uno zero in classifica; vincere significherebbe invece cancellare il brutto finale della sfida del San Paolo contro il Napoli".
Quanto può fare la differenza Higuain?
"Può sicuramente farla ma non vorrei che si parlasse di lui come il salvatore della patria, cosa che è accaduta nella passata stagione con Bonucci; a calcio si gioca in 11. Higuain può fare la differenza se viene messo nelle condizioni di poterla fare. Nel recente passato, penso a Bacca, il gioco del Milan non era all'altezza della punta: è chiaro che se il centravanti tocca 4 palloni in una partita non riesce a fare la differenza come potrebbe".
Ti aspettavi qualcosa in più dal mercato del Milan?
"No, perché la nuova società ha avuto talmente poco tempo che hanno fatto fin troppo. Milinkovic-Savic? Grandissimo giocatore ma obiettivamente trattare con Lotito significa trattare con cifre decisamente eccessive".
Cosa ti aspetti da Elliott? Leonardo e Maldini sono comunque sinonimo di garanzia?
"Sì, lo sono. Pensando ad Elliott dico che non potevamo che migliorare rispetto alla situazione precedente. È un fondo serio con persone abituate a trattare ad altissimo livello. Penso che la loro volontà sia quella di riportare il Milan in alto e poi magari venderlo per riprendere i soldi dell'investimento riuscendo a mettersi qualcosa nelle tasche".
Infine, ti piace questo calcio moderno?
"Il calcio è molto cambiato negli anni: probabilmente in Italia i Moratti ed i Berlusconi non ci saranno più. Si resta sempre legati ai grandi successi ed alle grandi famiglie ma questo discorso fondamentalmente oggi regge solo in Spagna. Qualche anno fa non avremmo mai immaginato Inter e Milan in mano ai cinesi e la Roma in mano agli americani ma così va il mondo del calcio oggi".
 
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