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Con Rangnick serviranno interventi alla Berlusconi-Sacchi.
Quando qualcuno, a fronte dei primi incerti risultati e di qualche mal digerito metodo di lavoro, iniziò a mettere in discussione il tecnico, Berlusconi andó a Milanello e disse che di quelli nello spogliatoio, solamente uno di loro era certo di restare al Milan l’anno successivo è quello era Sacchi. La squadra si adeguó.
Adesso il problema é anche che per i migliori la,prospettiva di lasciare il Milan, magari per andare in premier, non é cosí indigesta come la Minaccia di un Berlusconi, allora proprietario dei loro cartellini.
Ma un appoggio forte lo deve far percepire.
L'appoggio che non percepi' Giampaolo. Giusto per capirci e inquadrare la malafede. Ne' appoggio morale ne' tecnico nella costruzione della squadra.
Ma Giampaolo era uomo di maldini e boban e , in quanto tale ,da sabotare, Rangnick invece è il pilastro del progetto plusvalenza, questo si da difendere e curare amorevolmente.
dai.