- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 236,093
- Reaction score
- 42,053
Ordine:"Milan, semestre di Ibra, futuro societario e Pioli".
Franco Ordine, dalla colonne del CorSport in edicola oggi, 2 gennaio, sul Milan:"Domani, per il Milan e non solo, si apre un semestre molto impegnativo. In sintesi sono queste le scadenze fondamentali: 1) capire se l’arrivo di Ibra
più qualche altro “aggiustamento” della rosa può migliorare la resa del gruppo allestito a luglio scorso da Maldini e Boban; 2) verificare se Elliott ha trovato oppure no un acquirente disposto a subentrargli; 3) verificare sul campo se Pioli ha le caratteristiche per proseguire il suo lavoro o sarà il caso di ricominciare scegliendo un nuovo inquilino per la panchina. Come si capisce al volo non sono scadenze banali, decisive per l’azionista oltre che per il management che, ora, regge le sorti economiche e tecniche del club. La più importante riguarda l’avvento di Ibra, un avvento vero e proprio per l’attesa straordinaria dei tifosi, per l’ostilità dichiarata di alcuni addetti ai lavori e per la curiosità dei critici.
Chi lo conosce come uomo e come atleta (da Cassano a Capello) non ha mai coltivato dubbi. Zlatan non sarà mai un messia, di sicuro un capo branco, capace di trascinare chi ha la forza e la voglia di seguirlo e di mettere in riga i “lazzaroni” svogliati. A giudicare dall’esperienza ultima in rossonero, si possono anche intuire quali saranno le compatibilità tecniche. Nei due anni vissuti a Milanello egli costituì ditta spontanea con Antonio Cassano, intesa a memoria, senza studiare schemi o geometrie particolari, fondata sul rispettivo geniale talento. Dimostrò inoltre sintonia con Robinho e con Boateng, persino con Pippo Inzaghi riuscì a dialogare nelle sfide in cui lo svedese usciva dall’area lasciando Pippo a piantonare la zona calda. Con Pato non ci fu mai feeling. Anzi in un famoso contropiede contro il Napoli, il brasiliano ignorò Zlatan smarcatissimo e fu fortunato a fare centro egualmente altrimenti sarebbe finita male. Più o meno come con Oneyewu, il gigantesco difensore americano venuto alle mani col nostro durante un allenamento. Per dividerli, raccontò Gattuso, c’era bisogno della fiamma ossidrica perché nessuno dei rossoneri presenti, Allegri compreso, osava lanciarsi nella mischia.
Anche Pioli si gioca una “fiche” unica per la sua carriera di allenatore, molto apprezzato nei primi mesi e poi puntualmente (a eccezione della Lazio) messo in discussione. Deve gestire l’ingresso di questo capo carismatico nello spogliatoio e compiere alcune scelte fondamentali. Suso, accusato spesso dai suoi sodali, di aspettare la terza finta prima di servire l’attaccante in area, saprà adeguarsi? E al fianco di Ibra converrà puntare su Calhanoglu, più ma- turo, o sul talento da svezzare di Leao, fin qui giudicato incostante? È probabile che da domani, alle pareti di Milanello venga affisso un altro cartello: “tremate, gli esami sono arrivati”.
Franco Ordine, dalla colonne del CorSport in edicola oggi, 2 gennaio, sul Milan:"Domani, per il Milan e non solo, si apre un semestre molto impegnativo. In sintesi sono queste le scadenze fondamentali: 1) capire se l’arrivo di Ibra
più qualche altro “aggiustamento” della rosa può migliorare la resa del gruppo allestito a luglio scorso da Maldini e Boban; 2) verificare se Elliott ha trovato oppure no un acquirente disposto a subentrargli; 3) verificare sul campo se Pioli ha le caratteristiche per proseguire il suo lavoro o sarà il caso di ricominciare scegliendo un nuovo inquilino per la panchina. Come si capisce al volo non sono scadenze banali, decisive per l’azionista oltre che per il management che, ora, regge le sorti economiche e tecniche del club. La più importante riguarda l’avvento di Ibra, un avvento vero e proprio per l’attesa straordinaria dei tifosi, per l’ostilità dichiarata di alcuni addetti ai lavori e per la curiosità dei critici.
Chi lo conosce come uomo e come atleta (da Cassano a Capello) non ha mai coltivato dubbi. Zlatan non sarà mai un messia, di sicuro un capo branco, capace di trascinare chi ha la forza e la voglia di seguirlo e di mettere in riga i “lazzaroni” svogliati. A giudicare dall’esperienza ultima in rossonero, si possono anche intuire quali saranno le compatibilità tecniche. Nei due anni vissuti a Milanello egli costituì ditta spontanea con Antonio Cassano, intesa a memoria, senza studiare schemi o geometrie particolari, fondata sul rispettivo geniale talento. Dimostrò inoltre sintonia con Robinho e con Boateng, persino con Pippo Inzaghi riuscì a dialogare nelle sfide in cui lo svedese usciva dall’area lasciando Pippo a piantonare la zona calda. Con Pato non ci fu mai feeling. Anzi in un famoso contropiede contro il Napoli, il brasiliano ignorò Zlatan smarcatissimo e fu fortunato a fare centro egualmente altrimenti sarebbe finita male. Più o meno come con Oneyewu, il gigantesco difensore americano venuto alle mani col nostro durante un allenamento. Per dividerli, raccontò Gattuso, c’era bisogno della fiamma ossidrica perché nessuno dei rossoneri presenti, Allegri compreso, osava lanciarsi nella mischia.
Anche Pioli si gioca una “fiche” unica per la sua carriera di allenatore, molto apprezzato nei primi mesi e poi puntualmente (a eccezione della Lazio) messo in discussione. Deve gestire l’ingresso di questo capo carismatico nello spogliatoio e compiere alcune scelte fondamentali. Suso, accusato spesso dai suoi sodali, di aspettare la terza finta prima di servire l’attaccante in area, saprà adeguarsi? E al fianco di Ibra converrà puntare su Calhanoglu, più ma- turo, o sul talento da svezzare di Leao, fin qui giudicato incostante? È probabile che da domani, alle pareti di Milanello venga affisso un altro cartello: “tremate, gli esami sono arrivati”.