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Franco Ordine, dal CorSport in edicola, sulla vittoria del Milan contro il Venezia:
E all’improvviso diluviò. Un diluvio di gol sui malcapitati ragazzi del Venezia che riporta il sereno calcistico a San Siro e soprattutto consente a Fonseca di vivere una serata senza apprensione né batticuore. Poiché non è l’altezza dell’asticella Venezia a fare da bussola in questa prima serata felice della stagione milanista, allora è il caso di segnalare un paio di episodi rimasti magari dietro le quinte per capire cosa è realmente accaduto nelle due settimane di sosta per le nazionali. Cominciamo dal primo e prendete nota: dopo nemmeno 2 minuti Theo e Leao allestiscono il solito blitz sul loro lato preferito, quello mancino, il portoghese col tacco suggerisce il blitz del capitano francese che col sinistro fulmina Joronen trafiggendolo tra le gambe. Il dettaglio significativo è l’immagine successiva: Theo con un gesto segnala al pubblico che il merito principale è del suo sodale, di Leao, proprio dei due protagonisti del famoso ammutinamento dell’acqua. Non mi sembra preparato ma spontaneo e questo significa che davvero all’interno dello spogliatoio - ci sia o no Ibra in carne e ossa - è avvenuto quel che solitamente avviene nei gruppi che hanno a cuore il proprio lavoro e la propria carriera. Secondo episodio sul fi nire del primo tempo quando l’arbitro, richiamato al Var, assegna il secondo rigore per il pestone ricevuto da Leao. È proprio lui, Rafa, a prendere il pallone e a consegnarlo ad Abraham, uno degli ultimi arrivati, per affi dargli l’incarico assolto brillantemente. Cosa vuol dire? Che c’è già, intravista all’Olimpico in occasione del gol del 2 a 2, una perfetta sintonia tra l’inglese e il gruppo storico, in particolare con Leao, testimonianza pubblica e solenne di una volontà di costruire qualcosa di positivo e di liberarsi di veleni e critiche. Adesso però, ripreso il cammino, c’è forse l’appuntamento più delicato, e cioè il debutto in Champions con il Liverpool (martedì sera) che non è il Venezia anche se ha appena subito una sorprendete sconfitta a domicilio. Ecco allora quello che conta e luccica più dello stesso risultato (ultimo precedente nel 1958, ai tempi di Nordhal): l’atteggiamento, le corse generose per soccorrere un sodale in difficoltà, le correzioni alla posizione di Loftus Cheek, la presenza di Gabbia al posto di Tomori, conferma che c’è anche il lavoro e la mano di Fonseca in questa serata che cancella una parte degli incubi"
E all’improvviso diluviò. Un diluvio di gol sui malcapitati ragazzi del Venezia che riporta il sereno calcistico a San Siro e soprattutto consente a Fonseca di vivere una serata senza apprensione né batticuore. Poiché non è l’altezza dell’asticella Venezia a fare da bussola in questa prima serata felice della stagione milanista, allora è il caso di segnalare un paio di episodi rimasti magari dietro le quinte per capire cosa è realmente accaduto nelle due settimane di sosta per le nazionali. Cominciamo dal primo e prendete nota: dopo nemmeno 2 minuti Theo e Leao allestiscono il solito blitz sul loro lato preferito, quello mancino, il portoghese col tacco suggerisce il blitz del capitano francese che col sinistro fulmina Joronen trafiggendolo tra le gambe. Il dettaglio significativo è l’immagine successiva: Theo con un gesto segnala al pubblico che il merito principale è del suo sodale, di Leao, proprio dei due protagonisti del famoso ammutinamento dell’acqua. Non mi sembra preparato ma spontaneo e questo significa che davvero all’interno dello spogliatoio - ci sia o no Ibra in carne e ossa - è avvenuto quel che solitamente avviene nei gruppi che hanno a cuore il proprio lavoro e la propria carriera. Secondo episodio sul fi nire del primo tempo quando l’arbitro, richiamato al Var, assegna il secondo rigore per il pestone ricevuto da Leao. È proprio lui, Rafa, a prendere il pallone e a consegnarlo ad Abraham, uno degli ultimi arrivati, per affi dargli l’incarico assolto brillantemente. Cosa vuol dire? Che c’è già, intravista all’Olimpico in occasione del gol del 2 a 2, una perfetta sintonia tra l’inglese e il gruppo storico, in particolare con Leao, testimonianza pubblica e solenne di una volontà di costruire qualcosa di positivo e di liberarsi di veleni e critiche. Adesso però, ripreso il cammino, c’è forse l’appuntamento più delicato, e cioè il debutto in Champions con il Liverpool (martedì sera) che non è il Venezia anche se ha appena subito una sorprendete sconfitta a domicilio. Ecco allora quello che conta e luccica più dello stesso risultato (ultimo precedente nel 1958, ai tempi di Nordhal): l’atteggiamento, le corse generose per soccorrere un sodale in difficoltà, le correzioni alla posizione di Loftus Cheek, la presenza di Gabbia al posto di Tomori, conferma che c’è anche il lavoro e la mano di Fonseca in questa serata che cancella una parte degli incubi"
