Ordine:"Furlani, si telefona senza dirlo. Galliani...".

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Franco Ordine dal CorSport duro con Furlani, dopo le news ampiamente riferite ieri sulla telefonata ai vertici del calcio:

Nel giro di 48 ore è diventato di dominio pubblico il retroscena (copyright Gazzetta dello Sport) relativo al caso di Milan-Bologna con l’arbitro Marcenaro e il varista Fabbri mandati dietro la lavagna da Gravina presidente Figc e dal designatore Rocchi dopo gli errori “sesquipedali” (scusate il “brerismo”) durante tutta la partita e in particolare sul rigore ai danni di Nkunku prima assegnato e poi revocato. L’ad rossonero Furlani ha fatto sapere di essere intervenuto presso federcalcio e Lega (cosa c’entri la Lega Serie A poi risulta difficile da comprendere per chi abbia dimestichezza di regolamenti e deleghe calcistiche) subito dopo la partita - e magari sotto la spinta emotiva della sfuriata di Allegri senza giacca - per far conoscere il proprio legittimo disappunto. In effetti l’intervento, telefonico, ha sortito un effetto al contrario di ciò che è avvenuto nel recente passato e in particolare in Lega quando si trattò di votare per il rinvio della partita Bologna-Milan o dello spostamento ad altra sede (opzione bocciata in consiglio di presidenza). In quella circostanza il presidente Paolo Scaroni finì nella bufera social del mondo Milan per via della frase successiva alla scelta di rinviare la sfida («ci pieghiamo alla volontà del sindaco di Bologna»).

Questa volta Gravina, il giorno dopo Milan-Bologna, di primo mattino, intervenendo in radio ha definito giustamente l’episodio «un evidente errore». Non solo. Contestualmente Rocchi ha sospeso sia Marcenaro che Fabbri riconoscendo quindi ufficialmente la clamorosa svista. La chiave di lettura, in un caso del genere, è come al solito duplice. La prima a uso interno. Far sapere d’aver protestato ufficialmente, se può raccogliere qualche consenso presso la comunità spicciola dei tifosi, ha un solo non obiettivo politico mascherato: dimostrare che non c’è bisogno del ritorno nelle stanze di casa Milan di Adriano Galliani - come si vocifera da qualche tempo - per riconquistare il rispetto delle istituzioni. L’altra chiave di lettura è esterna: esprimere apprezzamento per l’intervento effettuato da Gravina significa rendere palese che il numero uno del calcio italiano ha raccolto e condiviso la protesta ufficiale del club. In altri tempi, magari proprio durante quelli scanditi dalla presenza di Galliani al comando del Milan berlusconiano, sicuramente non mancarono né le proteste e nemmeno qualche dolente telefonata. Mai però l’ex ad milanista se ne vantò sui media perché l’effetto sarebbe diventato un mezzo autogol. Come insegnano gli esperti del mestiere: si fa ma non si dice.

Furlani-Galliani-160925-MilanLive.jpg
 

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Non credo che quei due demoni si facciano la guerra. Però se questi scribacchini iniziano a prendere posizione...

Boh
 

iceman.

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Ad harvard non si insegnano queste cose.

Però le conosce pure un dirigente di terza categoria.
Ormai agli occhi dei tifosi è un'erbaccia da estirpare, qualunque cosa faccia è sbagliata per principio.
Questa volta ha fatto bene per me ad alzare la cornetta, detto questo lo spedirei sulla luna oggi stesso.
 
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Ormai agli occhi dei tifosi è un'erbaccia da estirpare, qualunque cosa faccia è sbagliata per principio.
Questa volta ha fatto bene per me ad alzare la cornetta, detto questo lo spedirei sulla luna oggi stesso.
E' da sfigati alzare la cornetta.

Marotta gli arbitri li indottrina, li porta a lezione, li vede e li vive.
Li condiziona facendo pesare il peso politico.

Sono cresciuto con studio sport e le canoniche interviste di galliani 'uscendo dalla lega calcio'...
Ma furlani in lega ci va mai ???

In figc non abbiamo rappresentanti, ed è assodato, ma almeno in lega??

Prima lasciamo che il calcio italiano lo gestiscano gli altri , poi facciamo le telefonate degli sfigati.
Dirigenti sportivi non si nasce.
 

Clarenzio

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Franco Ordine dal CorSport duro con Furlani, dopo le news ampiamente riferite ieri sulla telefonata ai vertici del calcio:

Nel giro di 48 ore è diventato di dominio pubblico il retroscena (copyright Gazzetta dello Sport) relativo al caso di Milan-Bologna con l’arbitro Marcenaro e il varista Fabbri mandati dietro la lavagna da Gravina presidente Figc e dal designatore Rocchi dopo gli errori “sesquipedali” (scusate il “brerismo”) durante tutta la partita e in particolare sul rigore ai danni di Nkunku prima assegnato e poi revocato. L’ad rossonero Furlani ha fatto sapere di essere intervenuto presso federcalcio e Lega (cosa c’entri la Lega Serie A poi risulta difficile da comprendere per chi abbia dimestichezza di regolamenti e deleghe calcistiche) subito dopo la partita - e magari sotto la spinta emotiva della sfuriata di Allegri senza giacca - per far conoscere il proprio legittimo disappunto. In effetti l’intervento, telefonico, ha sortito un effetto al contrario di ciò che è avvenuto nel recente passato e in particolare in Lega quando si trattò di votare per il rinvio della partita Bologna-Milan o dello spostamento ad altra sede (opzione bocciata in consiglio di presidenza). In quella circostanza il presidente Paolo Scaroni finì nella bufera social del mondo Milan per via della frase successiva alla scelta di rinviare la sfida («ci pieghiamo alla volontà del sindaco di Bologna»).

Questa volta Gravina, il giorno dopo Milan-Bologna, di primo mattino, intervenendo in radio ha definito giustamente l’episodio «un evidente errore». Non solo. Contestualmente Rocchi ha sospeso sia Marcenaro che Fabbri riconoscendo quindi ufficialmente la clamorosa svista. La chiave di lettura, in un caso del genere, è come al solito duplice. La prima a uso interno. Far sapere d’aver protestato ufficialmente, se può raccogliere qualche consenso presso la comunità spicciola dei tifosi, ha un solo non obiettivo politico mascherato: dimostrare che non c’è bisogno del ritorno nelle stanze di casa Milan di Adriano Galliani - come si vocifera da qualche tempo - per riconquistare il rispetto delle istituzioni. L’altra chiave di lettura è esterna: esprimere apprezzamento per l’intervento effettuato da Gravina significa rendere palese che il numero uno del calcio italiano ha raccolto e condiviso la protesta ufficiale del club. In altri tempi, magari proprio durante quelli scanditi dalla presenza di Galliani al comando del Milan berlusconiano, sicuramente non mancarono né le proteste e nemmeno qualche dolente telefonata. Mai però l’ex ad milanista se ne vantò sui media perché l’effetto sarebbe diventato un mezzo autogol. Come insegnano gli esperti del mestiere: si fa ma non si dice.

Furlani-Galliani-160925-MilanLive.jpg
Incredibile Ordine, dopo questa slinguazzata pro condor ha reso più simpatico Furlani.
 
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