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Massimo Oddo alla GDS:"Il mio Milan? Era un altro Milan, anche Ibra era diverso, era una stella tra tantissime altre, oggi è un totem che guida i più giovani. Adesso rivedo un ambiente molto simile a quello del mio Milan, la base societaria si sta ricostruendo nel modo giusto: tutti sanno cosa e come fare, avere tra i dirigenti Paolo Maldini fa la differenza».
Gli scudetti però si vincono sul campo, e al Milan da questa estate ne parlano tutti.
«Giusto così, i primi a crederci devono essere i giocatori. Lavorare con un obiettivo ben preciso aiuta a vincere».
Solo ambizione o scudetto possibile?
«Difficile, ma alla portata. Il Milan è una squadra forte, con una ottima difesa, un centrocampo pieno di qualità e due grandi campioni come Ibra e Giroud. Penso che Inter e Juve siano leggermente più pronte, ma non possiamo dimenticare quanto fatto dal Milan nella stagione passata».
Non aver cambiato allenatore sarà un vantaggio?
«Sì, Pioli conosce perfettamente i suoi perché li allena da due anni. Il Milan gioca un bel calcio e affronta ogni partita con lo stesso spirito, ma sa anche dare battaglia quando c’è da soffrire. Andare avanti con lo stesso tecnico aiuta anche sul mercato: Pioli sa cosa ha perso ma sa anche quello che serve per migliorare la rosa».
Basterà un trequartista? «Sono convinto che Diaz possa esplodere, ma è giusto cercare una alternativa. E magari aggiungere qualcosa sulle fasce».
Dove intanto c’è Florenzi. «Sa giocare in più ruoli e questa duttilità può rivelarsi preziosa in determinate fasi delle partite».
Cosa si aspetta da Giroud? «Il suo peso non si misurerà solo in campo ma anche nello spogliatoio. È un acquisto da Champions, torneo in cui avere gioca- tori vincenti fa tutta la differenza del mondo. Giroud e Ibra sono totalmente diversi ma intelligenti, insieme li vedo».
Pellegri crescerà con loro? «Lo spero, lo conosco bene: quando allenavo gli Allievi B del Genoa lo chiamai con noi, aveva 13 anni. Ha le potenzialità del grande talento, si è un po’ perso per strada ma se si ritrova il futuro è suo».
Come Leao e Tonali?
«Leao ha potenzialità inespresse, la prima annata di Tonali è nella natura delle cose: è arrivato in un grande club a 20 anni, deve avere tempo di sbagliare e maturare. Sono nel posto giusto, basta vedere come sono cresciuti i compagni. Prendete Kessie, razionalmente sarebbe difficile chiedergli di più dopo l’ultima stagione, ma non si smette mai di crescere. E se sei giovane come Franck e gli altri milanisti...».
Gli scudetti però si vincono sul campo, e al Milan da questa estate ne parlano tutti.
«Giusto così, i primi a crederci devono essere i giocatori. Lavorare con un obiettivo ben preciso aiuta a vincere».
Solo ambizione o scudetto possibile?
«Difficile, ma alla portata. Il Milan è una squadra forte, con una ottima difesa, un centrocampo pieno di qualità e due grandi campioni come Ibra e Giroud. Penso che Inter e Juve siano leggermente più pronte, ma non possiamo dimenticare quanto fatto dal Milan nella stagione passata».
Non aver cambiato allenatore sarà un vantaggio?
«Sì, Pioli conosce perfettamente i suoi perché li allena da due anni. Il Milan gioca un bel calcio e affronta ogni partita con lo stesso spirito, ma sa anche dare battaglia quando c’è da soffrire. Andare avanti con lo stesso tecnico aiuta anche sul mercato: Pioli sa cosa ha perso ma sa anche quello che serve per migliorare la rosa».
Basterà un trequartista? «Sono convinto che Diaz possa esplodere, ma è giusto cercare una alternativa. E magari aggiungere qualcosa sulle fasce».
Dove intanto c’è Florenzi. «Sa giocare in più ruoli e questa duttilità può rivelarsi preziosa in determinate fasi delle partite».
Cosa si aspetta da Giroud? «Il suo peso non si misurerà solo in campo ma anche nello spogliatoio. È un acquisto da Champions, torneo in cui avere gioca- tori vincenti fa tutta la differenza del mondo. Giroud e Ibra sono totalmente diversi ma intelligenti, insieme li vedo».
Pellegri crescerà con loro? «Lo spero, lo conosco bene: quando allenavo gli Allievi B del Genoa lo chiamai con noi, aveva 13 anni. Ha le potenzialità del grande talento, si è un po’ perso per strada ma se si ritrova il futuro è suo».
Come Leao e Tonali?
«Leao ha potenzialità inespresse, la prima annata di Tonali è nella natura delle cose: è arrivato in un grande club a 20 anni, deve avere tempo di sbagliare e maturare. Sono nel posto giusto, basta vedere come sono cresciuti i compagni. Prendete Kessie, razionalmente sarebbe difficile chiedergli di più dopo l’ultima stagione, ma non si smette mai di crescere. E se sei giovane come Franck e gli altri milanisti...».