Mou: "Odio la mia vita sociale"

Fabry_cekko

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"Odio non poter essere una persona normale", il Mourinho che non ti aspetti emerge da una lunga intervista. "Allenerò fino a 70-75 anni" dice Josè. Ma allora quale la sua prossima destinazione? Scartato lo United: "Spero rimanga Sir Alex" riaffiora il suo amore per il Chelsea


Intervistato dalla "CNN", lo Special One mostra forse l'aspetto più umano di sé, quella voglia di normalità che il suo ruolo non gli consente. Eppure, nonostante l’impossibilità di essere una persona come tutte le altre, il calcio conta così tanto per lui che non si vede fuori dal giro per almeno i prossimi vent'anni.
LA DURA VITA DI JOSE’ - "Odio la mia vita sociale - ammette il tecnico portoghese - odio il non poter essere un padre normale che va a vedere la partita del figlio assieme a tutti gli altri genitori senza che gli altri vengano da me per foto, autografi o insulti, perché' c’è anche gente che si mette dietro la porta e insulta mio figlio che ha solo dodici anni. Mi piacerebbe passeggiare normalmente con la mia famiglia per strada e non posso ma sono una persona completamente diversa nella vita privata - assicura - Ma lo tengo per me, per le persone che mi sono vicine e un giorno, quando chiuderò la mia carriera, spero di avere ancora qualche anno a disposizione per essere una persona normale e parlo di qualche anno perché' voglio smettere di allenare a 70 o 75 anni anni".
MAI L’EREDE DI SIR ALEX -Il chiodo fisso resta quello di tornare un giorno ad allenare in Premier League, ma non sulla panchina del Manchester United perché per allora vuole ritrovare l'amico Alex Ferguson come avversario. Da molti indicato come possibile erede del manager scozzese alla guida dei Red Devils, Mourinho confessa che per lui "lo scenario ideale sarebbe tornare ad allenare in Inghilterra e vedere ancora Ferguson in panchina perché' penso che il calcio perderà tantissimo quando deciderà di ritirarsi, non ci sono allenatori vecchi o giovani". "Per me lui è il 'boss', lo chiamo sempre così perché è il boss degli allenatori e spero che quando tornerò nel calcio inglese lui sia ancora il manager dello United".
IL CHELSEA NEL CUORE - Ma allora su quale panchina si andrebbe a sedere lo Special One? Da tempo si parla del Manchester City ma Mourinho glissa: "non ci penso, ho quattro anni di contratto col Real Madrid e se ho firmato è perché in questo periodo della mia carriera mi vedo al Real e in nessun altro club. Poi, il passo successivo, sarà l'Inghilterra, quando non lo so e non ne ho idea perché per adesso sono felicissimo di allenare la miglior squadra al mondo". Eppure un indizio sembra darlo. Il tecnico di Setubal ha ancora casa a Londra e rivela anche di essere ancora in contatto con Roman Abramovich. "Ci sentiamo spesso e l'ultimo esempio è con Essien, stava andando in un altro club ma gli ho telefonato e gli ho detto: 'per favore, lascialo al tuo amico' e così ha fatto. Abbiamo un grande rapporto".
IL VERO VOLTO DI MOU - Mou, infine, non si cura della cattiva fama, "è normale perché' la gente pensa di conoscermi ma non è così. Il pubblico conosce l'allenatore, soprattutto l'allenatore durante i novanta minuti della partita e durante quei 90 minuti non sono lì per divertirmi. Sono lì per fare il mio lavoro, per vincere, sono con la mia squadra per provare a vincere, sono lì e vivo la partita come se fosse l'ultima della mia carriera. Per cui la gente mi osserva e vede quello che vede. Poi ci sono le conferenze stampa ma quella è un'altra partita, che sia la conferenza stampa della vigilia o quella post-partita. Ma la gente non mi conosce come un amico, come un padre di famiglia, come allenatore all'interno di un club, non conosce i rapporti che ho con la gente con cui lavoro. Per cui non mi lamento, né dico che la gente si sbaglia o che mi guarda in modo sbagliato. Questa gente vede solo quello che vede".

Fonte:Yahoo
 
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