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Domenico Morfeo, ex di Atalanta e Milan, sulla sfida tra Diaz e Pessina
"Sono due giocatori molto diversi. Pessina è molto più centrocampista, potrebbe fare tranquillamente la mezzala. Ha capacità d’inserimento, capisce i tempi di gioco ed è bravo vicino alla porta avversaria. Brahim Diaz, invece, è più un numero dieci classico, uno che agisce vicino alla prima punta e cerca di suggerire il passaggio filtrante
"Chi mi piace di più? Faccio fatica a scegliere. Pessina mi piace per la sua duttilità. Ripeto: in qualsiasi posto del centrocampo lo metti, lui sa come muoversi e che cosa fare. Sulla trequarti se la cava bene, anche se non ha le caratterizzano i fantasisti. Brahim Diaz, nonostante non sia un colosso, regge bene l’urto con i difensori e ha una notevole capacità di palleggio e di dribbling. E poi vede la giocata, intuisce il movimento dei compagni. E si fa trovare pronto anche sotto porta
"La caratteristiche principale di un trequartista? Capire prima degli altri come si svilupperà l’azione e agire di conseguenza. È, in sostanza, un regista spostato in posizione più avanzata. Deve sapere rallentare l’azione, quando velocizzarla, quando cercare l’imbucata o quando è il caso di fare il triangolo. Ovviamente può fare queste cose soltanto se possiede la qualità fondamentale: tecnica"
"Pessina? L’Atalanta gioca molto compatta e lui, tra le linee nemiche, ha il compito di innescare i compagni che si buttano negli spazi o di servire la prima punta che, di solito, fa un movimento in orizzontale".
"Diaz? Si muove più come una seconda punta. Gioca molto vicino al centravanti, cerca sempre il dialogo. E poi deve vedere gli spazi sulle corsie esterne dove le ali si fiondano e si preparano al cross. Nella manovra del Milan Brahim Diaz funziona da pendolo".
"Sono due giocatori molto diversi. Pessina è molto più centrocampista, potrebbe fare tranquillamente la mezzala. Ha capacità d’inserimento, capisce i tempi di gioco ed è bravo vicino alla porta avversaria. Brahim Diaz, invece, è più un numero dieci classico, uno che agisce vicino alla prima punta e cerca di suggerire il passaggio filtrante
"Chi mi piace di più? Faccio fatica a scegliere. Pessina mi piace per la sua duttilità. Ripeto: in qualsiasi posto del centrocampo lo metti, lui sa come muoversi e che cosa fare. Sulla trequarti se la cava bene, anche se non ha le caratterizzano i fantasisti. Brahim Diaz, nonostante non sia un colosso, regge bene l’urto con i difensori e ha una notevole capacità di palleggio e di dribbling. E poi vede la giocata, intuisce il movimento dei compagni. E si fa trovare pronto anche sotto porta
"La caratteristiche principale di un trequartista? Capire prima degli altri come si svilupperà l’azione e agire di conseguenza. È, in sostanza, un regista spostato in posizione più avanzata. Deve sapere rallentare l’azione, quando velocizzarla, quando cercare l’imbucata o quando è il caso di fare il triangolo. Ovviamente può fare queste cose soltanto se possiede la qualità fondamentale: tecnica"
"Pessina? L’Atalanta gioca molto compatta e lui, tra le linee nemiche, ha il compito di innescare i compagni che si buttano negli spazi o di servire la prima punta che, di solito, fa un movimento in orizzontale".
"Diaz? Si muove più come una seconda punta. Gioca molto vicino al centravanti, cerca sempre il dialogo. E poi deve vedere gli spazi sulle corsie esterne dove le ali si fiondano e si preparano al cross. Nella manovra del Milan Brahim Diaz funziona da pendolo".