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Alberto Cerruti della Gazzetta dello Sport, nella sua rubrica "Tempi Supplementari", risponde alle lettere di due tifosi rossoneri arrabbiati con Seedorf.
Ecco il commento del giornalista della rosea sul Milan e sulla situazione di Clarence Seedorf, definito come "Il passato".
Dal generale al particolare.Dall’impietoso confronto tra la supersfida del Bernabeu e la minisfida dell’Olimpico, all’imbarazzante confronto tra il Milan undicesimo di Allegri e quello dodicesimo di Seedorf. Punti di partenza diversi, con un identico punto d’arrivo: la bocciatura dell’allenatore olandese, nel mirino di tutti i tifosi rossoneri con rara, e per questo significativa, unanimità. Per la verità, nelle sue prime dieci giornate di campionato, Seedorf ha ottenuto 2 punti più di Allegri (14 a 12) ma per una volta il giudizio è legato più al (non) gioco che ai risultati, comunque modesti.
Premesso che il principale peccato del suo Milan è stato quello di essersi fatto eliminare dall’Udinese in coppa Italia, competizione che poteva garantire l’accesso all’Europa League, dopo essere stato in vantaggio 10 a San Siro, Seedorf sta facendo peggio di Allegri per due motivi.
In primo luogo è riuscito nell’impresa di inimicarsi a tempo di record quasi tutta la squadra per i suoi atteggiamenti, facendo pentire Berlusconi di aver scelto lui, ignorando il suggerimento di Galliani che aveva già contattato Inzaghi. E poi, per rimanere in ambito strettamente tecnico, invece di usare buon senso anche nelle scelte, a livello tattico in generale e a livello individuale in particolare, ha anteposto l’utopia del futuro all’urgenza del presente. Per rendere l’idea, quando la casa bruciaserve un pompiere, non un architetto che tra le fiamme progetta un nuovo superattico.Tutti i moduli, cioè, vanno bene se ci sono interpreti adeguati. Insistere con il 4231,lanciando e rilanciando Honda, che è un trequartista, sulla fascia destra significa esporlo a brutte figure, con inevitabile sostituzione come l’altra sera aRoma. Il tutto sotto lo sguardo incredulo di Rivera che trentacinque anni fa, quando lasciò il calcio, non avrebbe mai immaginato di rivedere la sua gloriosa maglia numero dieci sulle spalle di un giapponese, involontaria punta dell’iceberg di una crisi sempre più preoccupante.
Se si cambiano 6 giocatori tra una partita e l’altra, anche se la scelta di Amelia era obbligata per la squalifica di Abbiati, non sbaglia il signor Perrone a parlare di armata Brancaleone, affidata alle estemporanee iniziative dei singoli. Balotelli,prima considerato indispensabile ma poi retrocesso in panchina, non può sempre sperare di risolvere tutto con un tiro da fuori area come contro il Bologna, oppure che un difensore gli regali un rigore, come nella gara d’esordio di Seedorf contro il Verona. E soprattutto Pazzini, troppo a lungo sacrificato, non potrà mai segnare se nessuno gli offre un pallone decente. Ma questi ormai sono dettagli, perché il destino di Seedorf sembra segnato. E domani sera, a Firenze, ne sapremo di più.
Ecco il commento del giornalista della rosea sul Milan e sulla situazione di Clarence Seedorf, definito come "Il passato".
Dal generale al particolare.Dall’impietoso confronto tra la supersfida del Bernabeu e la minisfida dell’Olimpico, all’imbarazzante confronto tra il Milan undicesimo di Allegri e quello dodicesimo di Seedorf. Punti di partenza diversi, con un identico punto d’arrivo: la bocciatura dell’allenatore olandese, nel mirino di tutti i tifosi rossoneri con rara, e per questo significativa, unanimità. Per la verità, nelle sue prime dieci giornate di campionato, Seedorf ha ottenuto 2 punti più di Allegri (14 a 12) ma per una volta il giudizio è legato più al (non) gioco che ai risultati, comunque modesti.
Premesso che il principale peccato del suo Milan è stato quello di essersi fatto eliminare dall’Udinese in coppa Italia, competizione che poteva garantire l’accesso all’Europa League, dopo essere stato in vantaggio 10 a San Siro, Seedorf sta facendo peggio di Allegri per due motivi.
In primo luogo è riuscito nell’impresa di inimicarsi a tempo di record quasi tutta la squadra per i suoi atteggiamenti, facendo pentire Berlusconi di aver scelto lui, ignorando il suggerimento di Galliani che aveva già contattato Inzaghi. E poi, per rimanere in ambito strettamente tecnico, invece di usare buon senso anche nelle scelte, a livello tattico in generale e a livello individuale in particolare, ha anteposto l’utopia del futuro all’urgenza del presente. Per rendere l’idea, quando la casa bruciaserve un pompiere, non un architetto che tra le fiamme progetta un nuovo superattico.Tutti i moduli, cioè, vanno bene se ci sono interpreti adeguati. Insistere con il 4231,lanciando e rilanciando Honda, che è un trequartista, sulla fascia destra significa esporlo a brutte figure, con inevitabile sostituzione come l’altra sera aRoma. Il tutto sotto lo sguardo incredulo di Rivera che trentacinque anni fa, quando lasciò il calcio, non avrebbe mai immaginato di rivedere la sua gloriosa maglia numero dieci sulle spalle di un giapponese, involontaria punta dell’iceberg di una crisi sempre più preoccupante.
Se si cambiano 6 giocatori tra una partita e l’altra, anche se la scelta di Amelia era obbligata per la squalifica di Abbiati, non sbaglia il signor Perrone a parlare di armata Brancaleone, affidata alle estemporanee iniziative dei singoli. Balotelli,prima considerato indispensabile ma poi retrocesso in panchina, non può sempre sperare di risolvere tutto con un tiro da fuori area come contro il Bologna, oppure che un difensore gli regali un rigore, come nella gara d’esordio di Seedorf contro il Verona. E soprattutto Pazzini, troppo a lungo sacrificato, non potrà mai segnare se nessuno gli offre un pallone decente. Ma questi ormai sono dettagli, perché il destino di Seedorf sembra segnato. E domani sera, a Firenze, ne sapremo di più.