Stavolta il re è nudo. Rino sta pagando la scelta, in sé meritoria, di impiegare sostanzialmente la medesima formazione, per mesi, partita dopo partita, nel tentativo, riuscito, di raddrizzare una stagione compromessa nella prima parte. La squadra ora è stanca, poco lucida, segue linee di gioco sature e prevedibili, la transizione del pallone difesa-attacco è lenta, poco coordinata nel collettivo, affidata ad iniziative individuali altamente imprecise ed in generale inefficaci. Gli errori dei singoli, in questo frangente, sono madornali, segno manifesto di un disagio del singolo verso l'ambiente che lo circonda. Come uscirne? Dal recupero di una certa disciplina di lavoro settimanale, resa ora possibile dal diradarsi degli impegni infrasettimanali, che il gruppo, numericamente e qualitativamente limitato, particolarmente in certi settori, soffre, specie quando sono ripetuti e frequenti. Più complesso è il problema della tenuta a livello mentale, con il possibile crollo psicologico e di motivazioni dopo la constatazione della perdita, ormai altamente probabile, del quarto posto, che non è mai stato così vicino in queste settimane, ed è svanito per eventi prevedibili e quasi caramboleschi. Qui si vedrà la sostanza vera di un tecnico assai promettente come Gattuso, cui vanno concesse, e tuttavia per l'ultima volta, le attenuanti di una relativa inesperienza. Si vorrà altresì, ma anche qui per l'ultima volta, comprendere la inesperienza di un management alle prese per la prima volta con la gestione di un club complesso come il Milan, ma ciò non potrà non comportare rilievi precisi su una rosa inadeguata, per numeri e carenze tecniche in taluni ruoli, agli obiettivi programmati ad inizio stagione, su un approccio sbagliato, perché inefficiente ed intempestivo, al tema della panchina di Montella, di cui si percepivano i limiti in un tempo di molto anteriore a quello in cui la dirigenza ha deciso di porvi rimedio, ed infine su una trattazione, davvero inaccettabile, della questione del preparatore atletico, cambiato per tre volte in costanza di due gestioni tecniche, fatto del tutto anomalo, perché alla base di uno dei fattori che hanno determinato l'andamento non positivo della squadra nella stagione. Le future ristrettezze di bilancio non potranno essere valida esimente per la società da una azione sul mercato volta a consolidare sul piano dei numeri e della qualità il gruppo esistente, per dare seguito ai programmi societari, che non possono escludere oltre l'obiettivo della Champions League e dei suoi ricchi fatturati. Ci attendiamo risposte all'altezza delle domande, e stavolta senza indulgenze su novità ed inesperienze, ma con la critica rigorosa di errori prevedibili ed inefficienze inescusabili. Ora, chiusura seria e dignitosa del campionato, a mantenere le posizioni attuali, ed attenzione al prossimo 9 maggio, per una partita da vincere. Ad ogni costo.