Inaffidabilità dal punto di vista sportivo, economico (inteso come entrare dirette del club), e finanziario (proprietà, finanziamenti, rifinanziamenti ecc.).
Il fatto di essere in una Serie A più povera rispetto ad altri campionati e senza uno stadio di proprietà è già di per sé penalizzante, e a tutto questo aggiungiamo tutta una serie di elementi che indicano i problemi finanziari del club:
-qualificazione Champions sfumata. Era un punto cardine di Fassone nel piano originario per il VA, costringendo quindi a dirottare sulla qualificazione all'Europa League
-assenza di sponsor importanti dalla Cina. Si parlava di decine di milioni in arrivo dagli sponsor cinesi, ma finora non si è visto quasi niente
-valore dei giocatori in calo anziché in crescita. Nessuno dei nuovi arrivati ha aumentato il suo valore, e i vecchi sono più o meno quotati come l'anno scorso
-progetto stadio totalmente fermo
-nebulosità sulla proprietà
-club in balia continua di finanziamenti e rifinanziamenti
Con tutti questi presupposti, la Uefa boccia il "piano A" e propone il "piano B", cioè ricevere almeno forti garanzie dal proprietario.
Richieste simili erano già state fatte a maggio e a giugno, quando la Uefa aveva considerato nettamente sovrastimati i ricavi dalla Cina e troppo precarie le informazioni sulla proprietà, proponendo così di rinviare il VA sperando di ricevere un piano più soddisfacente e maggiore chiarezza sul proprietario.
La Uefa per accettare un voluntary agreement deve avere prova della fattibilità del piano proposto (previsioni esclusivamente teoriche sui ricavi sono del tutto insufficienti).
Probabilmente il voluntary agreement ce l'avrebbero accettato con un Milan quarto in classifica, un paio di giocatori veramente forti e due giovani in ascesa (dai quali fare cassa se necessario), un progetto stadio almeno preliminare e un Robin Li presidente.
Mancano invece troppe condizioni per soddisfare la Uefa.
Ben venga naturalmente se per grazia divina decideranno di concederci ugualmente il VA.