Milan: no a piccoli azionisti nel CDA e a nuove quote.

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Tuttosport: in questo momento non potranno più esserci nuovi piccoli soci del Milan. È la conseguenza del cambio di posizione del club rossonero verso chi detiene quote simboliche della società. Due settimane fa l’Associazione dei piccoli azionisti (Apa) aveva inviato una lettera al presidente Paolo Scaroni per esprimere la delusione nei confronti della chiusura all’ingresso nel Cda rossonero di un proprio rappresentante, a differenza di quanto successo negli anni scorsi con Marco Patuano e Massimo Ferrari. Era stato proposto l’avvocato Alessandro Dubini, pronipote di Antonio, uno dei fondatori del Milan, ma senza successo. La chiusura a livello di governance ne riflette una più radicale. Il Cda rossonero non darà più il proprio gradimento a nuovi soci. Questo significa che nessuno potrà più comprare nuove azioni e chi già le detiene, ma non ha ancora avuto il gradimento, di fatto non potrà esercitate le proprie facoltà in assemblea. E dire che Apa, in quanto associazione, detiene diverse azioni dopo l’ultimo aumento di capitale, ma ora non potrà più cederle ai singoli tifosi che intendevano sancire il loro affetto verso la squadra rossonera con l’acquisto di quote. Una virata che ha sorpreso i diretti interessati. Negli anni precedenti i rapporti tra Apa e la dirigenza rossonera erano stati positivi. Una delegazione dei piccoli azionisti incontrava un paio di volte all’anno (al di là delle assemblee) l’ex amministratore delegato Ivan Gazidis per scambiare opinioni sull’attività del club. Una consuetudine che si è interrotta dopo che il manager sudafricano ha lasciato l’incarico a novembre dell’anno scorso.

Bilancio in attivo anche a giugno? QUI -) Milan: bilancio in attivo anche a giugno?
 

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Se è il prezzo da pagare per non vedere gente come Ruiu,ben venga.
 

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Tuttosport: in questo momento non potranno più esserci nuovi piccoli soci del Milan. È la conseguenza del cambio di posizione del club rossonero verso chi detiene quote simboliche della società. Due settimane fa l’Associazione dei piccoli azionisti (Apa) aveva inviato una lettera al presidente Paolo Scaroni per esprimere la delusione nei confronti della chiusura all’ingresso nel Cda rossonero di un proprio rappresentante, a differenza di quanto successo negli anni scorsi con Marco Patuano e Massimo Ferrari. Era stato proposto l’avvocato Alessandro Dubini, pronipote di Antonio, uno dei fondatori del Milan, ma senza successo. La chiusura a livello di governance ne riflette una più radicale. Il Cda rossonero non darà più il proprio gradimento a nuovi soci. Questo significa che nessuno potrà più comprare nuove azioni e chi già le detiene, ma non ha ancora avuto il gradimento, di fatto non potrà esercitate le proprie facoltà in assemblea. E dire che Apa, in quanto associazione, detiene diverse azioni dopo l’ultimo aumento di capitale, ma ora non potrà più cederle ai singoli tifosi che intendevano sancire il loro affetto verso la squadra rossonera con l’acquisto di quote. Una virata che ha sorpreso i diretti interessati. Negli anni precedenti i rapporti tra Apa e la dirigenza rossonera erano stati positivi. Una delegazione dei piccoli azionisti incontrava un paio di volte all’anno (al di là delle assemblee) l’ex amministratore delegato Ivan Gazidis per scambiare opinioni sull’attività del club. Una consuetudine che si è interrotta dopo che il manager sudafricano ha lasciato l’incarico a novembre dell’anno scorso.

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Tuttosport: in questo momento non potranno più esserci nuovi piccoli soci del Milan. È la conseguenza del cambio di posizione del club rossonero verso chi detiene quote simboliche della società. Due settimane fa l’Associazione dei piccoli azionisti (Apa) aveva inviato una lettera al presidente Paolo Scaroni per esprimere la delusione nei confronti della chiusura all’ingresso nel Cda rossonero di un proprio rappresentante, a differenza di quanto successo negli anni scorsi con Marco Patuano e Massimo Ferrari. Era stato proposto l’avvocato Alessandro Dubini, pronipote di Antonio, uno dei fondatori del Milan, ma senza successo. La chiusura a livello di governance ne riflette una più radicale. Il Cda rossonero non darà più il proprio gradimento a nuovi soci. Questo significa che nessuno potrà più comprare nuove azioni e chi già le detiene, ma non ha ancora avuto il gradimento, di fatto non potrà esercitate le proprie facoltà in assemblea. E dire che Apa, in quanto associazione, detiene diverse azioni dopo l’ultimo aumento di capitale, ma ora non potrà più cederle ai singoli tifosi che intendevano sancire il loro affetto verso la squadra rossonera con l’acquisto di quote. Una virata che ha sorpreso i diretti interessati. Negli anni precedenti i rapporti tra Apa e la dirigenza rossonera erano stati positivi. Una delegazione dei piccoli azionisti incontrava un paio di volte all’anno (al di là delle assemblee) l’ex amministratore delegato Ivan Gazidis per scambiare opinioni sull’attività del club. Una consuetudine che si è interrotta dopo che il manager sudafricano ha lasciato l’incarico a novembre dell’anno scorso.

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