Tutti i settori giovanili in Italia fanno abbastanza pena, ma è questione di cultura calcistica... già dai pulcini gli allenatori inseguono il risultato invece di perseguire la crescita dei ragazzi. Detto ciò c'è da dire che il nostro è tra i meno peggio, alla fine se guardiamo i giocatori sfornati negli ultimi anni vediamo ragazzi che già poco più che ventenni sono abbastanza centrali nelle rispettive rose:
Donnarumma, Calabria, Locatelli, Bellanova, Pobega, Cutrone, Gabbia.. vediamo come vanno Colombo e Maldini ma da questa generazione qualcuno buono è uscito.
Tutta roba che non giocherebbe in nessuna grande squadra estera, neanche da panchinaro. Giusto Donnarumma, pompato all'inverosimile più per la tradizione di portieri che ha l'italia che per meriti propri, è andato a giocare nel PSG. Cutrone lo ricordo perchè per far giocare lui "attaccato alla maglia" ci siamo bruciati Andrè Silva. Al Milan il concetto di meritocrazia è poco consolidato, piace quello che fa il ruffiano coi tifosi, così che il tifoso stia buono quando si perde il giocatore di alto livello adducendo come alibi il fatto che non voglia rinnovare e non ami il Milan (cosa che fa francamente ridere, scusante che vale per i boccaloni e per chi vuole regalare denaro a Elliott e Redbird). Invece dico che se andiamo dietro a concetti che nulla c'entrano coi meriti sportivi e col talento, non torneremo mai in alto dove il Milan merita di stare.
Il Milan deve puntare a giocatori di alto profilo, come Pedri e Gavi, quando usciranno gente di quel calibro dal settore giovanile ben venga il settore giovanile. Ma occorre investire, parola che non piace alla proprietà, benchè su questa tipologia di investimenti nulla c'entri il fair play finanziario. Purtroppo va in voga il fatto di sottolineare i vincoli della Uefa solo quando fa comodo evidentemente.
Si possono tenere certi elementi giusto per rimpinguare la panchina, se ti presenti in Europa poi con i Pobega e i Calabria esci con le ossa rotte.
