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Sotiris
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Come riportato dal QS, è in atto una guerra fratricida all'interno della dirigenza rossonera. Paolo Maldini è con Gattuso, lo era prima, lo è ora e lo sarà sempre. Maldini negli ultimi mesi ha difeso Ringhio a oltranza contro le altre frange della dirigenza che volevano, e vogliono, l'esonero di Gattuso. Dall'altra parte a guidare il partito dell'esonero c'è Leonardo, che voleva allontanare il tecnico già in estate (poi Maldini riuscì a far confermare Gattuso), supportato adesso anche da Gazidis. Maldini rischia di rimanere solo in questa guerra interna sulla posizione di Gattuso. C'è freddezza tra queste componenti della dirigenza e non sarà facile trovare una soluzione che soddisfi tutti.
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E' ovvio che sia così.
Maldini, per quanto abbia abbandonato il Milan per egocentrismo dal 2009 all'agosto di quest'anno, è comunque un milanista. Un milanista che ragioni non può che vedere quanto il Milan sia dove sia in classifica per miracolo, anche grazie a Gattuso, visti gli infortunati e la campagna acquisti disastrosa dell'ex allenatore dell'Antalyaspor.
L'ex allenatore dell'Antalyaspor è invece un opportunista, non milanista, che ancora deve decidere cosa fare da ex calciatore, se l'allenatore o il dirigente. Per ora ha fallito in entrambi i ruoli. Detesta Gattuso e sotto sotto vuole prendergli la panchina per dimostrare la bontà della sua campagna acquisti. L'ex allenatore dell'Antalyaspor per questa sua ambiguità e incapacità è l'ultimo elemento che una società seria dovrebbe prendere in considerazione come elemento da inserire in organico, porta solo confusione, dissapori e incongruenze.