Secondo quanto riportato da Sky, compatibilmente con i tempi bancari, all'inizio della prossima settimana si saprà se Li avrà versato i primi 10 mln dell'aumento di capitale. Necessari per coprire i costi di gestione. Se non arriveranno, li metterà Elliott. Il fondo in ogni caso non ha interesse a gestire il Milan. Se ne entrasse in possesso poi lo rivenderebbe. Fassone intanto è a Londra alla ricerca di fondi per rifinanziare i due debiti.
Informazione che non tiene conto della realtà, gli azionisti hanno tempo fino al 4 aprile prossimo di versare 0,15 euro per ognuna delle 72 milioni di azioni di nuova emissione, del valore nominale di 0,52 euro cadauna, offerte in sottoscrizione, per il corretto esercizio del relativo diritto di opzione. Non vi è alcun obbligo di versamento anticipato, né violazione di covenant con il creditore Elliott, riguardando esso piuttosto la deliberazione dal cda di nuovo aumento di capitale, alla scadenza e nei tempi indicati, cosa puntualmente avvenuta. Sottolineiamo piuttosto una cosa, al Milan la gestione del club va avanti tra iniezioni di capitale, infruttifero ed irripetibile, ed abbassamento della pressione finanziaria, altrove con forme massicce di nuovo indebitamento bancario, o verso soci, che sta cominciando ad erodere il patrimonio sociale. Una scelta, opinabile, da parte di una proprietà che non potrà contare, come quella rossonera, su flussi finanziari dall'estero per i medesimi motivi. Vedremo, al fondo del tunnel, chi avrà avuto ragione. Abbiamo una idea, ma meglio tacere alla evenienza dei soli fatti.
