Milan: la lettera dei piccoli azionisti a Yonghong Li

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Ecco, di seguito, la lettera aperta scritta dai piccoli azionisti del Milan e indirizzata al presidente rossonero Yonghong Li




Egregio Presidente,

i Piccoli Azionisti dell’A.C. Milan cercano di assolvere nel Club una funzione speciale: portare all’interno degli Organi Sociali l’attenzione, i sentimenti, le speranze e le preoccupazioni dei supporter più avveduti.
Essere, insomma, i portavoce dei “veri proprietari” del Milan.

Già lo scorso anno, mentre le operazioni per la cessione del pacchetto di maggioranza della Società avanzavano a stento, e ciò lasciava il Milan nell’incertezza sul suo futuro, indirizzammo una lettera aperta a Lei e alla Fininvest, invitandovi a concludere in tempi brevi, o a interrompere definitivamente, un processo troppo lungo, che danneggiava innanzitutto il nostro Club e frustrava le aspettative dei tifosi di rivedere il Milan tornare presto ai vertici del calcio.

Avvenuto infine il passaggio di proprietà, abbiamo sostenuto con fiducia i primi passi del nuovo management che si è confrontato senza remore su un progetto economico e sportivo che ci è sembrato trasparente e convincente.

Le inevitabili difficoltà nella sua attuazione sono state però enfatizzate, sin da subito, dalle incertezze sulle disponibilità economico-finanziarie dell’azionista di maggioranza. E dalla perdurante incertezza sul rifinanziamento del debito della Sua holding, contratto per saldare il prezzo dell’acquisizione, a garanzia del quale è stato dato in pegno al fondo Elliot l’intero pacchetto azionario di controllo dell’A.C. Milan.

E’ peraltro evidente che tale incertezza si ripercuota inevitabilmente sul credito del quale gode la Società, debitrice dello stesso fondo in modo tanto intersecato con il credito concesso all’azionista di maggioranza, da rendere sostanzialmente impossibile che le due posizioni - per quanto concettualmente distinte – possano essere definite separatamente.

Tale situazione è oggi aggravata dalle decisioni che l’UEFA ha già assunto - e rischia di assumere ancora - con riguardo alle violazioni delle regole del Financial Fair Play che il Club ha compiuto prima della cessione.

Sappiamo perfettamente che l’atteggiamento del UEFA è stato severo oltre ogni effettiva norma e oltre ogni suo precedente: confidiamo dunque che le difese della Società possano evitare in sede giurisdizionale sanzioni ingiuste e sproporzionate.

E dobbiamo anche dare atto che la Sua holding ha finora regolarmente provveduto a sostenere finanziariamente la Società; e ciò in termini rilevanti.

Tuttavia, ci preme sottolineare che l’incertezza sul rifinanziamento del debito contratto con Elliot - se anche non fosse stata subito rilevata dal UEFA, a torto o a ragione, come elemento decisivo per negare il richiesto Settlement Agreement – è comunque un nodo da sciogliere entro brevissimo tempo.
Pena, diversamente, una crisi della governance societaria, il sostanziale annullamento dei miglioramenti del conto economico già registrati dalla nostra Società, giuste le anticipazioni rilasciate dall’AD Marco Fassone sul significativo incremento dell’EBITDA dell’esercizio in corso, e dell’effettivo quanto inespresso valore di un parco giocatori coraggiosamente rinnovato (ancorché da migliorare ancora).

Il tempo è purtroppo scaduto, Signor Presidente.
UEFA o no, i supporter del Milan hanno bisogno di sapere immediatamente se la Sua holding è in grado sia di rifinanziare senza ulteriori esitazioni il debito con il fondo Elliot, come richiedono le circostanze, sia di sostenere ancora il rilancio economico-sportivo del nostro Club, poiché, sebbene i conti della Società dovranno giungere presto al definitivo equilibrio, anche nell’esercizio 2018/2019 appaiono indispensabili ulteriori iniezioni di liquidità.

Noi abbiamo riposto fiducia nel nuovo corso e abbiamo verificato la grande disponibilità al confronto, mai registrata prima, da parte del nuovo management.
Ma ora è alla Proprietà, è a Lei che spetta di compiere quegli atti responsabili non più procrastinabili.

Se la Sua holding è in grado di rifinanziare immediatamente il credito concessole dal fondo Elliot e di smentire, nei fatti, l’UEFA quanto alla effettiva stabilità e consistenza dell’assetto proprietario del Milan, ci aspettiamo - subito - dichiarazioni e atti conseguenti.
Non c’è più tempo da perdere.

Se invece questa possibilità manca, non vi è altra strada che quella di farsi da parte e di imboccare senza indugio la strada più diretta per cedere la partecipazione ad un nuovo socio di maggioranza, in grado di essere il nuovo custode del patrimonio di storia e passione che la nostra Società rappresenta per milioni di persone in Italia e nel Mondo e di rilanciarla verso quei traguardi dai quali è stata per troppo tempo lontana.

Non vi è una terza via.
Non sarà possibile temporeggiare ancora, mentre la pazienza e il credito dei tifosi viene meno, giorno dopo giorno, e il Milan rischia conseguenze gravi per il suo futuro, che pregiudicherebbero tutto gli sforzi fin qui compiuti per riportare il Club dove merita.

Ci attendiamo un pronto riscontro, in difetto del quale crediamo sia necessario un confronto formale in Assemblea dei Soci, attesi gli inevitabili e diretti riflessi delle scelte della Sua holding sugli interessi e il patrimonio dell’A.C. Milan.

I nostri migliori saluti.

Edoardo Barone (Presidente di APA Milan)
Giuseppe La Scala (Vice Presidente di APA Milan)
 

Super_Lollo

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Il buon Avv La Scala mi ha anticipato di qualche ora.

Ora il tempo è finito , ora è il momento della verità.
 

Lineker10

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Bella lettera, per quanto possa servire.

E' l'ora della resa dei conti per il cinese.
 

kipstar

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li ascolteranno ? o saranno parole vane ? mah.....
 

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Ecco, di seguito, la lettera aperta scritta dai piccoli azionisti del Milan e indirizzata al presidente rossonero Yonghong Li




Egregio Presidente,

i Piccoli Azionisti dell’A.C. Milan cercano di assolvere nel Club una funzione speciale: portare all’interno degli Organi Sociali l’attenzione, i sentimenti, le speranze e le preoccupazioni dei supporter più avveduti.
Essere, insomma, i portavoce dei “veri proprietari” del Milan.

Già lo scorso anno, mentre le operazioni per la cessione del pacchetto di maggioranza della Società avanzavano a stento, e ciò lasciava il Milan nell’incertezza sul suo futuro, indirizzammo una lettera aperta a Lei e alla Fininvest, invitandovi a concludere in tempi brevi, o a interrompere definitivamente, un processo troppo lungo, che danneggiava innanzitutto il nostro Club e frustrava le aspettative dei tifosi di rivedere il Milan tornare presto ai vertici del calcio.

Avvenuto infine il passaggio di proprietà, abbiamo sostenuto con fiducia i primi passi del nuovo management che si è confrontato senza remore su un progetto economico e sportivo che ci è sembrato trasparente e convincente.

Le inevitabili difficoltà nella sua attuazione sono state però enfatizzate, sin da subito, dalle incertezze sulle disponibilità economico-finanziarie dell’azionista di maggioranza. E dalla perdurante incertezza sul rifinanziamento del debito della Sua holding, contratto per saldare il prezzo dell’acquisizione, a garanzia del quale è stato dato in pegno al fondo Elliot l’intero pacchetto azionario di controllo dell’A.C. Milan.

E’ peraltro evidente che tale incertezza si ripercuota inevitabilmente sul credito del quale gode la Società, debitrice dello stesso fondo in modo tanto intersecato con il credito concesso all’azionista di maggioranza, da rendere sostanzialmente impossibile che le due posizioni - per quanto concettualmente distinte – possano essere definite separatamente.

Tale situazione è oggi aggravata dalle decisioni che l’UEFA ha già assunto - e rischia di assumere ancora - con riguardo alle violazioni delle regole del Financial Fair Play che il Club ha compiuto prima della cessione.

Sappiamo perfettamente che l’atteggiamento del UEFA è stato severo oltre ogni effettiva norma e oltre ogni suo precedente: confidiamo dunque che le difese della Società possano evitare in sede giurisdizionale sanzioni ingiuste e sproporzionate.

E dobbiamo anche dare atto che la Sua holding ha finora regolarmente provveduto a sostenere finanziariamente la Società; e ciò in termini rilevanti.

Tuttavia, ci preme sottolineare che l’incertezza sul rifinanziamento del debito contratto con Elliot - se anche non fosse stata subito rilevata dal UEFA, a torto o a ragione, come elemento decisivo per negare il richiesto Settlement Agreement – è comunque un nodo da sciogliere entro brevissimo tempo.
Pena, diversamente, una crisi della governance societaria, il sostanziale annullamento dei miglioramenti del conto economico già registrati dalla nostra Società, giuste le anticipazioni rilasciate dall’AD Marco Fassone sul significativo incremento dell’EBITDA dell’esercizio in corso, e dell’effettivo quanto inespresso valore di un parco giocatori coraggiosamente rinnovato (ancorché da migliorare ancora).

Il tempo è purtroppo scaduto, Signor Presidente.
UEFA o no, i supporter del Milan hanno bisogno di sapere immediatamente se la Sua holding è in grado sia di rifinanziare senza ulteriori esitazioni il debito con il fondo Elliot, come richiedono le circostanze, sia di sostenere ancora il rilancio economico-sportivo del nostro Club, poiché, sebbene i conti della Società dovranno giungere presto al definitivo equilibrio, anche nell’esercizio 2018/2019 appaiono indispensabili ulteriori iniezioni di liquidità.

Noi abbiamo riposto fiducia nel nuovo corso e abbiamo verificato la grande disponibilità al confronto, mai registrata prima, da parte del nuovo management.
Ma ora è alla Proprietà, è a Lei che spetta di compiere quegli atti responsabili non più procrastinabili.

Se la Sua holding è in grado di rifinanziare immediatamente il credito concessole dal fondo Elliot e di smentire, nei fatti, l’UEFA quanto alla effettiva stabilità e consistenza dell’assetto proprietario del Milan, ci aspettiamo - subito - dichiarazioni e atti conseguenti.
Non c’è più tempo da perdere.

Se invece questa possibilità manca, non vi è altra strada che quella di farsi da parte e di imboccare senza indugio la strada più diretta per cedere la partecipazione ad un nuovo socio di maggioranza, in grado di essere il nuovo custode del patrimonio di storia e passione che la nostra Società rappresenta per milioni di persone in Italia e nel Mondo e di rilanciarla verso quei traguardi dai quali è stata per troppo tempo lontana.

Non vi è una terza via.
Non sarà possibile temporeggiare ancora, mentre la pazienza e il credito dei tifosi viene meno, giorno dopo giorno, e il Milan rischia conseguenze gravi per il suo futuro, che pregiudicherebbero tutto gli sforzi fin qui compiuti per riportare il Club dove merita.

Ci attendiamo un pronto riscontro, in difetto del quale crediamo sia necessario un confronto formale in Assemblea dei Soci, attesi gli inevitabili e diretti riflessi delle scelte della Sua holding sugli interessi e il patrimonio dell’A.C. Milan.

I nostri migliori saluti.

Edoardo Barone (Presidente di APA Milan)
Giuseppe La Scala (Vice Presidente di APA Milan)

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Berlusconi risponderebbe : 'se siete tristi voi per il milan immaginate io che ci rimetto un sacco di soldi ogni anno'.
Ecco, appunto.
Dubito Li avrà un approccio tanto sentimentale alla faccenda, ma ragionerà con le sue tasche e per le sue tasche.
 
L

luis4

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Ecco, di seguito, la lettera aperta scritta dai piccoli azionisti del Milan e indirizzata al presidente rossonero Yonghong Li




Egregio Presidente,

i Piccoli Azionisti dell’A.C. Milan cercano di assolvere nel Club una funzione speciale: portare all’interno degli Organi Sociali l’attenzione, i sentimenti, le speranze e le preoccupazioni dei supporter più avveduti.
Essere, insomma, i portavoce dei “veri proprietari” del Milan.

Già lo scorso anno, mentre le operazioni per la cessione del pacchetto di maggioranza della Società avanzavano a stento, e ciò lasciava il Milan nell’incertezza sul suo futuro, indirizzammo una lettera aperta a Lei e alla Fininvest, invitandovi a concludere in tempi brevi, o a interrompere definitivamente, un processo troppo lungo, che danneggiava innanzitutto il nostro Club e frustrava le aspettative dei tifosi di rivedere il Milan tornare presto ai vertici del calcio.

Avvenuto infine il passaggio di proprietà, abbiamo sostenuto con fiducia i primi passi del nuovo management che si è confrontato senza remore su un progetto economico e sportivo che ci è sembrato trasparente e convincente.

Le inevitabili difficoltà nella sua attuazione sono state però enfatizzate, sin da subito, dalle incertezze sulle disponibilità economico-finanziarie dell’azionista di maggioranza. E dalla perdurante incertezza sul rifinanziamento del debito della Sua holding, contratto per saldare il prezzo dell’acquisizione, a garanzia del quale è stato dato in pegno al fondo Elliot l’intero pacchetto azionario di controllo dell’A.C. Milan.

E’ peraltro evidente che tale incertezza si ripercuota inevitabilmente sul credito del quale gode la Società, debitrice dello stesso fondo in modo tanto intersecato con il credito concesso all’azionista di maggioranza, da rendere sostanzialmente impossibile che le due posizioni - per quanto concettualmente distinte – possano essere definite separatamente.

Tale situazione è oggi aggravata dalle decisioni che l’UEFA ha già assunto - e rischia di assumere ancora - con riguardo alle violazioni delle regole del Financial Fair Play che il Club ha compiuto prima della cessione.

Sappiamo perfettamente che l’atteggiamento del UEFA è stato severo oltre ogni effettiva norma e oltre ogni suo precedente: confidiamo dunque che le difese della Società possano evitare in sede giurisdizionale sanzioni ingiuste e sproporzionate.

E dobbiamo anche dare atto che la Sua holding ha finora regolarmente provveduto a sostenere finanziariamente la Società; e ciò in termini rilevanti.

Tuttavia, ci preme sottolineare che l’incertezza sul rifinanziamento del debito contratto con Elliot - se anche non fosse stata subito rilevata dal UEFA, a torto o a ragione, come elemento decisivo per negare il richiesto Settlement Agreement – è comunque un nodo da sciogliere entro brevissimo tempo.
Pena, diversamente, una crisi della governance societaria, il sostanziale annullamento dei miglioramenti del conto economico già registrati dalla nostra Società, giuste le anticipazioni rilasciate dall’AD Marco Fassone sul significativo incremento dell’EBITDA dell’esercizio in corso, e dell’effettivo quanto inespresso valore di un parco giocatori coraggiosamente rinnovato (ancorché da migliorare ancora).

Il tempo è purtroppo scaduto, Signor Presidente.
UEFA o no, i supporter del Milan hanno bisogno di sapere immediatamente se la Sua holding è in grado sia di rifinanziare senza ulteriori esitazioni il debito con il fondo Elliot, come richiedono le circostanze, sia di sostenere ancora il rilancio economico-sportivo del nostro Club, poiché, sebbene i conti della Società dovranno giungere presto al definitivo equilibrio, anche nell’esercizio 2018/2019 appaiono indispensabili ulteriori iniezioni di liquidità.

Noi abbiamo riposto fiducia nel nuovo corso e abbiamo verificato la grande disponibilità al confronto, mai registrata prima, da parte del nuovo management.
Ma ora è alla Proprietà, è a Lei che spetta di compiere quegli atti responsabili non più procrastinabili.

Se la Sua holding è in grado di rifinanziare immediatamente il credito concessole dal fondo Elliot e di smentire, nei fatti, l’UEFA quanto alla effettiva stabilità e consistenza dell’assetto proprietario del Milan, ci aspettiamo - subito - dichiarazioni e atti conseguenti.
Non c’è più tempo da perdere.

Se invece questa possibilità manca, non vi è altra strada che quella di farsi da parte e di imboccare senza indugio la strada più diretta per cedere la partecipazione ad un nuovo socio di maggioranza, in grado di essere il nuovo custode del patrimonio di storia e passione che la nostra Società rappresenta per milioni di persone in Italia e nel Mondo e di rilanciarla verso quei traguardi dai quali è stata per troppo tempo lontana.

Non vi è una terza via.
Non sarà possibile temporeggiare ancora, mentre la pazienza e il credito dei tifosi viene meno, giorno dopo giorno, e il Milan rischia conseguenze gravi per il suo futuro, che pregiudicherebbero tutto gli sforzi fin qui compiuti per riportare il Club dove merita.

Ci attendiamo un pronto riscontro, in difetto del quale crediamo sia necessario un confronto formale in Assemblea dei Soci, attesi gli inevitabili e diretti riflessi delle scelte della Sua holding sugli interessi e il patrimonio dell’A.C. Milan.

I nostri migliori saluti.

Edoardo Barone (Presidente di APA Milan)
Giuseppe La Scala (Vice Presidente di APA Milan)

basta che facciano presto perchè siamo completamente fermi.
 

Toby rosso nero

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Essere, insomma, i portavoce dei “veri proprietari” del Milan.

Già lo scorso anno, mentre le operazioni per la cessione del pacchetto di maggioranza della Società avanzavano a stento, e ciò lasciava il Milan nell’incertezza sul suo futuro, indirizzammo una lettera aperta a Lei e alla Fininvest, invitandovi a concludere in tempi brevi, o a interrompere definitivamente, un processo troppo lungo, che danneggiava innanzitutto il nostro Club e frustrava le aspettative dei tifosi di rivedere il Milan tornare presto ai vertici del calcio.

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Le inevitabili difficoltà nella sua attuazione sono state però enfatizzate, sin da subito, dalle incertezze sulle disponibilità economico-finanziarie dell’azionista di maggioranza. E dalla perdurante incertezza sul rifinanziamento del debito della Sua holding, contratto per saldare il prezzo dell’acquisizione, a garanzia del quale è stato dato in pegno al fondo Elliot l’intero pacchetto azionario di controllo dell’A.C. Milan.

E’ peraltro evidente che tale incertezza si ripercuota inevitabilmente sul credito del quale gode la Società, debitrice dello stesso fondo in modo tanto intersecato con il credito concesso all’azionista di maggioranza, da rendere sostanzialmente impossibile che le due posizioni - per quanto concettualmente distinte – possano essere definite separatamente.

Tale situazione è oggi aggravata dalle decisioni che l’UEFA ha già assunto - e rischia di assumere ancora - con riguardo alle violazioni delle regole del Financial Fair Play che il Club ha compiuto prima della cessione.

Sappiamo perfettamente che l’atteggiamento del UEFA è stato severo oltre ogni effettiva norma e oltre ogni suo precedente: confidiamo dunque che le difese della Società possano evitare in sede giurisdizionale sanzioni ingiuste e sproporzionate.

E dobbiamo anche dare atto che la Sua holding ha finora regolarmente provveduto a sostenere finanziariamente la Società; e ciò in termini rilevanti.

Tuttavia, ci preme sottolineare che l’incertezza sul rifinanziamento del debito contratto con Elliot - se anche non fosse stata subito rilevata dal UEFA, a torto o a ragione, come elemento decisivo per negare il richiesto Settlement Agreement – è comunque un nodo da sciogliere entro brevissimo tempo.
Pena, diversamente, una crisi della governance societaria, il sostanziale annullamento dei miglioramenti del conto economico già registrati dalla nostra Società, giuste le anticipazioni rilasciate dall’AD Marco Fassone sul significativo incremento dell’EBITDA dell’esercizio in corso, e dell’effettivo quanto inespresso valore di un parco giocatori coraggiosamente rinnovato (ancorché da migliorare ancora).

Il tempo è purtroppo scaduto, Signor Presidente.
UEFA o no, i supporter del Milan hanno bisogno di sapere immediatamente se la Sua holding è in grado sia di rifinanziare senza ulteriori esitazioni il debito con il fondo Elliot, come richiedono le circostanze, sia di sostenere ancora il rilancio economico-sportivo del nostro Club, poiché, sebbene i conti della Società dovranno giungere presto al definitivo equilibrio, anche nell’esercizio 2018/2019 appaiono indispensabili ulteriori iniezioni di liquidità.

Noi abbiamo riposto fiducia nel nuovo corso e abbiamo verificato la grande disponibilità al confronto, mai registrata prima, da parte del nuovo management.
Ma ora è alla Proprietà, è a Lei che spetta di compiere quegli atti responsabili non più procrastinabili.

Se la Sua holding è in grado di rifinanziare immediatamente il credito concessole dal fondo Elliot e di smentire, nei fatti, l’UEFA quanto alla effettiva stabilità e consistenza dell’assetto proprietario del Milan, ci aspettiamo - subito - dichiarazioni e atti conseguenti.
Non c’è più tempo da perdere.

Se invece questa possibilità manca, non vi è altra strada che quella di farsi da parte e di imboccare senza indugio la strada più diretta per cedere la partecipazione ad un nuovo socio di maggioranza, in grado di essere il nuovo custode del patrimonio di storia e passione che la nostra Società rappresenta per milioni di persone in Italia e nel Mondo e di rilanciarla verso quei traguardi dai quali è stata per troppo tempo lontana.

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Lettera equilibrata e ben scritta, perchè non si tira comunque indietro a sottolineare le differenze della nuova con la sciagurata passata gestione.
Ma dopo la carota c'è il bastone, perchè fanno ben capire che è ora di cambiar passo e farsi da parte se non si è all'altezza.

Non servirà a nulla ma queste sono le cose giuste da scrivere e leggere.
 
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