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I quotidiani in edicola su PSG - Milan in programma stasera
GDS: Milan, tira fuori il Diavolo. Svolta Milan a Parigi? Etichetta abusata, ma, in questo caso, ci sta. Per almeno tre buone ragioni: perché il Diavolo ha appena perso il secondo scontro diretto (Juve) e ha bisogno di rialzarsi; perché il match è fondamentale per la qualificazione; perché cadere anche stasera renderebbe più lunga e faticosa la trasferta di domenica al Maradona contro un Napoli rifiorito. Reazione, dicevamo. Dopo il traumatico 5-1, il Diavolo ha sputato fuori la sua frustrazione con una grande prestazione in coppa. Non ha ricavato un gol dai 25 tiri con cui ha impallinato il Newcastle, ma quella partita restituì fiducia e forza al Milan che, con una sgasata, conquistò la vetta del cam- pionato. È esattamente ciò che chiede stanotte Pioli al Milan: rialzarsi con rabbia. Qualificazione. Il tecnico rossonero si aspetta la risoluzione dell’enigma all’ultima partita del girone. Ci sta. Ha ragione anche quando osserva che il Diavolo stanotte non è condannato a vincere, ma è anche vero che, in caso di sconfitta, sarebbe poi condannato a vincere le ultime 3 per arrivare almeno a 11 punti. Un miracolo più che un’impresa. La morale è questa: al Parco dei Principi il Milan deve fare risultato con una prestazione da vero Milan che abbia ricadute virtuose sul campionato. Mbappè? Dovrà essere il Milan a marcarlo e non un solo giocatore. Servirà segnare. In questa Champions, il Milan non ne ha ancora segnato uno. Il Psg non consentirà 25 tiri come il Newcastle, il Diavolo dovrà farsi bastare quei pochi. Olivier non segna dal primo settembre. Leao ha appena compiuto un mese di astinenza (23 settembre, Milan-Verona). Urge la sveglia. Il popolo coccola Rafa e brucia le critiche come versetti satanici. Ma il Milan può accontentarsi di questo Leao che finora ha segnato 3 gol e giocato a sprazzi? Pioli no. Gli chiede di puntare di più la porta, di entrare di più in area, di buttarsi dentro sui cross da destra. La sfida con Mbappé può incendiargli l’orgoglio e farlo crescere. Hanno 24 anni entrambi, solo che Kylian ha già segnato 4 gol in due finali mondiali, di cui una vinta, e la sua stagione parigina conta già 9 reti. Ma questa notte, zeppa di sentimenti come una soap-opera sudamericana, tra fratelli contro (Hernandez), ex nemici da derby (Skriniar, Hakimi), ex dal cuore confuso (Donnarumma), parigini di ritorno (Adli, Maignan), può essere la notte buona di Rafa. Il Parco dei Principi sa incoronare.
Tuttosport in edicola sulla gabbia di Pioli per Mbappè: al termine della passeggiata sul prato da biliardo del Parco dei Principi, Stefano Pioli ha raccolto a sé i giocatori e ha parlato loro fitto, fitto prima che il momento (solenne) si sciogliesse in un applauso benaugurante. «Si è parlato di convinzione, personalità: per affrontare il Psg servono le nostre caratteristiche e metterle in campo con forza, coraggio, senza spaventarci se ci saranno dei rischi e dei pericoli». Il mostro a tre teste che popola gli incubi rossoneri ha le sembianze di Kylian Mbappé. Facile dire di non spaventarsi, visto quanto il francese combina quando è in serata. E in Champions, soprattutto davanti ai propri tifosi, difficilmente sbaglia partita. «Mbappé ha una capacità di movimento incredibile e una velocità altrettanto incredibile. Chi si troverà nella sua zona dovrà essere molto attento e preparato per provare ad anticipare ogni suo movimento: più sporcheremo i palloni per lui, più lo limiteremo», ha spiegato poi Pioli in conferenza stampa. Per provare ad arginarlo, l’allenatore utilizzerà due dei giocatori più “fisicati”, veloci ed esplosivi presenti nel suo mazzo, ovvero Yunus Musah e, novità dell’ultima ora, Pierre Kalulu. Obiettivo è creargli una gabbia intorno, o meglio, una ragnatela, per tentare di prevenire il problema, limitando al fuoriclasse del Paris-Saint Germain i palloni giocabili a disposizione. Una mission impossible? Stasera la sentenza.
Regalo per la 200ª al Milan
Una volta risolto il problema principale, ce ne sarebbe pure un altro tutt’altro che secondario da risolvere, quello dell’astinenza da gol che, in Europa, ha ormai raggiunto connotati preoccupanti perché, considerata pure la scorsa edizione di Champions, nelle ultime 4 gare giocate (gli euroderby, più Newcastle e Dortmund), il Milan non ha mosso il punteggi. Il che, per quanto contano le statistiche, mai è accaduto nella storia delle coppe europee. «Ma io col Psg vorrei rivedere tutto di quanto fatto, perché abbiamo giocato due partite da Champions e finora siamo la squadra che ha tirato più in porta. In tal senso vi ricordo che il calcio è strano.... Credo che col Psg avremo molte meno occasioni, ma magari con 4 tiri in porta faremo 5 gol», ha scherzato Pioli, alla 200ª gara sulla panchina del Milan, tornando poi serio nell’inquadrare l’avversario: «Luis Enrique sta facendo un lavoro incredibile: prima il Psg si affidava a grandissimi campioni, ora lavora più di squadra con grandissimi campioni. La sua squadra comunque gioca con 4 giocatori offensivi: potrebbe essere rischioso sia aspettarli che andarli a prendere. L’importante è fare le cose insieme, con la stessa idea, con i tempi giusti, sapendo che potremmo anche, una volta saltata la prima pressione, essere pericolosi perché noi siamo il Milan e vogliamo giocare a testa alta». Tira aria di spareggio, ma l’allenatore non è d’accordo: «Questa è una partita molto importante, come lo sarà la prossima a San Siro, ma mi auguro che non saranno decisive. Anzi, penso che questo girone possa risolversi soltanto all’ultima giornata». L’ultimo pensiero è per Rafa Leao, sotto i riflettori in contrapposizione a Mbappé. Se Giroud è a secco da dieci gare (nazionale compresa), il portoghese non segna da un mese (rete decisiva al Verona, 23 settembre), ma questo non ha certo inficiato la fiducia che Pioli ripone in lui: «Rafa deve fare quello che sente dentro la partita, ma deve cercare la porta, deve essere determinante e lui sta lavorando su questo».
CorSera: Rien ne va plus. Come al casinò. Ma con una grossa differenza: stasera al Parco dei Principi, nella partita che potrebbe decidere il futuro della sua Champions, al Milan la buona sorte non basterà. Serviranno lucidità, carattere, mestiere, risolutezza: esattamente ciò che è mancato domenica contro la Juventus. La classifica del gruppo F non lascia molto spazio ai calcoli: sprofondati al terzo posto dopo i due deludenti 0-0 contro Newcastle e Dortmund, i rossoneri sono già spalle al muro e devono per forza di cose puntare al colpo grosso stasera contro il Psg di Mbappé. Missione durissima, ma non impossibile. Messi non c’è più, Neymar nemmeno: il coefficiente di difficoltà resta decisamente elevato, come il valore della rosa di Luis Enrique che supera il miliardo di euro complessivo contro i 500 milioni del Milan, ma le chance per tentare l’all-in ci sono e vanno sfruttate. Anche perché in Champions c’è una regola non scritta: vinci solo se ci provi. Un pareggio terrebbe il Diavolo ancora in corsa, ma con l’obbligo di non sbagliare più nulla nelle ultime tre partite, mentre una sconfitta somiglierebbe molto a una condanna. Prima di tutto stasera bisognerà trovare il modo di fermare Mbappè. La sua marcatura sarà una delle chiavi della partita, se non la principale. Pioli sta pensando di mettergli addosso il più rapido Kalulu al posto di Calabria: mossa sensata, stamane la decisione. Il piccolo Kylian da bambino era tifoso milanista, c’è pure una foto a testimoniarlo, con la sua bella maglietta rossonera e il sorriso furbo. Difficile però si faccia intenerire. Al casinò Champions, ognuno gioca per sé.
CorSport: Pioli è senza scelta e sogna l'impresa. Terzo posto nel girone dopo due pareggi senza reti all’attivo: i rossoneri sono obbligati a vincere per restare ancora in corsa
GDS: Milan, tira fuori il Diavolo. Svolta Milan a Parigi? Etichetta abusata, ma, in questo caso, ci sta. Per almeno tre buone ragioni: perché il Diavolo ha appena perso il secondo scontro diretto (Juve) e ha bisogno di rialzarsi; perché il match è fondamentale per la qualificazione; perché cadere anche stasera renderebbe più lunga e faticosa la trasferta di domenica al Maradona contro un Napoli rifiorito. Reazione, dicevamo. Dopo il traumatico 5-1, il Diavolo ha sputato fuori la sua frustrazione con una grande prestazione in coppa. Non ha ricavato un gol dai 25 tiri con cui ha impallinato il Newcastle, ma quella partita restituì fiducia e forza al Milan che, con una sgasata, conquistò la vetta del cam- pionato. È esattamente ciò che chiede stanotte Pioli al Milan: rialzarsi con rabbia. Qualificazione. Il tecnico rossonero si aspetta la risoluzione dell’enigma all’ultima partita del girone. Ci sta. Ha ragione anche quando osserva che il Diavolo stanotte non è condannato a vincere, ma è anche vero che, in caso di sconfitta, sarebbe poi condannato a vincere le ultime 3 per arrivare almeno a 11 punti. Un miracolo più che un’impresa. La morale è questa: al Parco dei Principi il Milan deve fare risultato con una prestazione da vero Milan che abbia ricadute virtuose sul campionato. Mbappè? Dovrà essere il Milan a marcarlo e non un solo giocatore. Servirà segnare. In questa Champions, il Milan non ne ha ancora segnato uno. Il Psg non consentirà 25 tiri come il Newcastle, il Diavolo dovrà farsi bastare quei pochi. Olivier non segna dal primo settembre. Leao ha appena compiuto un mese di astinenza (23 settembre, Milan-Verona). Urge la sveglia. Il popolo coccola Rafa e brucia le critiche come versetti satanici. Ma il Milan può accontentarsi di questo Leao che finora ha segnato 3 gol e giocato a sprazzi? Pioli no. Gli chiede di puntare di più la porta, di entrare di più in area, di buttarsi dentro sui cross da destra. La sfida con Mbappé può incendiargli l’orgoglio e farlo crescere. Hanno 24 anni entrambi, solo che Kylian ha già segnato 4 gol in due finali mondiali, di cui una vinta, e la sua stagione parigina conta già 9 reti. Ma questa notte, zeppa di sentimenti come una soap-opera sudamericana, tra fratelli contro (Hernandez), ex nemici da derby (Skriniar, Hakimi), ex dal cuore confuso (Donnarumma), parigini di ritorno (Adli, Maignan), può essere la notte buona di Rafa. Il Parco dei Principi sa incoronare.
Tuttosport in edicola sulla gabbia di Pioli per Mbappè: al termine della passeggiata sul prato da biliardo del Parco dei Principi, Stefano Pioli ha raccolto a sé i giocatori e ha parlato loro fitto, fitto prima che il momento (solenne) si sciogliesse in un applauso benaugurante. «Si è parlato di convinzione, personalità: per affrontare il Psg servono le nostre caratteristiche e metterle in campo con forza, coraggio, senza spaventarci se ci saranno dei rischi e dei pericoli». Il mostro a tre teste che popola gli incubi rossoneri ha le sembianze di Kylian Mbappé. Facile dire di non spaventarsi, visto quanto il francese combina quando è in serata. E in Champions, soprattutto davanti ai propri tifosi, difficilmente sbaglia partita. «Mbappé ha una capacità di movimento incredibile e una velocità altrettanto incredibile. Chi si troverà nella sua zona dovrà essere molto attento e preparato per provare ad anticipare ogni suo movimento: più sporcheremo i palloni per lui, più lo limiteremo», ha spiegato poi Pioli in conferenza stampa. Per provare ad arginarlo, l’allenatore utilizzerà due dei giocatori più “fisicati”, veloci ed esplosivi presenti nel suo mazzo, ovvero Yunus Musah e, novità dell’ultima ora, Pierre Kalulu. Obiettivo è creargli una gabbia intorno, o meglio, una ragnatela, per tentare di prevenire il problema, limitando al fuoriclasse del Paris-Saint Germain i palloni giocabili a disposizione. Una mission impossible? Stasera la sentenza.
Regalo per la 200ª al Milan
Una volta risolto il problema principale, ce ne sarebbe pure un altro tutt’altro che secondario da risolvere, quello dell’astinenza da gol che, in Europa, ha ormai raggiunto connotati preoccupanti perché, considerata pure la scorsa edizione di Champions, nelle ultime 4 gare giocate (gli euroderby, più Newcastle e Dortmund), il Milan non ha mosso il punteggi. Il che, per quanto contano le statistiche, mai è accaduto nella storia delle coppe europee. «Ma io col Psg vorrei rivedere tutto di quanto fatto, perché abbiamo giocato due partite da Champions e finora siamo la squadra che ha tirato più in porta. In tal senso vi ricordo che il calcio è strano.... Credo che col Psg avremo molte meno occasioni, ma magari con 4 tiri in porta faremo 5 gol», ha scherzato Pioli, alla 200ª gara sulla panchina del Milan, tornando poi serio nell’inquadrare l’avversario: «Luis Enrique sta facendo un lavoro incredibile: prima il Psg si affidava a grandissimi campioni, ora lavora più di squadra con grandissimi campioni. La sua squadra comunque gioca con 4 giocatori offensivi: potrebbe essere rischioso sia aspettarli che andarli a prendere. L’importante è fare le cose insieme, con la stessa idea, con i tempi giusti, sapendo che potremmo anche, una volta saltata la prima pressione, essere pericolosi perché noi siamo il Milan e vogliamo giocare a testa alta». Tira aria di spareggio, ma l’allenatore non è d’accordo: «Questa è una partita molto importante, come lo sarà la prossima a San Siro, ma mi auguro che non saranno decisive. Anzi, penso che questo girone possa risolversi soltanto all’ultima giornata». L’ultimo pensiero è per Rafa Leao, sotto i riflettori in contrapposizione a Mbappé. Se Giroud è a secco da dieci gare (nazionale compresa), il portoghese non segna da un mese (rete decisiva al Verona, 23 settembre), ma questo non ha certo inficiato la fiducia che Pioli ripone in lui: «Rafa deve fare quello che sente dentro la partita, ma deve cercare la porta, deve essere determinante e lui sta lavorando su questo».
CorSera: Rien ne va plus. Come al casinò. Ma con una grossa differenza: stasera al Parco dei Principi, nella partita che potrebbe decidere il futuro della sua Champions, al Milan la buona sorte non basterà. Serviranno lucidità, carattere, mestiere, risolutezza: esattamente ciò che è mancato domenica contro la Juventus. La classifica del gruppo F non lascia molto spazio ai calcoli: sprofondati al terzo posto dopo i due deludenti 0-0 contro Newcastle e Dortmund, i rossoneri sono già spalle al muro e devono per forza di cose puntare al colpo grosso stasera contro il Psg di Mbappé. Missione durissima, ma non impossibile. Messi non c’è più, Neymar nemmeno: il coefficiente di difficoltà resta decisamente elevato, come il valore della rosa di Luis Enrique che supera il miliardo di euro complessivo contro i 500 milioni del Milan, ma le chance per tentare l’all-in ci sono e vanno sfruttate. Anche perché in Champions c’è una regola non scritta: vinci solo se ci provi. Un pareggio terrebbe il Diavolo ancora in corsa, ma con l’obbligo di non sbagliare più nulla nelle ultime tre partite, mentre una sconfitta somiglierebbe molto a una condanna. Prima di tutto stasera bisognerà trovare il modo di fermare Mbappè. La sua marcatura sarà una delle chiavi della partita, se non la principale. Pioli sta pensando di mettergli addosso il più rapido Kalulu al posto di Calabria: mossa sensata, stamane la decisione. Il piccolo Kylian da bambino era tifoso milanista, c’è pure una foto a testimoniarlo, con la sua bella maglietta rossonera e il sorriso furbo. Difficile però si faccia intenerire. Al casinò Champions, ognuno gioca per sé.
CorSport: Pioli è senza scelta e sogna l'impresa. Terzo posto nel girone dopo due pareggi senza reti all’attivo: i rossoneri sono obbligati a vincere per restare ancora in corsa