Milan: dossier infortuni sul tavolo. L'analisi.

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Tuttosport in edicola: Milanello non ha mai tenuto chiusi i battenti: i giocatori colpiti da infortuni hanno proseguito i lavori di recupero, mentre ieri è tornato a rotolare il pallone sul campo per la ripresa degli allenamenti. Ma questi giorni saranno anche quelli in cui il club aprirà in maniera approfondita i vari dossier che riguardano il problema legato agli infortuni. Una piaga che sta portando il Milan a non essere mai al completo, mettendone a rischio le ambizioni di classifica, sia in Italia sia in Champions League. Ecco perché la resa dei conti è ormai prossima, con la società pronta ad approfondire fino alla radice tutti i dossier che compongono il macro-problema degli infortuni. Lo farà, ovviamente, coinvolgendo Stefano Pioli come responsabile dello staff che lavora quotidianamente a Milanello.

Le aree d’indagine sono diverse: dalla preparazione atletica estiva ai carichi di lavoro quotidiani a Milanello, dalla gestione del recupero post impegni ai programmi atletici di prevenzione degli infortuni e, in ultima istanza, una valutazione generale sui membri dello staff. Su quest’ultimo punto, come ovvio e logico che sia, si entrerà in un’area molto delicata per Pioli e per chi collabora con lui da anni. Non è facile, per un club, intervenire su persone fidate dell’allenatore rischiando di generare una questione di principio che potrebbe portare il coach a una difesa strenua dei propri uomini. Si potrebbe generare un ulteriore cortocircuito, visto che i risultati - vittoria contro il Psg a parte - sono stati deludenti e hanno posto Pioli nella scomoda posizione di non avere più molti margini d’errore. La ripresa post sosta non sarà delle più semplici, con Fiorentina e Dortmund crocevia importanti delle ambizioni domestiche ed europee, oltre a poter rappresentare un bivio sulla panchina rossonera. Se la discussione dovesse essere diversa, quindi con le questioni di principio lasciate da parte, allora si potrebbero aprire altri scenari come, ad esempio, l’entrata a Milanello di figure che possano prendere in mano a pieno, sul campo e a livello di database, la preparazione della squadra.

E poi c’è il terzo scenario, quello che oggi risulta il più attuabile. Ovvero che l’attuale staff dei preparatori atletici, su richiesta della dirigenza, cambi metodologia di lavoro per vedere se ci saranno miglioramenti o se il trend negativo continuerà. Ma in ogni caso, il club tiene tutto monitorato e, qualora le cose non dovessero cambiare in positivo, si farà trovare sicuramente pronto per intervenire. Di certo c’è che, a prescindere dai membri della dirigenza, il problema legato agli infortuni è una costante e anche i giocatori stessi non potranno essere felici di scendere in campo con una squadra mai al completo. Perché il grande rammarico che serpeggia tra Milanello e Casa Milan è che, quando Pioli ha avuto a disposizione la formazione titolare, ha fatto risultati e offerto un bel gioco. Senza, è crollato nelle prestazioni e nei punti ottenuti. Saranno giorni in cui si inizieranno a cercare le risposte a tutti questi problemi. Perché adesso non c’è più tempo per mettere la polvere sotto il tappeto.

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Tuttosport in edicola: Milanello non ha mai tenuto chiusi i battenti: i giocatori colpiti da infortuni hanno proseguito i lavori di recupero, mentre ieri è tornato a rotolare il pallone sul campo per la ripresa degli allenamenti. Ma questi giorni saranno anche quelli in cui il club aprirà in maniera approfondita i vari dossier che riguardano il problema legato agli infortuni. Una piaga che sta portando il Milan a non essere mai al completo, mettendone a rischio le ambizioni di classifica, sia in Italia sia in Champions League. Ecco perché la resa dei conti è ormai prossima, con la società pronta ad approfondire fino alla radice tutti i dossier che compongono il macro-problema degli infortuni. Lo farà, ovviamente, coinvolgendo Stefano Pioli come responsabile dello staff che lavora quotidianamente a Milanello.

Le aree d’indagine sono diverse: dalla preparazione atletica estiva ai carichi di lavoro quotidiani a Milanello, dalla gestione del recupero post impegni ai programmi atletici di prevenzione degli infortuni e, in ultima istanza, una valutazione generale sui membri dello staff. Su quest’ultimo punto, come ovvio e logico che sia, si entrerà in un’area molto delicata per Pioli e per chi collabora con lui da anni. Non è facile, per un club, intervenire su persone fidate dell’allenatore rischiando di generare una questione di principio che potrebbe portare il coach a una difesa strenua dei propri uomini. Si potrebbe generare un ulteriore cortocircuito, visto che i risultati - vittoria contro il Psg a parte - sono stati deludenti e hanno posto Pioli nella scomoda posizione di non avere più molti margini d’errore. La ripresa post sosta non sarà delle più semplici, con Fiorentina e Dortmund crocevia importanti delle ambizioni domestiche ed europee, oltre a poter rappresentare un bivio sulla panchina rossonera. Se la discussione dovesse essere diversa, quindi con le questioni di principio lasciate da parte, allora si potrebbero aprire altri scenari come, ad esempio, l’entrata a Milanello di figure che possano prendere in mano a pieno, sul campo e a livello di database, la preparazione della squadra.

E poi c’è il terzo scenario, quello che oggi risulta il più attuabile. Ovvero che l’attuale staff dei preparatori atletici, su richiesta della dirigenza, cambi metodologia di lavoro per vedere se ci saranno miglioramenti o se il trend negativo continuerà. Ma in ogni caso, il club tiene tutto monitorato e, qualora le cose non dovessero cambiare in positivo, si farà trovare sicuramente pronto per intervenire. Di certo c’è che, a prescindere dai membri della dirigenza, il problema legato agli infortuni è una costante e anche i giocatori stessi non potranno essere felici di scendere in campo con una squadra mai al completo. Perché il grande rammarico che serpeggia tra Milanello e Casa Milan è che, quando Pioli ha avuto a disposizione la formazione titolare, ha fatto risultati e offerto un bel gioco. Senza, è crollato nelle prestazioni e nei punti ottenuti. Saranno giorni in cui si inizieranno a cercare le risposte a tutti questi problemi. Perché adesso non c’è più tempo per mettere la polvere sotto il tappeto.

tipo vedevo ieri online, una foto di romagnoli, in 2 anni alla lazio se fermato solo 1 volta. al milan era molto spesso in infermeria...
 

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Le aree d’indagine sono diverse: dalla preparazione atletica estiva ai carichi di lavoro quotidiani a Milanello, dalla gestione del recupero post impegni ai programmi atletici di prevenzione degli infortuni e, in ultima istanza, una valutazione generale sui membri dello staff. Su quest’ultimo punto, come ovvio e logico che sia, si entrerà in un’area molto delicata per Pioli e per chi collabora con lui da anni. Non è facile, per un club, intervenire su persone fidate dell’allenatore rischiando di generare una questione di principio che potrebbe portare il coach a una difesa strenua dei propri uomini. Si potrebbe generare un ulteriore cortocircuito, visto che i risultati - vittoria contro il Psg a parte - sono stati deludenti e hanno posto Pioli nella scomoda posizione di non avere più molti margini d’errore. La ripresa post sosta non sarà delle più semplici, con Fiorentina e Dortmund crocevia importanti delle ambizioni domestiche ed europee, oltre a poter rappresentare un bivio sulla panchina rossonera. Se la discussione dovesse essere diversa, quindi con le questioni di principio lasciate da parte, allora si potrebbero aprire altri scenari come, ad esempio, l’entrata a Milanello di figure che possano prendere in mano a pieno, sul campo e a livello di database, la preparazione della squadra.

E poi c’è il terzo scenario, quello che oggi risulta il più attuabile. Ovvero che l’attuale staff dei preparatori atletici, su richiesta della dirigenza, cambi metodologia di lavoro per vedere se ci saranno miglioramenti o se il trend negativo continuerà. Ma in ogni caso, il club tiene tutto monitorato e, qualora le cose non dovessero cambiare in positivo, si farà trovare sicuramente pronto per intervenire. Di certo c’è che, a prescindere dai membri della dirigenza, il problema legato agli infortuni è una costante e anche i giocatori stessi non potranno essere felici di scendere in campo con una squadra mai al completo. Perché il grande rammarico che serpeggia tra Milanello e Casa Milan è che, quando Pioli ha avuto a disposizione la formazione titolare, ha fatto risultati e offerto un bel gioco. Senza, è crollato nelle prestazioni e nei punti ottenuti. Saranno giorni in cui si inizieranno a cercare le risposte a tutti questi problemi. Perché adesso non c’è più tempo per mettere la polvere sotto il tappeto.

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Le aree d’indagine sono diverse: dalla preparazione atletica estiva ai carichi di lavoro quotidiani a Milanello, dalla gestione del recupero post impegni ai programmi atletici di prev.enzione degli infortuni e, in ultima istanza, una valutazione generale sui membri dello staff. Su quest’ultimo punto, come ovvio e logico che sia, si entrerà in un’area molto delicata per Pioli e per chi collabora con lui da anni. Non è facile, per un club, intervenire su persone fidate dell’allenatore rischiando di generare una questione di principio che potrebbe portare il coach a una difesa strenua dei propri uomini. Si potrebbe generare un ulteriore cortocircuito, visto che i risultati - vittoria contro il Psg a parte - sono stati deludenti e hanno posto Pioli nella scomoda posizione di non avere più molti margini d’errore. La ripresa post sosta non sarà delle più semplici, con Fiorentina e Dortmund crocevia importanti delle ambizioni domestiche ed europee, oltre a poter rappresentare un bivio sulla panchina rossonera. Se la discussione dovesse essere diversa, quindi con le questioni di principio lasciate da parte, allora si potrebbero aprire altri scenari come, ad esempio, l’entrata a Milanello di figure che possano prendere in mano a pieno, sul campo e a livello di database, la preparazione della squadra.

E poi c’è il terzo scenario, quello che oggi risulta il più attuabile. Ovvero che l’attuale staff dei preparatori atletici, su richiesta della dirigenza, cambi metodologia di lavoro per vedere se ci saranno miglioramenti o se il trend negativo continuerà. Ma in ogni caso, il club tiene tutto monitorato e, qualora le cose non dovessero cambiare in positivo, si farà trovare sicuramente pronto per intervenire. Di certo c’è che, a prescindere dai membri della dirigenza, il problema legato agli infortuni è una costante e anche i giocatori stessi non potranno essere felici di scendere in campo con una squadra mai al completo. Perché il grande rammarico che serpeggia tra Milanello e Casa Milan è che, quando Pioli ha avuto a disposizione la formazione titolare, ha fatto risultati e offerto un bel gioco. Senza, è crollato nelle prestazioni e nei punti ottenuti. Saranno giorni in cui si inizieranno a cercare le risposte a tutti questi problemi. Perché adesso non c’è più tempo per mettere la polvere sotto il tappeto.
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Le aree d’indagine sono diverse: dalla preparazione atletica estiva ai carichi di lavoro quotidiani a Milanello, dalla gestione del recupero post impegni ai programmi atletici di prevenzione degli infortuni e, in ultima istanza, una valutazione generale sui membri dello staff. Su quest’ultimo punto, come ovvio e logico che sia, si entrerà in un’area molto delicata per Pioli e per chi collabora con lui da anni. Non è facile, per un club, intervenire su persone fidate dell’allenatore rischiando di generare una questione di principio che potrebbe portare il coach a una difesa strenua dei propri uomini. Si potrebbe generare un ulteriore cortocircuito, visto che i risultati - vittoria contro il Psg a parte - sono stati deludenti e hanno posto Pioli nella scomoda posizione di non avere più molti margini d’errore. La ripresa post sosta non sarà delle più semplici, con Fiorentina e Dortmund crocevia importanti delle ambizioni domestiche ed europee, oltre a poter rappresentare un bivio sulla panchina rossonera. Se la discussione dovesse essere diversa, quindi con le questioni di principio lasciate da parte, allora si potrebbero aprire altri scenari come, ad esempio, l’entrata a Milanello di figure che possano prendere in mano a pieno, sul campo e a livello di database, la preparazione della squadra.

E poi c’è il terzo scenario, quello che oggi risulta il più attuabile. Ovvero che l’attuale staff dei preparatori atletici, su richiesta della dirigenza, cambi metodologia di lavoro per vedere se ci saranno miglioramenti o se il trend negativo continuerà. Ma in ogni caso, il club tiene tutto monitorato e, qualora le cose non dovessero cambiare in positivo, si farà trovare sicuramente pronto per intervenire. Di certo c’è che, a prescindere dai membri della dirigenza, il problema legato agli infortuni è una costante e anche i giocatori stessi non potranno essere felici di scendere in campo con una squadra mai al completo. Perché il grande rammarico che serpeggia tra Milanello e Casa Milan è che, quando Pioli ha avuto a disposizione la formazione titolare, ha fatto risultati e offerto un bel gioco. Senza, è crollato nelle prestazioni e nei punti ottenuti. Saranno giorni in cui si inizieranno a cercare le risposte a tutti questi problemi. Perché adesso non c’è più tempo per mettere la polvere sotto il tappeto.
Se lo sono posti subito il problema infortuni. Bravi!
 
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Secondo me al milan manca la gestione totale della partita e quindi dell'atleta.
Il problema è li, anche se pare abbiano cambiato anche gli allenamenti.
A lecce la partita era finita al 45' , c'era solo da far sudare la palla e addormentare i ritmi per cercare magari il terzo gol in contropiede.
Invece il lecce trova spazi che non avrebbe mai dovuto trovare perchè noi giochiamo come se fossimo 0-0.

Comunque noi ne parliamo da 3 anni e per 3 anni ci hanno fatto passare per pazzi : succede a tutti, ci dicevano.
 

Z A Z A'

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Le aree d’indagine sono diverse: dalla preparazione atletica estiva ai carichi di lavoro quotidiani a Milanello, dalla gestione del recupero post impegni ai programmi atletici di prevenzione degli infortuni e, in ultima istanza, una valutazione generale sui membri dello staff. Su quest’ultimo punto, come ovvio e logico che sia, si entrerà in un’area molto delicata per Pioli e per chi collabora con lui da anni. Non è facile, per un club, intervenire su persone fidate dell’allenatore rischiando di generare una questione di principio che potrebbe portare il coach a una difesa strenua dei propri uomini. Si potrebbe generare un ulteriore cortocircuito, visto che i risultati - vittoria contro il Psg a parte - sono stati deludenti e hanno posto Pioli nella scomoda posizione di non avere più molti margini d’errore. La ripresa post sosta non sarà delle più semplici, con Fiorentina e Dortmund crocevia importanti delle ambizioni domestiche ed europee, oltre a poter rappresentare un bivio sulla panchina rossonera. Se la discussione dovesse essere diversa, quindi con le questioni di principio lasciate da parte, allora si potrebbero aprire altri scenari come, ad esempio, l’entrata a Milanello di figure che possano prendere in mano a pieno, sul campo e a livello di database, la preparazione della squadra.

E poi c’è il terzo scenario, quello che oggi risulta il più attuabile. Ovvero che l’attuale staff dei preparatori atletici, su richiesta della dirigenza, cambi metodologia di lavoro per vedere se ci saranno miglioramenti o se il trend negativo continuerà. Ma in ogni caso, il club tiene tutto monitorato e, qualora le cose non dovessero cambiare in positivo, si farà trovare sicuramente pronto per intervenire. Di certo c’è che, a prescindere dai membri della dirigenza, il problema legato agli infortuni è una costante e anche i giocatori stessi non potranno essere felici di scendere in campo con una squadra mai al completo. Perché il grande rammarico che serpeggia tra Milanello e Casa Milan è che, quando Pioli ha avuto a disposizione la formazione titolare, ha fatto risultati e offerto un bel gioco. Senza, è crollato nelle prestazioni e nei punti ottenuti. Saranno giorni in cui si inizieranno a cercare le risposte a tutti questi problemi. Perché adesso non c’è più tempo per mettere la polvere sotto il tappeto.

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Con calma, sono passati solo tre anni...
Secondo me al milan manca la gestione totale della partita e quindi dell'atleta.
Il problema è li, anche se pare abbiano cambiato anche gli allenamenti.
A lecce la partita era finita al 45' , c'era solo da far sudare la palla e addormentare i ritmi per cercare magari il terzo gol in contropiede.
Invece il lecce trova spazi che non avrebbe mai dovuto trovare perchè noi giochiamo come se fossimo 0-0.

Comunque noi ne parliamo da 3 anni e per 3 anni ci hanno fatto passare per pazzi : succede a tutti, ci dicevano.
Semplicemente questo. Non so se ho mai visto una "grande" squadra concedere contropiedi a nastro ad una piccola mentre in vantaggio 2-0. Una roba fuori dal mondo.
 
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