Ora Campopiano ha specificato che in realtà i cinesi ne chiederanno l'eliminazione perché non vogliono alcun tipo di ostacolo neanche in futuro.
La delibera assembleare che modificherà, probabilmente eliminandola, la clausola di gradimento avrà effetto per i passaggi di proprietà di capitale successivi alla sua entrata in vigore, non per quello relativo al contratto Fininvest-SAS, ad essa anteriore. Per esso, il gradimento, obbligatorio per l'efficacia della compravendita, è stato espresso probabilmente nel cda del 9 febbraio scorso, quando è stata deliberata la convocazione della assemblea. Il perché della esigenza di immediata rimozione di quel vincolo statutario, già come primo, o tra i primi, atti della assemblea sociale a capitale cinese, si spiega forse in una immediata esigenza di trading di quote minoritarie di azioni da parte della nuova proprietà, per legittimi motivi di realizzo da parte dell'alienante, ma non solo. Nella intervista del 21 dicembre 2016 all'ANSA, Li Yonghong, patron di SES, dichiarava che erano state raccolte richieste di sottoscrizione di quote del fondo in misura superiore alla base capitale. È dunque possibile che il fondo voglia soddisfare le richieste di coloro che, pur avendo fatto domanda di adesione, ne siano rimasti fuori, mediante cessione diretta a loro di piccole quote del capitale acquisito, ad un prezzo alla pari a quello di acquisto o leggermente superiore per evitare pesanti plusvalenze imponibili. Questa disponibilità, come già detto, potrebbe riguardare anche richieste di acquisto diretto di partecipanti al fondo, che vogliano in tal modo allargare la dimensione del proprio investimento. La rimozione del vincolo statutario di gradimento risulterebbe allora quanto mai opportuna, per non appesantire contrattazioni dirette con gli interessati con pareri preventivi del cda, che risulterebbe oltre modo assediato da questi adempimenti formali. Una anticipazione, insomma, di ciò che accadrà con la futura quotazione in borsa. Vediamo che succede.
