L'unica speranza è che si tratti veramente di una messa in scena per consentire questo benedetto scorporo, altrimenti siamo nella EMME fino al collo. Alcuni elementi militano a favore della messa in scena, in effetti. Periodicamente, il famigerato closing salta per mancanza di soldi (di "autorizzazioni" secondo la vulgata - si veda in proposito la netta e autorevole opinione di un analista della Fondazione Italia-Cina consultato da Balestreri), ma poi cominciano a filtrare veline che fanno sapere che le parti hanno nuovamente cominciato a lavorare alacremente
su cose che in realtà avrebbero dovuto essere risolte prima della data sbandierata per il closing medesimo. Manleva del debito e documenti antiriciclaggio solo per dirne due, e questo fatto rimane un mistero eleusino: conferenze stampa, viaggi per giornalisti cinesi, tutto già predisposto e poi ci vengono a dire che non erano già state fatte prima delle cose che sono necessariamente una premessa al passaggio delle azioni. A me basta, assieme a tante altre cose, per pensare al fatto che questi annunci di closing possano essere stati dei
fake. Per il resto, arriva l'immancabile nuova "caparra" rigorosamente anonima ("cinese", questo è il primo affare dove una parte è identificata solo per l'appartenenza a un gruppo etnico-nazionale) e l'inevitabile proroga, ma per fare cosa? sostituire soci o finanziatori asseritamente "fuggitivi" che dovevano apportare circa 200 M improvvisamente venuti meno? e con chi? le triadi, la mafia cinese? Io spero veramente che si tratti solo di una messa in scena prodromica a una rapida cessione a prezzi ribassati. In quel caso il bilancio Fininvest verebbe sistemato senza minusvalenze (il valore di libro della partecipazione Milan è per l'appunto 500 M circa), in qualche modo la vasellina berlusconiana (soldi detenuti all'estero messi in garanzia?) avrà consentito di alzare la leva (forse i problemi irrisolti potrebbero riferirsi alla parte di debito non coperta dalla garanzia berlusconiana) e al momento decisivo le banche potrebbero incamerare la liquidità berlusconiana per rientrare quel tanto che basta (in tal modo, senza un vero rimpatrio in senso letterale di soldi "problematici", cosa troppo semplicistica a cui è molto difficile credere - e quindi senza rischiare conseguenze giudiziarie - si otterrebbe un effetto equivalente a favore di Fininvest, sacrificando fondi esteri dormienti), permettendo una vendita effettiva a soggetto serio a prezzo minore, con relativa mancia per il semi-figurante Yong.
Il caso contrario, che rimane più probabile purtroppo, è da incubo, invece. Se la garanzia aggiuntiva, che serve per puntellare un LBO che da solo non sta in piedi, fosse il patrimonio personale del gambler Yong (magari qualche centinaio di milioni di dollari in azioni quotate nei mercati cinesi li ha), e non si trattasse di una messa in scena almeno parziale, beh allora nel breve termine il prezzo del Milan aumenterà e quindi quale fesso lo comprerebbe entro due o tre anni invece che adesso, ritrovandosi in prima battuta l'obbligo di pagare lo stesso prezzo,
addirittura fortemente incrementato dai cospicui interessi insiti nell'operazione? Quando Yong sarà disperato, venderà il Milan anche sotto costo perdendo in gran parte il suo patrimonio personale, o lo faranno i creditori al posto suo - e il mondo intero aspetterà di vedere scorrere il cadavere sul fiume - ma la disperazione di Yong passerà attraverso la nostra sofferenza, meglio dirlo con franchezza. Chiaro che in questo momento il signor Yong lotta per la vita - sempre che, come detto, non si tratti di un fake. Forse letteralmente: trovo probabile che i finanziatori non siano banche, ma semmai soggetti i cui patrimoni sono amministrati fiduciariamente da banche o società finanziarie, alcuni dei quali potrebbero essere un po' maneschi, chissà. Quindi per lui mettere le mani sulla pietanza e non perdere gli anticipi è una priorità esistenziale, ma che questo garantisca in qualche modo per il futuro, anche solo nel breve termine, vista la profonda capacità di pianificazione dimostrata da questo figuro unita ai suoi trascorsi, è ipotesi semplicemente temeraria. La vendita successiva sarà tutt'altro che una passeggiata, ma un parto doloroso per tutti, tanto da far sembrare le difficoltà degli ultimi anni acqua fresca: spero di sbagliarmi, frase che purtroppo non è la prima volta che mi tocca pronunciare, lo spero vivamente. Le molteplici anomalie viste fin qui sono segno di simulazione o di grave cialtroneria, ognuno scelga a piacere.
Col senno di poi la scelta delle due figure (Fassone Mirabelli) e il rifiuto di Maldini già erano indicativi delle "non garanzie" che questa "cordata" poteva offrire (non per niente Forchielli per mesi ha vanamente ripetuto che da sue informazioni gli risultava che non esistesse nessuna "cordata" degna di questo nome, ma solo una grossa colletta lanciata da quattro faccendieri d'assalto, e la natura spericolata e disorganica dell'operazione secondo me è il vero motivo del rifiuto delle autorizzazioni, tanto più in un quadro di maggior selettività, che però non impedisce a un grosso gruppo di manifestare -
comunicandolo debitamente alla borsa di Shenzen, ma guarda un po' - l'intenzione di acquisire il Southampton). Dei primi due, l'uno era a spasso dopo essere stato cacciato dall'Inter per essersi fatto turlupinare da un mitomane che si spacciava per rappresentante di Etihad, l'altro è un buon osservatore che viene promosso sul campo direttore sportivo, non proprio un DS di primo piano attirato da un progetto importante. La cosa tragica è che c'è anche il problema del FFP e alla UEFA non puoi andare a cianciare di "autorizzazioni" o cose del genere, se devi prestare delle garanzie per il futuro come socio controllante. In definitiva, impostare la gestione a costo zero, facendo leva su una grande capacità manageriale è una cosa, non avere neppure la capacità di garantire la continuità aziendale in caso di imprevisti è un'altra: sono quasi sgomento che alcuni utenti sembrino non cogliere la differenza.
PS
A chi non disdegna autolesionisticamente il fallimento e magari la retrocessione tra i dilettanti (a parte i paleontologi che ancora invocano il lodo Petrucci) dico caramente:
in serie D andateci voi. 
La Fininvest deve vendere e finché il Milan rimane nel loro perimetro solo un morto di sonno può pensare che lo facciano fallire, perché hanno l'interesse e la
capacità di impedirlo, al netto della intollerabile mala gestione di questi ultimi anni. Diciamo che la cessione, per come si sta profilando, sembra un degno suggello della pessima gestione che ha contraddistinto l'ultimo periodo berlusconiano, solo che può arrecare effetti dannosi molto più duraturi. I tifosi dovrebbero alzare la voce allo scopo di pretendere un comportamento diverso da parte dell'attuale proprietà nella selezione dell'acquirente, non chiedere una cessione purchessia dopo essersi fatti infinocchiare dalla balle di agenzie di comunicazione ingaggiate appositamente a questo scopo: facciamo il tifo per il Milan, non per le tasche di Marina Berlusconi o per l'ego di qualche megalomane fiorito dal sottobosco finanziario cinese.