Casnop per te è davvero possibile che Li sia stato il semplice "ponte" per il vero passaggio di proprietà da Fininvest (o superplusvalenza salva holding) a qualcun'altro a prezzo reale di mercato (i 350 mil + mancia per Elliot?)?
Davvero utopia?
Fra, non solo non è utopia, ma è l'obiettivo di Li. L'operazione è, ormai lo si percepisce da più di un fatto, un leveraged BIMBO (leveraged buy in management buy out), una operazione di acquisizione di una società da parte di una compagine manageriale, con mezzi propri misti ad indebitamento finanziario, che ha sottoscritto una quota di controllo del capitale sociale, divenendo quindi management della società e condividendone il rischio di impresa (Mr. Li Yonghong, management buy in), o ha, come management di altre società, di cui rappresenta gli interessi rispetto all'esito terminale della operazione, sottoscritto una quota del complessivo indebitamento finanziario, in conto di eventuale, futura sottoscrizione del capitale sociale di essa, o di una sua controllante (Mr. Lu Bo, consigliere di amministrazione del Milan, ma anche direttore generale di Haixia Capital, che ha probabilmente emesso garanzie reali sul prestito di 180 milioni di Elliott/Blue Skye verso la controllante al 99,93 per cento del Milan, Rossoneri Sport Lux, e che rappresenta il management buy out nella fattispecie). Una collettività di managers, una proprietà tecnica di gestori di un investimento a significativa, ma fisiologica, componente di leva finanziaria, finalizzato alla elaborazione e realizzazione di un piano industriale capace, nel medio termine, di generare flussi di cassa o plusvalenze dalla cessione di assets (il Donnarumma venduto domani, per esempio), con cui ripagare il debito contratto per la acquisizione, e domani produrre una utilità per i managers investitori dalla cessione, per la sua totalità o per una quota non di controllo, del capitale rivalutato della società stessa. Si tratta di una tecnica finanziaria di acquisizione di società molto comune negli Stati Uniti nei casi di acquisizione di società da parte di soggetti privi di originarie capacità economiche, come i dipendenti, managers o quadri supportati da hedge funds, di società in dissesto (il cosiddetto workers buy out, WBO), e molto diffusa dopo la grave crisi economica che ha colpito quel Paese dopo gli scandali finanziari di Lehman Brothers e dei mutui subprime, con i dipendenti che in questo modo hanno salvato dal fallimento la società per salvare il proprio posto di lavoro in essa. L'operazione di acquisizione si fonda infatti non su cash, o solo in limitata parte su esso, bensì, e prevalentemente, sulla fisiologica capacità di indebitamento del soggetto che viene acquistato, che non deve dunque avere un rilevante livello di indebitamento pregresso (che, guarda il caso, Mr. Li ha azzerato come primo atto della sua presenza nel Milan), e che deve avere un'alta capacità di produrre flusso di cassa, proprio perché esso deve essere in grado di ripagare gli oneri finanziari aggiuntivi. La peculiarità del modello applicato al Milan è data piuttosto dalla posizione, ancora da comprendere, della Rossoneri Lux, la controllante il Milan, che ha assunto direttamente, anziché trasferirlo totalmente sulla controllata come nel modello classico di LBO, una quota significativo dell'indebitamento finanziario complessivo. Si potrebbe pensare che, al termine della operazione, essa si fonda per incorporazione nel club, come avviene nelle consuete forme di leveraged buy out by merger, ma può anche pensarsi che essa divenga il luogo strategico ove potrebbero incontrarsi domani gli investitori professionali interessati al Milan, che controllerebbero da lì il collocamento totale sul mercato retail del capitale del club, venduto a piccolissime quote con divieto di concentrazione oltre una certa soglia per prevenire scalate ostili. Una struttura simile a quella realizzata dalla famiglia Glazer, che controlla saldamente il Manchester United pur quotato in Borsa. L'obiettivo dunque è certamente il mercato, una proprietà del Milan nominalmente parcellizzata, ma controllata a monte da un gruppo di investitori professionali nella società controllante, che ne dirigerà lo sviluppo industriale tramite il management presente nella società controllata. Mr. Li ha voluto ed ottenuto il 99,93 per cento del club proprio per massimizzare le utilità derivanti dal futuro collocamento sul mercato borsistico di quote del capitale di esso senza perderne il controllo, ed in questo modo rendere altresì appetibile la stessa controllante (che potrebbe essa stessa essere quotata in Borsa), dalla cui prossima cessione di quote ad un parterre di investitori professionali egli conta, o conterebbe, di ricavare i mezzi per risolvere il debito da essa direttamente contratto per la acquisizione del Milan (180 milioni circa). Tutto chiaro in linea di principio, ma si tratta in ogni caso di una partita che si gioca su una persuasione, quella che sia realizzabile il piano industriale progettato per il nostro club, che lo porti a macinare i ricavi con cui innescare il ciclo economico virtuoso che realizzerebbe questa complessa architettura finanziaria. È la persuasione che questi managers, ai due livelli della controllante, o delle sue aventi causa, e della controllata (il Milan) vorrebbero vendere, al mercato dei consumatori ed utenti, a quello finanziario, alle istituzioni sportive per il placet al piano di risanamento dei conti (il voluntary agreement proposto all'UEFA). Perché si possono immaginare le più audaci cosmesi finanziarie, ma esse devono aderire pur sempre ad un oggetto che deve essere capace di fare soldi, senza perderne eccessivamente. Altrimenti il debito che ha creato tutto questo, è quello che lo distruggerà.