Messina:"Gattuso uno della casa. Ha le carte in regola".

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
236,264
Reaction score
42,176
Ettore Messina, allenatore di basket, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 15 ottobre, ha parlato del suo Milan. Ecco le dichiarazioni:"Quest’anno ilmio Milan non l’ho ancora visto giocare. Se sono milanista è merito di Gianni Rivera, di Prati, di Rocco, di Maldini. Di una maglietta fatta in casa, regalo dei nonni. E del 4-1 all’Ajax nella finale di Coppa Campioni del ‘69. Il campione al quale sono più legato? Paolo Maldini, che anni fa ho conosciuto personalmente alla presentazione di un libro. Personaggio di classe infinita. So- no contento che sia tornato al club: un segnale molto positivo. E poi naturalmente penso a Rivera, uno dei simboli. La gioia più grande? Come le dicevo, il trionfo del ’69: avevo 10 anni, sono quegli avvenimenti che non scordi mai più. Più in generale, è stata di enorme soddisfazione tutta l’era sacchiana, il Milan giocava in modo appassionante. Ma anche l’eroico periodo di Rocco: in trasferta si chiudeva in difesa e poi vinceva 1-0 con un gran contropiede. La delusione? La rimonta del Liverpool nella finale di Champions del 2005, Ci soffro ancora. Gattuso? Grinta e umiltà: ha le carte in regola per far bene. Come si dice a Madrid, è uno della Casa. Ha passato anni a Milanello e questo l’aiuta a capire bene l’ambiente. Sono un ignorante in materia calcistica e non entro nei temi tattici, ma lo spogliatoio lo segue e questo definisce meglio di qualunque altra cosa le qualità di un allenatore. Higuain o Icardi? Preferisco sempre chi gioca per la mia squadra. Il tifo non ha ragioni tattiche e tecniche. L'ultima volta a San Siro? Nel ‘97, alla partita di addio di Franco Baresi".
 

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
236,264
Reaction score
42,176
Ettore Messina, allenatore di basket, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 15 ottobre, ha parlato del suo Milan. Ecco le dichiarazioni:"Quest’anno ilmio Milan non l’ho ancora visto giocare. Se sono milanista è merito di Gianni Rivera, di Prati, di Rocco, di Maldini. Di una maglietta fatta in casa, regalo dei nonni. E del 4-1 all’Ajax nella finale di Coppa Campioni del ‘69. Il campione al quale sono più legato? Paolo Maldini, che anni fa ho conosciuto personalmente alla presentazione di un libro. Personaggio di classe infinita. So- no contento che sia tornato al club: un segnale molto positivo. E poi naturalmente penso a Rivera, uno dei simboli. La gioia più grande? Come le dicevo, il trionfo del ’69: avevo 10 anni, sono quegli avvenimenti che non scordi mai più. Più in generale, è stata di enorme soddisfazione tutta l’era sacchiana, il Milan giocava in modo appassionante. Ma anche l’eroico periodo di Rocco: in trasferta si chiudeva in difesa e poi vinceva 1-0 con un gran contropiede. La delusione? La rimonta del Liverpool nella finale di Champions del 2005, Ci soffro ancora. Gattuso? Grinta e umiltà: ha le carte in regola per far bene. Come si dice a Madrid, è uno della Casa. Ha passato anni a Milanello e questo l’aiuta a capire bene l’ambiente. Sono un ignorante in materia calcistica e non entro nei temi tattici, ma lo spogliatoio lo segue e questo definisce meglio di qualunque altra cosa le qualità di un allenatore. Higuain o Icardi? Preferisco sempre chi gioca per la mia squadra. Il tifo non ha ragioni tattiche e tecniche. L'ultima volta a San Siro? Nel ‘97, alla partita di addio di Franco Baresi".

.
 
Alto