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Repubblica in edicola oggi ha intervistato personaggi vicini a Messias per raccontare la parabola del brasiliano. Ecco le dichiarazioni
Cosmi su Messias QUI -) https://www.milanworld.net/threads/cosmi-quanto-e-forte-messias-come-milito.110241/post-2490260
L'ex datore di lavoro:"Ah, Junior, che fenomeno e che persona squisita. Ancora mi chiama per gli auguri di compleanno e mi chiede come va capo, come stai capo. Portava i frigoriferi sulla schiena, facevamo traslochi, Junior puliva anche i mattoni delle demolizioni con suo fratello muratore, 20 centesimi a pezzo. Gli ripetevo: in campo non cazzeggiare, impegnati! Aveva paura di non rispettare il Signore, non voleva diventare un campione ma lo era già. Aveva perso il coraggio. Io gli dicevo che l’anima bisogna ricaricarla come un telefonino, come la batteria del furgone. Anche suo fratello Douglas detto Bazooka era un attaccante molto forte"
L'ex allenatore Ezio Rossi:"Lo vidi giocare al torneo Uisp contro il Sur- vivor, la squadra dei rifugiati. Un fenomeno. Lessi il suo nome sulla maglia, Junior, e gli raccontai che io con un certo Leo Junior avevo giocao: era allibito, non ci credeva. Ci vedevamo in qualche bar dopo che lui aveva smesso di lavorare, alla fine riuscii a portarlo al Casale e dopo tre giorni dissi al presidente: fagli un contratto e dagli almeno 1500 euro al mese, così smette di sgobbare da facchino e può pensare al pallone. Vincemmo il campionato Eccellenza e andammo in D. Resistenza e velocità insieme: prima di lui, così, avevo visto solo Lentini. Faceva l’esterno sinistro d’attacco. Era un atleta di Cristo, una specie di diacono, molto timido e devoto alla moglie Tamy e ai suoi bambini Emanuel e Miguel. Lo hanno aiutato tantissimo i peruviani di Torino in quel- la squadra, la Sport Warique, dove Junior aveva bisogno di amicizia per riprendersi i sogni. Prima avevo anche provato a portarlo al Fossano, ma lui non voleva rischiare di perdere il posto di lavoro. A volte sembrava arreso, la burocrazia lo sfiniva. Mi diceva: per il calcio ho mangiato riso e sassi, Lo consigliai a qualche amico al Genoa, all’Atalanta e al Toro, invano".
Manzo, ex allenatore al Chieri:"veniva col treno, una mezz’ora da Porta Nuova. Andavamo a prenderlo in stazione. A volte Junior arrivava al campo dopo dodici ore di lavoro e niente pranzo, magari si era fatto un trasloco al settimo piano senza ascensore e poi via a giocare. Io lo sapevo che poteva arrivare in A, anche se lo status di extra- comunitario lo penalizzava di brutto. Quando finalmente fu promosso in serie C col Gozzano, il suo status cambiò e la sua carriera pure: a quel punto poteva essere tesserato in B. Ricordo un ragazzo chiuso e buono, virtuoso col pallone ma un po’ fragile dentro. Ci lavorammo anche con lo psicologo ed ecco il risultato. Una meraviglia, direi".
Cosmi su Messias QUI -) https://www.milanworld.net/threads/cosmi-quanto-e-forte-messias-come-milito.110241/post-2490260
L'ex datore di lavoro:"Ah, Junior, che fenomeno e che persona squisita. Ancora mi chiama per gli auguri di compleanno e mi chiede come va capo, come stai capo. Portava i frigoriferi sulla schiena, facevamo traslochi, Junior puliva anche i mattoni delle demolizioni con suo fratello muratore, 20 centesimi a pezzo. Gli ripetevo: in campo non cazzeggiare, impegnati! Aveva paura di non rispettare il Signore, non voleva diventare un campione ma lo era già. Aveva perso il coraggio. Io gli dicevo che l’anima bisogna ricaricarla come un telefonino, come la batteria del furgone. Anche suo fratello Douglas detto Bazooka era un attaccante molto forte"
L'ex allenatore Ezio Rossi:"Lo vidi giocare al torneo Uisp contro il Sur- vivor, la squadra dei rifugiati. Un fenomeno. Lessi il suo nome sulla maglia, Junior, e gli raccontai che io con un certo Leo Junior avevo giocao: era allibito, non ci credeva. Ci vedevamo in qualche bar dopo che lui aveva smesso di lavorare, alla fine riuscii a portarlo al Casale e dopo tre giorni dissi al presidente: fagli un contratto e dagli almeno 1500 euro al mese, così smette di sgobbare da facchino e può pensare al pallone. Vincemmo il campionato Eccellenza e andammo in D. Resistenza e velocità insieme: prima di lui, così, avevo visto solo Lentini. Faceva l’esterno sinistro d’attacco. Era un atleta di Cristo, una specie di diacono, molto timido e devoto alla moglie Tamy e ai suoi bambini Emanuel e Miguel. Lo hanno aiutato tantissimo i peruviani di Torino in quel- la squadra, la Sport Warique, dove Junior aveva bisogno di amicizia per riprendersi i sogni. Prima avevo anche provato a portarlo al Fossano, ma lui non voleva rischiare di perdere il posto di lavoro. A volte sembrava arreso, la burocrazia lo sfiniva. Mi diceva: per il calcio ho mangiato riso e sassi, Lo consigliai a qualche amico al Genoa, all’Atalanta e al Toro, invano".
Manzo, ex allenatore al Chieri:"veniva col treno, una mezz’ora da Porta Nuova. Andavamo a prenderlo in stazione. A volte Junior arrivava al campo dopo dodici ore di lavoro e niente pranzo, magari si era fatto un trasloco al settimo piano senza ascensore e poi via a giocare. Io lo sapevo che poteva arrivare in A, anche se lo status di extra- comunitario lo penalizzava di brutto. Quando finalmente fu promosso in serie C col Gozzano, il suo status cambiò e la sua carriera pure: a quel punto poteva essere tesserato in B. Ricordo un ragazzo chiuso e buono, virtuoso col pallone ma un po’ fragile dentro. Ci lavorammo anche con lo psicologo ed ecco il risultato. Una meraviglia, direi".