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Il 23 marzo 2019 Conte e Xi Jinping hanno firmato un memorandum Italia - Cina per la Belt and Road Initiative (detta anche la nuova via della Seta),tutto anticipato e posticipato da incontri raggianti in particolare dei 5 stelle
"È una grande opportunità per riequilibrare la bilancia commerciale con la Cina
La Via della Seta aumenterà l’export delle nostre eccellenze nel mercato euroasiatico, cresceranno i nostri imprenditori
Oggi è una giornata importante per il nostro Made in Italy
Stiamo aprendo una nuova via della seta tra Roma e Pechino e proprio da qui passeranno i nostri prodotti che porteranno l’eccellenza italiana nel mercato più grande del mondo
Una grande vittoria del governo, le arance siciliane raggiungeranno la Cina anche in aereo.
Una bella notizia che fa parte di quelle piccole grandi rivoluzioni di cui l’Italia ha bisogno.
Una promessa che diventa realtà"
Diceva estasiato Di Mao che sbucciava un'arancia per spot.
La realtà è stata ben diversa,come pubblicato dal Torino World Affairs Institute cioè un organo promosso dal parlamento e dal ministero presieduto proprio dall'ex capo politico grillino
"Se la logica italiana alla base della firma dell’accordo sulla Via della Seta era l’auspicio di un aumento dei rapporti commerciali ed economici, si può dire che a 18 mesi di distanza il calcolo si è rivelato quantomeno ottimistico, se non del tutto fallace.
Come si è visto, le esportazioni italiane verso la Cina non sono aumentate in modo significativo, né vi sono stati particolari investimenti cinesi in Italia a seguito dell’accordo"
Nel 2019 l’Italia risulta aver esportato in Cina arance per appena 162.460 euro.
Per esempio la Spagna,senza aver firmato nulla,ne ha esportate per 32 milioni
Questo dato non è affatto inaspettato,infatti già dal principio gli esperti del settore erano scettici visto che la Cina è il primo produttore al mondo di agrumi con 33 milioni di tonnellate all'anno ovvero più di 1/4 della produzione mondiale.
Insomma pensare di avere mercato importante lì sarebbe come esportare in quantità importanti ghiaccio in Siberia.
Per non parlare degli attriti con gli alleati atlantici creati da questa vicinanza cinese,infatti l'Italia è stato il primo paese fondatore d'Europa e del G7 ad allearsi con la Cina commercialmente.
L'imprenditore Forchielli,molto attivo sulla Cina,contattato da Linchiesta:
"Il presidente francese Macron ha venduto a Pechino gli Airbus e le centrali nucleari.
La storia delle arance italiane è una supercazzola, una brutta invenzione, bisognava trovare qualcosa per giustificare quella firma.
E poi è tutto finito in una bolla di sapone, ma non mi sorprende
l’Italia avrebbe potuto aspettarsi qualche investimento sui porti, non sugli agrumi.
Con la Via della Seta abbiamo concesso a Pechino un grande vantaggio, il privilegio che il primo Paese del G7 firmasse il memorandum e non abbiamo portato a casa nulla.
La verità è che a differenza di Francia e Germania, noi abbiamo poche cose che i cinesi desiderino"
"È una grande opportunità per riequilibrare la bilancia commerciale con la Cina
La Via della Seta aumenterà l’export delle nostre eccellenze nel mercato euroasiatico, cresceranno i nostri imprenditori
Oggi è una giornata importante per il nostro Made in Italy
Stiamo aprendo una nuova via della seta tra Roma e Pechino e proprio da qui passeranno i nostri prodotti che porteranno l’eccellenza italiana nel mercato più grande del mondo
Una grande vittoria del governo, le arance siciliane raggiungeranno la Cina anche in aereo.
Una bella notizia che fa parte di quelle piccole grandi rivoluzioni di cui l’Italia ha bisogno.
Una promessa che diventa realtà"
Diceva estasiato Di Mao che sbucciava un'arancia per spot.
La realtà è stata ben diversa,come pubblicato dal Torino World Affairs Institute cioè un organo promosso dal parlamento e dal ministero presieduto proprio dall'ex capo politico grillino
"Se la logica italiana alla base della firma dell’accordo sulla Via della Seta era l’auspicio di un aumento dei rapporti commerciali ed economici, si può dire che a 18 mesi di distanza il calcolo si è rivelato quantomeno ottimistico, se non del tutto fallace.
Come si è visto, le esportazioni italiane verso la Cina non sono aumentate in modo significativo, né vi sono stati particolari investimenti cinesi in Italia a seguito dell’accordo"
Nel 2019 l’Italia risulta aver esportato in Cina arance per appena 162.460 euro.
Per esempio la Spagna,senza aver firmato nulla,ne ha esportate per 32 milioni
Questo dato non è affatto inaspettato,infatti già dal principio gli esperti del settore erano scettici visto che la Cina è il primo produttore al mondo di agrumi con 33 milioni di tonnellate all'anno ovvero più di 1/4 della produzione mondiale.
Insomma pensare di avere mercato importante lì sarebbe come esportare in quantità importanti ghiaccio in Siberia.
Per non parlare degli attriti con gli alleati atlantici creati da questa vicinanza cinese,infatti l'Italia è stato il primo paese fondatore d'Europa e del G7 ad allearsi con la Cina commercialmente.
L'imprenditore Forchielli,molto attivo sulla Cina,contattato da Linchiesta:
"Il presidente francese Macron ha venduto a Pechino gli Airbus e le centrali nucleari.
La storia delle arance italiane è una supercazzola, una brutta invenzione, bisognava trovare qualcosa per giustificare quella firma.
E poi è tutto finito in una bolla di sapone, ma non mi sorprende
l’Italia avrebbe potuto aspettarsi qualche investimento sui porti, non sugli agrumi.
Con la Via della Seta abbiamo concesso a Pechino un grande vantaggio, il privilegio che il primo Paese del G7 firmasse il memorandum e non abbiamo portato a casa nulla.
La verità è che a differenza di Francia e Germania, noi abbiamo poche cose che i cinesi desiderino"