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Marani:"Ibra comprato al gol di Muriel. E' l'asso che mancava".
Matteo Marani dalle colonne di Tuttosport in edicola oggi, 29 dicembre, su Ibra:"Sono convinto che Zlatan Ibrahimovic sia stato comprato al gol di Muriel, il quinto dell’Atalanta. Appena sette giorni prima, quando le cose sembravano in ripresa, Paolo Maldini era stato prudente con i giornalisti, ricordando come Zlatan fosse sceso in campo l’ultima volta il 20 ottobre. Poi l’inabissamento di Bergamo, l’accelerazione davanti al nulla della prestazione ed ecco Ibrahimovic, l’unico salvatore del Milan e la prova provata del fallimento del progetto tecnico iniziato da Leonardo e proseguito con Boban-Maldini. Lo svedese è l’unico in grado di invertire una chi- na molto negativa e pericolosa. Al Milan porterà parte dei suoi gol, anche perché il corpo è integro, come ha dimostrato il biennio americano. Ricordo in sintesi: 473 reti nel corso dei vent’anni di carriera e ancora 52 nelle 56 partite giocate in MLS. Ma Zlatan porterà soprattutto grinta, voglia di lottare, fame e l’orgoglio che questo gruppo rossonero ha perduto. Con lui migliorano puntualmente tutti, sia con le buone che con le cattive maniere. Chissà che all’orizzonte non spunti un altro Nocerino, un beneficiato dalle giocate e dalle aperture create dal fuoriclasse di Malmoe. O forse più di uno. Magari Suso, magari Chalanoglu, magari Paqueta. Grazie alle agevolazioni governative di cui hanno usufruito l’Inter per Con- te e altri club italiani, Ibrahimovic costerà poco di più dei 7,5 milioni di euro che sono stati garantiti a Mino Raiola per i prossimi 18 mesi. Diciamolo: difficile trovare un’opportunità così vantaggiosa per provare a cambiare il Milan. L’altro punto della vicenda è proprio questo: cambiare il Milan. È l'altra amara faccia della medaglia. Il Diavolo è all’undicesimo posto in classi- fica, con 6 punti in meno di un anno fa, malgrado un Paquetà e un Piatek in più nella rosa. Con 16 gol, è il quintultimo attacco della Serie A, inferiore persino al Genoa ventesimo in classifica. E dire che per l’attacco si è speso, si è speso eccome. Gli oltre 60 milioni per Piatek e Leao, con il risultato odierno dei 5 gol sommati dai due, meno della metà del solo Lukaku sull’altra sponda del Naviglio. L’unico gol realizzato su azione da Piatek resta quello contro il Lecce, il solo del portoghese rimane quello ininfluente contro la Fiorentina. Non è vero che il Milan non abbia nel frattempo creato, le statistiche dicono anzi che ha tirato più di molte squadre, purtroppo non l’ha fatto in modo pericoloso. L’unica consolazione si chiama Theo Hernandez, ottimo, eccellente acquisto, e capocannoniere della squadra proprio al pari di Piatek. Ma non basta. Ibrahimovic darà la scossa. Anche per lui ci sono il peso e la preoccupazione di non sbagliare. Milano è nel cuore suo e della sua famiglia, così come l’Italia che lo prese ragazzo 15 anni fa dall’Ajax. Una distanza che dice qualcosa pure sulla parabola del nostro torneo. A 38 anni Zlatan ha dato il meglio, ma adesso gli tocca un ruolo da senatore, da trascinatore di un gruppo tecnicamente valido, pur- troppo senza carattere né grinta. Ibra non è un superficiale, malgrado i modi bruschi, e sa che il sogno dei tifosi è riavvicinare quella zona Champions che dista oggi ben 14 punti. Questo si aspettano da lui. A questo serviranno i muscoli, fisici e mentali, di Ibrahimovic. C’è bisogno di ridare spessore, dignità, coraggio al piccolo Diavolo in questo 2020 che inizia fra tre giorni. Buon anno con Zlatan".
Matteo Marani dalle colonne di Tuttosport in edicola oggi, 29 dicembre, su Ibra:"Sono convinto che Zlatan Ibrahimovic sia stato comprato al gol di Muriel, il quinto dell’Atalanta. Appena sette giorni prima, quando le cose sembravano in ripresa, Paolo Maldini era stato prudente con i giornalisti, ricordando come Zlatan fosse sceso in campo l’ultima volta il 20 ottobre. Poi l’inabissamento di Bergamo, l’accelerazione davanti al nulla della prestazione ed ecco Ibrahimovic, l’unico salvatore del Milan e la prova provata del fallimento del progetto tecnico iniziato da Leonardo e proseguito con Boban-Maldini. Lo svedese è l’unico in grado di invertire una chi- na molto negativa e pericolosa. Al Milan porterà parte dei suoi gol, anche perché il corpo è integro, come ha dimostrato il biennio americano. Ricordo in sintesi: 473 reti nel corso dei vent’anni di carriera e ancora 52 nelle 56 partite giocate in MLS. Ma Zlatan porterà soprattutto grinta, voglia di lottare, fame e l’orgoglio che questo gruppo rossonero ha perduto. Con lui migliorano puntualmente tutti, sia con le buone che con le cattive maniere. Chissà che all’orizzonte non spunti un altro Nocerino, un beneficiato dalle giocate e dalle aperture create dal fuoriclasse di Malmoe. O forse più di uno. Magari Suso, magari Chalanoglu, magari Paqueta. Grazie alle agevolazioni governative di cui hanno usufruito l’Inter per Con- te e altri club italiani, Ibrahimovic costerà poco di più dei 7,5 milioni di euro che sono stati garantiti a Mino Raiola per i prossimi 18 mesi. Diciamolo: difficile trovare un’opportunità così vantaggiosa per provare a cambiare il Milan. L’altro punto della vicenda è proprio questo: cambiare il Milan. È l'altra amara faccia della medaglia. Il Diavolo è all’undicesimo posto in classi- fica, con 6 punti in meno di un anno fa, malgrado un Paquetà e un Piatek in più nella rosa. Con 16 gol, è il quintultimo attacco della Serie A, inferiore persino al Genoa ventesimo in classifica. E dire che per l’attacco si è speso, si è speso eccome. Gli oltre 60 milioni per Piatek e Leao, con il risultato odierno dei 5 gol sommati dai due, meno della metà del solo Lukaku sull’altra sponda del Naviglio. L’unico gol realizzato su azione da Piatek resta quello contro il Lecce, il solo del portoghese rimane quello ininfluente contro la Fiorentina. Non è vero che il Milan non abbia nel frattempo creato, le statistiche dicono anzi che ha tirato più di molte squadre, purtroppo non l’ha fatto in modo pericoloso. L’unica consolazione si chiama Theo Hernandez, ottimo, eccellente acquisto, e capocannoniere della squadra proprio al pari di Piatek. Ma non basta. Ibrahimovic darà la scossa. Anche per lui ci sono il peso e la preoccupazione di non sbagliare. Milano è nel cuore suo e della sua famiglia, così come l’Italia che lo prese ragazzo 15 anni fa dall’Ajax. Una distanza che dice qualcosa pure sulla parabola del nostro torneo. A 38 anni Zlatan ha dato il meglio, ma adesso gli tocca un ruolo da senatore, da trascinatore di un gruppo tecnicamente valido, pur- troppo senza carattere né grinta. Ibra non è un superficiale, malgrado i modi bruschi, e sa che il sogno dei tifosi è riavvicinare quella zona Champions che dista oggi ben 14 punti. Questo si aspettano da lui. A questo serviranno i muscoli, fisici e mentali, di Ibrahimovic. C’è bisogno di ridare spessore, dignità, coraggio al piccolo Diavolo in questo 2020 che inizia fra tre giorni. Buon anno con Zlatan".