Maldini Milan: crisi non semplice da risolvere. I nodi.

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rossonerosud

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Secondo me comunque vada si cadrà in piedi, o danno a Paolo un buon progetto e soldi per fare un mercato decente (cosa che mi auspico) o avranno contro tutti i tifosi del Milan, nella seconda ipotesi non credo possano tenerci a lungo senza andare in perdita, tifosi scontenti = pochi spettatori, poco merch venduto, poco fatturato, e per gente il cui unico obiettivo è far aumentare il valore del brand per rivendere non mi pare una gran mossa
Concordo, Redbird è con le spalle al muro ancor prima di arrivare. Possono anche mandare via Maldini, ma al primo sgarro, tipo non rinnovo o vendita di Leao, o mercato gramo, sarà per loro un bagno di sangue dal punto di vista economico.
 

Marcex7

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Per me appena Paolo vede Cardinale e i suoi piccioni,leva le tende
 
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Il Corriere della Sera fa il punto sulla crisi tra il Milan e Maldini. Secondo quanto riportato, Il contratto non è ancora stato rinnovato e le conseguenti difficoltà sul mercato rappresentato il nodo principale. Le preoccupazioni legittime e risolvere questa crisi non sarà affatto semplice. Il dirigente ritiene "poco rispettoso" che la propetà non si sia ancora seduta attorno a un tavolo per parlare. Non per rinnovare in automatico, perché — dice Maldini — lui potrebbe non aver soddisfatto fino in fondo la proprietà (ma informalmente più volte sono uscite indiscrezioni della volontà di proseguire con tutta l’area tecnica), sia perché Maldini fa intendere — e così facendo fa preoccupare i tifosi — che potrebbe non voler sposare un progetto non abbastanza ambizioso, che non fosse in grado di garantire al Milan «il salto di qualità» che si auspica. Il dt rossonero chiedeva più condivisione anche per conoscere i progetti di RedBird. Lamenta anche le difficoltà di muoversi sul mercato con un contratto in scadenza fra un mese. Nessun commento da parte di Elliott, anche per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione. Che però è già complessa di suo: non sarà semplice risolverla. Preoccupazioni che possono anche essere legittime, ma che sarebbe stato meglio comunicare a Gazidis o alla proprietà stessa, invece che a mezzo stampa. Nelle aziende normali, quelle non calcistiche, si fa così. E Elliott è orgoglioso di aver portato nel calcio certe logiche manageriali che però sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini. Il quale chiama in causa direttamente Ivan Gazidis con il quale sembrava invece che i rapporti si fossero normalizzati: in ogni caso risulta al Corriere che Maldini sia stato informato del cambio di proprietà in corso e che abbia detto internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari.

E qui forse sta il punto. I nuovi ancora non si sono insediati: Gerry Cardinale, il futuro ad, sta finendo di trattare con i Singer gli ultimi dettagli, ma la firma, il cosiddetto signing, è previsto a brevissimo. Cardinale però in questo momento non può ancora firmare nuovi contratti, così come non può farlo Gazidis. Un impasse logico e comprensibile. Pare di capire che Maldini avrebbe gradito essere coinvolto maggiormente, ma questi affari da 1,3 miliardi si fanno nel chiuso di stanze in cui ci sono 3-4 persone e seguono tempistiche del tutto autonome. Quanto alla «disponibilità che ora non c’è» per fare «il salto di qualità», anche qui è prematuro parlarne, dal momento che non si conoscono gli investimenti di RedBird. Certo, la linea resterà sempre quella della sostenibilità tracciata da Elliott (che tra l’altro rimane): dovessero alzarsi i ricavi, si alzeranno anche gli investimenti. Ma anche per questo basta aspettare pochissimo.

Articolo codivisibile al 110%.

Finalmente un’analisi obbiettiva e lucida.
 
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Secondo me comunque vada si cadrà in piedi, o danno a Paolo un buon progetto e soldi per fare un mercato decente (cosa che mi auspico) o avranno contro tutti i tifosi del Milan, nella seconda ipotesi non credo possano tenerci a lungo senza andare in perdita, tifosi scontenti = pochi spettatori, poco merch venduto, poco fatturato, e per gente il cui unico obiettivo è far aumentare il valore del brand per rivendere non mi pare una gran mossa
In questo momento tutto é possibile.
Anche che liquidi Maldini é dia la parte tecnica in mano ad un altro, ma con 300 milioni da mettere sul mercato, anche per tacitare i tifosi.
via Maldini é Massara, dentro Sartori, Nkunku, Nunez e Mahrez, sarebbero davvero contro i tifosi?

Per me lo scenario piú probabile é che resti Paolo e si faccia un buon mercato (senza i nomi sopra ovvio), ma le dichiarazioni di Paolo aprono scenari che fino a stamattina sembravano lunari.
 

ARKANA

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In questo momento tutto é possibile.
Anche che liquidi Maldini é dia la parte tecnica in mano ad un altro, ma con 300 milioni da mettere sul mercato, anche per tacitare i tifosi.
via Maldini é Massara, dentro Sartori, Nkunku, Nunez e Mahrez, sarebbero davvero contro i tifosi?

Per me lo scenario piú probabile é che resti Paolo e si faccia un buon mercato (senza i nomi sopra ovvio), ma le dichiarazioni di Paolo aprono scenari che fino a stamattina sembravano lunari.
Nono non mi farebbe schifo un mercato del genere, anzi, però dalle dichiarazioni di Maldini di oggi si evince che (sempre se non lo cacciano, anche se non avrebbe senso visto quanto è amato da noi milanisti per quello che ha fatto e quello che sta facendo oggi) una dei punti fondamentali per restare è permettergli di fare un buon mercato, se se ne va di sua spontanea volontà gli nkunku i nunez e i mahrez ce li possiamo pure scordare
 
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Il Corriere della Sera fa il punto sulla crisi tra il Milan e Maldini. Secondo quanto riportato, Il contratto non è ancora stato rinnovato e le conseguenti difficoltà sul mercato rappresentato il nodo principale. Le preoccupazioni legittime e risolvere questa crisi non sarà affatto semplice. Il dirigente ritiene "poco rispettoso" che la propetà non si sia ancora seduta attorno a un tavolo per parlare. Non per rinnovare in automatico, perché — dice Maldini — lui potrebbe non aver soddisfatto fino in fondo la proprietà (ma informalmente più volte sono uscite indiscrezioni della volontà di proseguire con tutta l’area tecnica), sia perché Maldini fa intendere — e così facendo fa preoccupare i tifosi — che potrebbe non voler sposare un progetto non abbastanza ambizioso, che non fosse in grado di garantire al Milan «il salto di qualità» che si auspica. Il dt rossonero chiedeva più condivisione anche per conoscere i progetti di RedBird. Lamenta anche le difficoltà di muoversi sul mercato con un contratto in scadenza fra un mese. Nessun commento da parte di Elliott, anche per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione. Che però è già complessa di suo: non sarà semplice risolverla. Preoccupazioni che possono anche essere legittime, ma che sarebbe stato meglio comunicare a Gazidis o alla proprietà stessa, invece che a mezzo stampa. Nelle aziende normali, quelle non calcistiche, si fa così. E Elliott è orgoglioso di aver portato nel calcio certe logiche manageriali che però sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini. Il quale chiama in causa direttamente Ivan Gazidis con il quale sembrava invece che i rapporti si fossero normalizzati: in ogni caso risulta al Corriere che Maldini sia stato informato del cambio di proprietà in corso e che abbia detto internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari.

E qui forse sta il punto. I nuovi ancora non si sono insediati: Gerry Cardinale, il futuro ad, sta finendo di trattare con i Singer gli ultimi dettagli, ma la firma, il cosiddetto signing, è previsto a brevissimo. Cardinale però in questo momento non può ancora firmare nuovi contratti, così come non può farlo Gazidis. Un impasse logico e comprensibile. Pare di capire che Maldini avrebbe gradito essere coinvolto maggiormente, ma questi affari da 1,3 miliardi si fanno nel chiuso di stanze in cui ci sono 3-4 persone e seguono tempistiche del tutto autonome. Quanto alla «disponibilità che ora non c’è» per fare «il salto di qualità», anche qui è prematuro parlarne, dal momento che non si conoscono gli investimenti di RedBird. Certo, la linea resterà sempre quella della sostenibilità tracciata da Elliott (che tra l’altro rimane): dovessero alzarsi i ricavi, si alzeranno anche gli investimenti. Ma anche per questo basta aspettare pochissimo.

News precedenti

Come riporta il Corriere della Sera, Elliott ha deciso di non rispondere alle parole di Maldini. Per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione.Elliott pensava di avere portato certe logiche manageriali da azienda extra calcistica, che escludono un'intervista di questo tipo. Ma queste logiche sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini.Ha colto di sorpresa anche l'attacco a Gazidis, con il quale sembrava che i rapporti si fossero ricomposti. Maldini è stato informato del cambio di proprietà in corso e ha fatto sapere internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari. Ma voleva essere coinvolto maggiormente nella trattativa con Cardinale. Per quel che riguarda la linea societaria, la "disponibilità" e il "salto di qualità" chiesti da Maldini, con Redbird non cambierà nulla, sarà gestione sostenibile.
Anche perché Elliott rimane in società.
Ah quindi Jerry prende il posto di Gazidis? Da un lato sarebbe meglio, in un colpo ci liberiamo di conflitti interni difficilmente sanabili e Paolo avrebbe un contatto diretto con la proprietà senza dover passare per intermediari e doversi sentire escluso (lo sarà comunque visto il personaggio, ma molto meno); D’altra parte questo credo sia più tosto di Gazidis e alla prima imbeccata di Paolo lo caccia senza pensarci due volte.
 
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Gunnar67

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Meno male che alla fine Paolo ha preso le distanze dai rabbini. Ha fatto la foglia di fico per questa gente anche troppo. Con tutte le stronxate di Gazidis, con quel Ragnick, con il rifiuto di mettere soldi a gennaio (per due anni di fila) etc etc... Lo scudetto è stato un (suo) miracolo, ma come dicono a Roma, ai Singer pare che glie rode. Si è reso conto che alla Juve stanno facendo le cosa in grande, mentre a lui daranno meno del budget della Fiorentina, come sempre. Inoltre già che ci sono, lo lasciano in mezzo al guado per il (suo) rinnovo. Come se ci fosse in giro chissà quale genio alternativo di direttore tecnico. Hai fatto bene Paolo: mandali a quel paese, lasciali senza il tuo nome a fare da parafulmine e senza la tua competenza nel trovare i giovani e vediamo come se la cavano.
 

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Il Corriere della Sera fa il punto sulla crisi tra il Milan e Maldini. Secondo quanto riportato, Il contratto non è ancora stato rinnovato e le conseguenti difficoltà sul mercato rappresentato il nodo principale. Le preoccupazioni legittime e risolvere questa crisi non sarà affatto semplice. Il dirigente ritiene "poco rispettoso" che la propetà non si sia ancora seduta attorno a un tavolo per parlare. Non per rinnovare in automatico, perché — dice Maldini — lui potrebbe non aver soddisfatto fino in fondo la proprietà (ma informalmente più volte sono uscite indiscrezioni della volontà di proseguire con tutta l’area tecnica), sia perché Maldini fa intendere — e così facendo fa preoccupare i tifosi — che potrebbe non voler sposare un progetto non abbastanza ambizioso, che non fosse in grado di garantire al Milan «il salto di qualità» che si auspica. Il dt rossonero chiedeva più condivisione anche per conoscere i progetti di RedBird. Lamenta anche le difficoltà di muoversi sul mercato con un contratto in scadenza fra un mese. Nessun commento da parte di Elliott, anche per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione. Che però è già complessa di suo: non sarà semplice risolverla. Preoccupazioni che possono anche essere legittime, ma che sarebbe stato meglio comunicare a Gazidis o alla proprietà stessa, invece che a mezzo stampa. Nelle aziende normali, quelle non calcistiche, si fa così. E Elliott è orgoglioso di aver portato nel calcio certe logiche manageriali che però sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini. Il quale chiama in causa direttamente Ivan Gazidis con il quale sembrava invece che i rapporti si fossero normalizzati: in ogni caso risulta al Corriere che Maldini sia stato informato del cambio di proprietà in corso e che abbia detto internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari.

E qui forse sta il punto. I nuovi ancora non si sono insediati: Gerry Cardinale, il futuro ad, sta finendo di trattare con i Singer gli ultimi dettagli, ma la firma, il cosiddetto signing, è previsto a brevissimo. Cardinale però in questo momento non può ancora firmare nuovi contratti, così come non può farlo Gazidis. Un impasse logico e comprensibile. Pare di capire che Maldini avrebbe gradito essere coinvolto maggiormente, ma questi affari da 1,3 miliardi si fanno nel chiuso di stanze in cui ci sono 3-4 persone e seguono tempistiche del tutto autonome. Quanto alla «disponibilità che ora non c’è» per fare «il salto di qualità», anche qui è prematuro parlarne, dal momento che non si conoscono gli investimenti di RedBird. Certo, la linea resterà sempre quella della sostenibilità tracciata da Elliott (che tra l’altro rimane): dovessero alzarsi i ricavi, si alzeranno anche gli investimenti. Ma anche per questo basta aspettare pochissimo.

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Come riporta il Corriere della Sera, Elliott ha deciso di non rispondere alle parole di Maldini. Per non guastare il clima e per provare a non aggravare la situazione.Elliott pensava di avere portato certe logiche manageriali da azienda extra calcistica, che escludono un'intervista di questo tipo. Ma queste logiche sembrano ancora sposarsi poco con la mentalità di Maldini.Ha colto di sorpresa anche l'attacco a Gazidis, con il quale sembrava che i rapporti si fossero ricomposti. Maldini è stato informato del cambio di proprietà in corso e ha fatto sapere internamente di voler parlare del proprio contratto e del futuro con i nuovi proprietari. Ma voleva essere coinvolto maggiormente nella trattativa con Cardinale. Per quel che riguarda la linea societaria, la "disponibilità" e il "salto di qualità" chiesti da Maldini, con Redbird non cambierà nulla, sarà gestione sostenibile.
Anche perché Elliott rimane in società.

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babsodiolinter

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Spendo 1.3miliardi,smantello lo staff che in 2 anni ha portato a Elliott 800ml di utili.
Dopodiché metto 3milalire sul mercato magari vendendo pure leao..
Si stà talmente rosicando per il nostro scudo che devo a tutti i costi mettere la slitta...
La semplice realtà è che siamo in un passaggio di proprietà, roba da miliardi di euro e fin quando non si definisce non si muove una foglia.
Questo è,sia per maldini,per i rinnovi,per tutto.
 

Lineker10

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Ecco questa situazione di Maldini è l'unica cosa che mi preoccupa in questo momento.
 
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