Maldini: i perché dell'addio. Cardinale in prima persona.

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Toby rosso nero

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Nessuno crede alle parole di Cardinale nella sua prima intervista da Proprietario del Milan ?

Quella con le telecamere hollywodiane, le lacrime da Beautiful e i capelli ingellati, girata dallo staff di Suma? Lo stesso di "Non so quante coppe hanno real e milan".
Mi auguro che non esista qualcuno che ci creda.
 
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Quella con le telecamere hollywodiane, le lacrime da Beautiful e i capelli ingellati, girata dallo staff di Suma? Lo stesso di "Non so quante coppe hanno real e milan".
Mi auguro che non esista qualcuno che ci creda.

Io mi riferisco al passaggio che vuole applicare il modello redbird... cioè come il tolosa...
a questo io credo purtroppo
 

Toby rosso nero

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Io mi riferisco al passaggio che vuole applicare il modello redbird... cioè come il tolosa...
a questo io credo purtroppo

Assolutamente sì, tutte le interviste rilasciate fuori dai canali ufficiali rossoneri corrispondono a ciò che pensa veramente.
Ed è anche sincero, di certo non si può accusarlo di disonestà.
 
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La GDS in edicola riporta e conferma le news di ieri sui motivi del licenziamento di Maldini e Massara da parte del Milan. Redbird non è rimasta della stagione, col quinto posto sul campo. E Maldini in particolare ha pagato i flop dello scorso mercato estivo. E adesso? Come già ampiamente riferito, Pioli resterà, tutto passerà da Furlani e Cardinale entrerà in prima persona nella gestione del club. Sarà molto più spesso a Milano ed avrà più presenza nel club tra stadio e mercato. Nelle intenzione del proprietario, una supervisione quotidiana negli affari della società. Il club assicura un futuro al top per il Milan.

CorSera: Maldini l'anno scorso aveva strappato l'autonomia per gestire il budget che l’anno scorso è stato il più alto della serie A, 50 milioni. Non è andata benissimo: il peccato originale è stata la de- cisione di investire il 70% del budget su un unico giocatore, De Ketelaere che si è rivelato un flop (e che la società sem- bra intenzionata a lasciar par- tire, ammesso di trovare la so- luzione giusta), ma, a parte Thiaw, nessuno dei nuovi ac- quisti si è rivelato un valore aggiunto. Ma non è la recriminazione sulle singole scelte di mercato sbagliate il problema principale. È che ha senso stare assieme solo se c’è totale condivisione di strategie e obiettivi, portare avanti un progetto per far emergere frizioni alla prima difficoltà non avrebbe senso. In realtà non è neanche questione di stabilire chi ha torto o chi ha ragione (ci sarà tempo per aprire il dibattito), ma questo è il momento delle decisioni, di capire se si aderisce a un certo modello o no, visto che il mercato è da impostare e tempo da perdere non ce n’è. E siccome è difficile che un proprietario che ha investito 1,2 miliardi di euro metta da parte le sue idee, ecco perché la soluzione finale non può che essere separarsi. Maldini rivendica di aver aumentato il valore della rosa e di aver chiesto investimenti per fare il salto di qualità.

Tuttosport: quella che ieri pomeriggio sembrava la soluzione meno plausibile o, quantomeno, meno pronosticabile ha preso i connotati della realtà: Paolo Maldini e il Milan sono ai titoli di coda. È durato circa un quarto d’ora l’incontro tra il direttore dell’area tecnica, e Gerry Cardinale in un hotel di Milano dove Maldini ha preso atto della decisione della proprietà di cambiare registro. La diversità di vedute era emersa in molte occasioni, non ultime le parole dell’ex difensore al termine della semifinale di ritorno di Champions, quando aveva invocato maggiori investimenti. L’incontro, perché non si può parlare di summit o altro, è stato cordiale, breve e tranquillo, con Cardinale che ha confermato la stima nei confronti di Maldini e Massara, ma la decisione presa è andata verso un cambiamento che verrà strutturato nelle prossime settimane. I due dirigenti, che hanno un contratto fino al 30 giugno 2024, ritengono di aver fatto un buon lavoro sia a livello di risultati sportivi sia sotto l’aspetto degli investimenti sul mercato e dei rinnovi. Certo, sanno bene anche loro che la sessione estiva 2022 non ha dato i risultati sperati e si sono presi le responsabilità delle scelte, ma gli va riconosciuto che il valore patrimoniale della rosa costruita sotto la loro gestione è aumentato molto perché i Leao, i Maignan, i Theo Hernandez, i Bennacer, i Tonali, i Tomori di turno sono giocatori dalla quotazione oggi molto alta. Acquisti avvenuti - occorre ricordare - seguendo la linea maestra della sostenibilità. Dunque la notte non porterà consiglio a nessuna delle parti in causa, assai complicato che ci possano essere ribaltoni. Se quella presa dalla proprietà, che ieri non ha fatto commenti, sarà la scelta giusta per il Milan lo diranno solo il tempo e i risultati sul campo. Fatto sta che, a un anno dal tormentato rinnovo di contratto, arrivato anche in quel caso dopo una infinita trattativa che trovò la conclusione solamente la sera del 30 giugno, si è giunti all’atto finale della carriera dirigenziale di Maldini al Milan. Già nella tarda serata di ieri i primi rumors si erano sparsi, ma sarà nelle prossime ore che quanto descritto dovrebbe assumere i crismi dell’ufficialità. Anche a livello contrattuale, si capirà bene che tipo di formula verrà utilizzata ma è assai probabile che il Milan riconoscerà a Maldini e Massara il salario previsto per il loro ultimo anno di contratto. Poi, quando la notizia diventerà storia, inizierà la nuova era americana del Milan, che potrebbe andare verso un sistema di lavoro diverso rispetto al metodo “canonico”, magari con un maggior coinvolgimento dei big data nella scelta dei giocatori da prendere. Ma la storia di Paolo Maldini con il Milan, dopo uno scudetto, un secondo posto e una semifinale di Champions League è giunta al termine. Non è mai stata in discussione la figura di Stefano Pioli, il cui profilo è sempre stato gradito e stimato prima dal fondo Elliott, che rinunciò alla suggestione Rangnick dandogli fiducia e poi anche da RedBird. Sarà lui l’ipotetico anello di congiunzione tra l’ante e il post Maldini.

Corsport: Gerry manda Maldini... al Diavolo. Ieri il summit a due, profonde divergenze sul mercato. Per Red Bird autosostenibile, per Paolo servono soldi per la Champions: è finita

LEGGETE QUOTATE E COMMENTATE SOLO LE NEWS CHE RIPORTIAMO.

C'è davvero gente che ha accolto questa cosa come una buona notizia? Mi viene da ridere.

Ve lo dicevo quando aveva tuonato Maldini ("stagione da 8") che stava trollando. Infatti è stato fatto fuori perché voleva la proprietà facesse la proprietà di una squadra di calcio, e non un'azienda di intrattenimento sportivo americano tipo la WWE.

Mi spiace dirlo, ma chi crede che sia stato fatto fuori per il mercato insoddisfacente è assolutamente fuori strada.
Il mercato insoddisfacente (nessuno lo mette in dubbio) ha portato la proprietà in una posizione economica (unica cosa che interessa a sta società...) che non pensavano affatto di raggiungere così facilmente e in breve tempo.

Sapete quando è stato fatto fuori Maldini in realtà? A novembre, quando ci ha salutato quel sant'uomo di Gazidis.

Meditate, che questo è stato...
 

Lineker10

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Si dice?

Moncada al Monaco ha portato Mbappe.
Ha effettivamente presto Kalulu a 750.000€ ha segnalto lui Theo a Maldini, che è andato a Ibiza a parlargli, ma l'analisi era di Moncada.
Moncada ha segnalato Mike! Bennacer è stato studiato da Moncada.

Moncada non è dio. Sbaglia anche valutazioni. Ma ha portato il suo lavoro a un livello ottimo. Maldini non conosceva i dettagli di tutti questi giocatori. Massara era decisamente più preparato di lui e ha pagato il matrimonio con Paolo.

Abbiamo per anni invicato lo scounting. Galliani sceglieva dall'album panini o tra gli scarti di Preziosi. Iperpagava chiunque.

restare a metà del guado con Florenzi, Origi, Krunic, Messias, Baka, etc. non ha aiutato il Milan.

Maldini avrebbe dovuto assumere il ruolo di VP. Ma si è innamorato del ruolo di Direttore tecnico, e ha pagato gli errori dettati dal fatto che non è preparato fino in fondo a farlo bene in una società che deve vivere molto di intuizioni corrette, perchè l'epoca dei milioni a pioggia è finita.
Nulla contro Moncada. Anzi, mi sembra uno capace. Direi l'unico capace che è rimasto.

Ma ora lo misureremo nei fatti e seddiovuole finirà questa storia su chi ha portato chi. Adesso c'è lui al timone, da solo, e vedremo di che pasta è fatto.
 

corvorossonero

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La GDS in edicola riporta e conferma le news di ieri sui motivi del licenziamento di Maldini e Massara da parte del Milan. Redbird non è rimasta della stagione, col quinto posto sul campo. E Maldini in particolare ha pagato i flop dello scorso mercato estivo. E adesso? Come già ampiamente riferito, Pioli resterà, tutto passerà da Furlani e Cardinale entrerà in prima persona nella gestione del club. Sarà molto più spesso a Milano ed avrà più presenza nel club tra stadio e mercato. Nelle intenzione del proprietario, una supervisione quotidiana negli affari della società. Il club assicura un futuro al top per il Milan.

CorSera: Maldini l'anno scorso aveva strappato l'autonomia per gestire il budget che l’anno scorso è stato il più alto della serie A, 50 milioni. Non è andata benissimo: il peccato originale è stata la de- cisione di investire il 70% del budget su un unico giocatore, De Ketelaere che si è rivelato un flop (e che la società sem- bra intenzionata a lasciar par- tire, ammesso di trovare la so- luzione giusta), ma, a parte Thiaw, nessuno dei nuovi ac- quisti si è rivelato un valore aggiunto. Ma non è la recriminazione sulle singole scelte di mercato sbagliate il problema principale. È che ha senso stare assieme solo se c’è totale condivisione di strategie e obiettivi, portare avanti un progetto per far emergere frizioni alla prima difficoltà non avrebbe senso. In realtà non è neanche questione di stabilire chi ha torto o chi ha ragione (ci sarà tempo per aprire il dibattito), ma questo è il momento delle decisioni, di capire se si aderisce a un certo modello o no, visto che il mercato è da impostare e tempo da perdere non ce n’è. E siccome è difficile che un proprietario che ha investito 1,2 miliardi di euro metta da parte le sue idee, ecco perché la soluzione finale non può che essere separarsi. Maldini rivendica di aver aumentato il valore della rosa e di aver chiesto investimenti per fare il salto di qualità.

Tuttosport: quella che ieri pomeriggio sembrava la soluzione meno plausibile o, quantomeno, meno pronosticabile ha preso i connotati della realtà: Paolo Maldini e il Milan sono ai titoli di coda. È durato circa un quarto d’ora l’incontro tra il direttore dell’area tecnica, e Gerry Cardinale in un hotel di Milano dove Maldini ha preso atto della decisione della proprietà di cambiare registro. La diversità di vedute era emersa in molte occasioni, non ultime le parole dell’ex difensore al termine della semifinale di ritorno di Champions, quando aveva invocato maggiori investimenti. L’incontro, perché non si può parlare di summit o altro, è stato cordiale, breve e tranquillo, con Cardinale che ha confermato la stima nei confronti di Maldini e Massara, ma la decisione presa è andata verso un cambiamento che verrà strutturato nelle prossime settimane. I due dirigenti, che hanno un contratto fino al 30 giugno 2024, ritengono di aver fatto un buon lavoro sia a livello di risultati sportivi sia sotto l’aspetto degli investimenti sul mercato e dei rinnovi. Certo, sanno bene anche loro che la sessione estiva 2022 non ha dato i risultati sperati e si sono presi le responsabilità delle scelte, ma gli va riconosciuto che il valore patrimoniale della rosa costruita sotto la loro gestione è aumentato molto perché i Leao, i Maignan, i Theo Hernandez, i Bennacer, i Tonali, i Tomori di turno sono giocatori dalla quotazione oggi molto alta. Acquisti avvenuti - occorre ricordare - seguendo la linea maestra della sostenibilità. Dunque la notte non porterà consiglio a nessuna delle parti in causa, assai complicato che ci possano essere ribaltoni. Se quella presa dalla proprietà, che ieri non ha fatto commenti, sarà la scelta giusta per il Milan lo diranno solo il tempo e i risultati sul campo. Fatto sta che, a un anno dal tormentato rinnovo di contratto, arrivato anche in quel caso dopo una infinita trattativa che trovò la conclusione solamente la sera del 30 giugno, si è giunti all’atto finale della carriera dirigenziale di Maldini al Milan. Già nella tarda serata di ieri i primi rumors si erano sparsi, ma sarà nelle prossime ore che quanto descritto dovrebbe assumere i crismi dell’ufficialità. Anche a livello contrattuale, si capirà bene che tipo di formula verrà utilizzata ma è assai probabile che il Milan riconoscerà a Maldini e Massara il salario previsto per il loro ultimo anno di contratto. Poi, quando la notizia diventerà storia, inizierà la nuova era americana del Milan, che potrebbe andare verso un sistema di lavoro diverso rispetto al metodo “canonico”, magari con un maggior coinvolgimento dei big data nella scelta dei giocatori da prendere. Ma la storia di Paolo Maldini con il Milan, dopo uno scudetto, un secondo posto e una semifinale di Champions League è giunta al termine. Non è mai stata in discussione la figura di Stefano Pioli, il cui profilo è sempre stato gradito e stimato prima dal fondo Elliott, che rinunciò alla suggestione Rangnick dandogli fiducia e poi anche da RedBird. Sarà lui l’ipotetico anello di congiunzione tra l’ante e il post Maldini.

Corsport: Gerry manda Maldini... al Diavolo. Ieri il summit a due, profonde divergenze sul mercato. Per Red Bird autosostenibile, per Paolo servono soldi per la Champions: è finita

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Premessa: Maldini è la rappresentazione più iconica di ciò che è il Milan, non si discute, rimarrà sempre la nostra Leggenda. Però nelle varie analisi che tutti quanti stiamo facendo, bisogna guardare le cose in maniera oggettiva, senza considerare la premessa che ho fatto, altrimenti i giudizi saranno sempre addolciti. Detto questo, a mio avviso, Maldini non paga per i risultati sportivi ottenuti, e nemmeno per le dichiarazioni fatte (frecciate sì ma mai bordate alla Boban per capirci). Quello che paga Maldini è la sua voglia di totale autonomia nelle scelte riguardanti la rosa e allenatore, concetti che ha sempre ribadito in qualunque intervista se ci fate caso (io voglio totale autonomia, non voglio dover chiedere il permesso a nessuno se ho intenzione di prendere un giocatore, poi mi prenderò le mie responsabilità, a me piace avere responsabilità e così via). Ecco, l'anno scorso Cardinale non poteva mandarlo a casa, dopo la vittoria dello scudetto e si è salvato, ha ricevuto totale autonomia così come responsabilità sull'eventuali scelte. Il punto è proprio questo, è stato praticamente vittima del suo stesso ego, non ha voluto che le scelte di ambito tecnico venissero condivise con altri, ma solo da lui e Massara. Tutto il resto è solo una conseguenza, era ovvio che avrebbero aspettato i risultati per servigli il conto finale. Ha voluto fare tutto da solo questa estate, riscattando Messias (perché?), tenendo Florenzi (aveva senso?), Bakaioko, Origi a 4,5 mln di stipendio, lasciato partire a 0 Romagnoli (kessie non lo considero perché è stata una scelta del giocatore), Adli a 8 ma mai visto sul campo, non contento di ciò decide di usare tutto il budget o quasi per CDK quando le priorità erano altre (non ha voluto prendere Dybala per scelta sua andando contro la disponibilità della proprietà, tramite furlani), non un sostituto all'altezza di Kessie, ha speso per un prestito inutile di Vrankx, nessuna gestione dei casi Rebic e Ballo toure. Pobega riportato alla base ma poco sfruttato e ha perso valore. Infine, l'ultima scelta folle, il rinnovo senza senso e prematuro di Pioli a novembre (ma quando mai si rinnova un allenatore a stagione in corso? a novembre?). Alla fine ha pagato dazio, come ha sempre detto, voleva totale autonomia, l'ha avuta e ha purtroppo sbagliato. Con furlani mai andato d'accordo, ha voluto imporre le sue scelte e si è preso le conseguenze. In un'azienda purtroppo non funziona così, si collabora, non si lavora da soli ma in squadra e lui questo lo ha ostacolato. Se le cose fossero andate bene, tanto di cappello, nessuno penso lo avrebbe criticato e nemmeno sarebbe stato licenziato, ma le cose non sono andate bene e lo sappiamo tutti; la semifinale di champions, è un evento casuale, figlio di incastri particolari e fortunosi, così come è andata di lusso ai ratti, va detto. Fosse stato più malleabile e meno accentratore di potere, probabilmente oggi sarebbe ancora nel Milan. Purtroppo ogni scelta comporta una conseguenza, e sto americano prestanome ha deciso che si fa a modo suo. Io lo avrei tenuto ancora un anno, ma affiancandogli un vero DG, che ne capisca di calcio, ma purtroppo le scelte non le facciamo noi tifosi.
 

gabri65

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Beh, mi aspetto che, siccome Paolo è stato fatto fuori per il mercato fallimentare, allora tutti i cessi, ma proprio TUTTI, dal primo all'ultimo, vengano dati via in tempo zero.

Io un'idea ce l'ho su come va a finire, invece.

Roba da mettere a ferro e fuoco il palazzo scintillante degli strozzini maledetti e la stamberga dove vive quel cialtrone immondo di un ammerigano lebbroso. Ma proprio a noi doveva toccare 'sta roba? E intanto, mentre facciamo la fine del Torino, cloeb mafiosi come Barca, PSG e juve continuano a spadroneggiare.

Dio, che odio. Che mondo schifoso.

Forza Putin.

Lo so, non c'entra, ma rende l'idea.
 
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CorSera: Maldini l'anno scorso aveva strappato l'autonomia per gestire il budget che l’anno scorso è stato il più alto della serie A, 50 milioni. Non è andata benissimo: il peccato originale è stata la de- cisione di investire il 70% del budget su un unico giocatore, De Ketelaere che si è rivelato un flop (e che la società sem- bra intenzionata a lasciar par- tire, ammesso di trovare la so- luzione giusta), ma, a parte Thiaw, nessuno dei nuovi ac- quisti si è rivelato un valore aggiunto. Ma non è la recriminazione sulle singole scelte di mercato sbagliate il problema principale. È che ha senso stare assieme solo se c’è totale condivisione di strategie e obiettivi, portare avanti un progetto per far emergere frizioni alla prima difficoltà non avrebbe senso. In realtà non è neanche questione di stabilire chi ha torto o chi ha ragione (ci sarà tempo per aprire il dibattito), ma questo è il momento delle decisioni, di capire se si aderisce a un certo modello o no, visto che il mercato è da impostare e tempo da perdere non ce n’è. E siccome è difficile che un proprietario che ha investito 1,2 miliardi di euro metta da parte le sue idee, ecco perché la soluzione finale non può che essere separarsi. Maldini rivendica di aver aumentato il valore della rosa e di aver chiesto investimenti per fare il salto di qualità.

Tuttosport: quella che ieri pomeriggio sembrava la soluzione meno plausibile o, quantomeno, meno pronosticabile ha preso i connotati della realtà: Paolo Maldini e il Milan sono ai titoli di coda. È durato circa un quarto d’ora l’incontro tra il direttore dell’area tecnica, e Gerry Cardinale in un hotel di Milano dove Maldini ha preso atto della decisione della proprietà di cambiare registro. La diversità di vedute era emersa in molte occasioni, non ultime le parole dell’ex difensore al termine della semifinale di ritorno di Champions, quando aveva invocato maggiori investimenti. L’incontro, perché non si può parlare di summit o altro, è stato cordiale, breve e tranquillo, con Cardinale che ha confermato la stima nei confronti di Maldini e Massara, ma la decisione presa è andata verso un cambiamento che verrà strutturato nelle prossime settimane. I due dirigenti, che hanno un contratto fino al 30 giugno 2024, ritengono di aver fatto un buon lavoro sia a livello di risultati sportivi sia sotto l’aspetto degli investimenti sul mercato e dei rinnovi. Certo, sanno bene anche loro che la sessione estiva 2022 non ha dato i risultati sperati e si sono presi le responsabilità delle scelte, ma gli va riconosciuto che il valore patrimoniale della rosa costruita sotto la loro gestione è aumentato molto perché i Leao, i Maignan, i Theo Hernandez, i Bennacer, i Tonali, i Tomori di turno sono giocatori dalla quotazione oggi molto alta. Acquisti avvenuti - occorre ricordare - seguendo la linea maestra della sostenibilità. Dunque la notte non porterà consiglio a nessuna delle parti in causa, assai complicato che ci possano essere ribaltoni. Se quella presa dalla proprietà, che ieri non ha fatto commenti, sarà la scelta giusta per il Milan lo diranno solo il tempo e i risultati sul campo. Fatto sta che, a un anno dal tormentato rinnovo di contratto, arrivato anche in quel caso dopo una infinita trattativa che trovò la conclusione solamente la sera del 30 giugno, si è giunti all’atto finale della carriera dirigenziale di Maldini al Milan. Già nella tarda serata di ieri i primi rumors si erano sparsi, ma sarà nelle prossime ore che quanto descritto dovrebbe assumere i crismi dell’ufficialità. Anche a livello contrattuale, si capirà bene che tipo di formula verrà utilizzata ma è assai probabile che il Milan riconoscerà a Maldini e Massara il salario previsto per il loro ultimo anno di contratto. Poi, quando la notizia diventerà storia, inizierà la nuova era americana del Milan, che potrebbe andare verso un sistema di lavoro diverso rispetto al metodo “canonico”, magari con un maggior coinvolgimento dei big data nella scelta dei giocatori da prendere. Ma la storia di Paolo Maldini con il Milan, dopo uno scudetto, un secondo posto e una semifinale di Champions League è giunta al termine. Non è mai stata in discussione la figura di Stefano Pioli, il cui profilo è sempre stato gradito e stimato prima dal fondo Elliott, che rinunciò alla suggestione Rangnick dandogli fiducia e poi anche da RedBird. Sarà lui l’ipotetico anello di congiunzione tra l’ante e il post Maldini.

Corsport: Gerry manda Maldini... al Diavolo. Ieri il summit a due, profonde divergenze sul mercato. Per Red Bird autosostenibile, per Paolo servono soldi per la Champions: è finita

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Ora Cardinale non ha più il parafulmine. Questa rivoluzione l'ha decisa lui, e come azionista di maggioranza aveva tutto il diritto di farlo, ma d'ora in avanti tutti i successi (improbabili), o i futuri disastri (quasi certi), dipenderanno solo ed unicamente da lui.

Certo potrà sempre scaricare la colpa sulla testa di legno di turno, allenatore in primis, ma se non arriveranno risultati e la sqaudra tornerà a quello che era 5 anni fa, ovvero minori risultati sportivi e conseguentemente minori ricavi, non ci sarà algoritmo, o intelligenza artificiale in grado di salvargli il ****.

Poi magari scopriamo che Cardinale è un genio ed il Milan nel giro di due anni raddoppia il fatturato e vince la CL.
 
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Per me Maldini è bravo a crear gruppo, la svolta l'arrivo di Kjaer e Ibra.
Ma prima di questi due e dopo che questi due si sono ecclissati è stato un disastro.
Siamo arrivati quinti, mettiamocelo bene in testa.
A tutti quelli che lo vorrebbero qui a vita chiedo: voi con il Milan quinto, buco di almeno 100mln, lo confermereste?
 
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Peccato che Cardinale vuole anche fare la media company: che richiede necessariamente esposizione mediatica che ottieni solo con vittorie e con i campioni e i campioni poi costano sempre un sacco di soldi anche se li trovi sotto i cavoli come pensano di fare con sto Moneyball.
Col Moneyball non c'è la media company. Punto.
Quindi c'è un bel corto circuito nella testa di questi. E non ci vuole una laurea in economia eh, basta il buon senso.
Cardinale viene da un contesto americano dove lo sport è vissuto in altra maniera che nel vecchio continente. Negli USA i tifosi vanno allo stadio per prendere il sole, mangiare hot-dog, sperare di essere inquadrati dalle telecamere con le loro belle magliette del loro club, al 99% della propria città. Se vincono o perdono per i tifosi americani è lo stesso... la gita fuori-porta è stata un successo comunque, le magliette continueranno a comprarle ed anche i biglietti ecc. anche se la loro squadra è in fondo alla classifica... contestare? MAI!.

L'Europa ed il vero calcio (non il soccer) è tutt'altra cosa. Già è tanto che il tifoso si compra la maglietta (rigorosamente made in naples-scusate il luogo comune ma è per far capire...) allo stadio non porta i figli e spesso si porta pane e frittata da casa. Se la squadra va bene ci può scappare qualche trasferta di coppa, se va male si disdice pure il "pezzotto"...
Dove s'è mai visto una squadra di sport americana andare sotto la curva a rispondere del loro operato ai tifosi?

CardinANALE se spera di cambiare il calcio in Europa è un folle da rinchiudere, anche perchè il calcio in Europa è bello sopratutto perchè ricalca le guerre tra statarelli ed è principalmente la valvola di sfogo dallo stress, altrochè gitarella fuoriporta.

Speriamo che inizi presto la costruzione dello stadio e che trovi un acquirente che gli faccia intascare qualche centinaio di milione di guadagno per levarcelo dalle scatole al più presto!

...poi mi domando: come cacchio mai gli americani micragnosi debbano capitare a noi mentre in Premier buttano letteralmente soldi dalla finestra...
 
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