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Paolo Maldini sul Milan e su Gattuso. Le dichiarazioni rilasciare a DAZN:"Gattuso? Bisogna avere rispetto della persona che hai davanti. Siamo tutti e due lì per fare in modo che la cosa funzioni: le vedute possono essere diverse, ma il nostro rapporto aiuta a superare i momenti di difficoltà. Il suo operato lo devo valutare in modo freddo. Abbiamo ruoli diversi, non siamo compagni di squadra. Il mio ruolo? Direttore strategico dell’area sport del Milan è un titolo che può spiegare tante cose o anche niente... Leonardo ha preso questa posizione di dirigente a 360 gradi, più di un direttore sportivo, e mi ha chiesto di accompagnarlo in questa avventura. La definizione del ruolo è poco importante, quello che importa è che siamo a capo dell’area sportiva. È una bella sfida, piena di sentimento. La mia vita sportiva è sempre stata legata a questi colori, a questa città, quindi è la chiusura di un cerchio. Sembrava naturale, ma non era detto che accadesse. Gli obiettivi? Avere un Milan che torni protagonista. Ci vorrà magari un po’ di tempo, ma l’idea è di avere uno stadio di proprietà, magari assieme all’Inter ma di altissimo livello, insomma è un progetto a lunga scadenza...Daniel?
E' il primo fantasista della dinastia Maldini, è l’unico con quelle attitudini, da trequartista, da goleador. E’ un po’ ambidestro anche lui come me. Nel carattere suo rivedo alcune cose mie e poi nei movimenti c’è genetica perché come la gente rivede me nei miei due figli, la gente rivedeva mio padre in me ai miei esordi. Job interview con il Milan? Mai fatta, non sarei passato probabilmente (ride). Un pregio e un difetto? Assomiglia al primo incontro che ho avuto con il proprietario del Milan. Essendo americano, sapeva e non sapeva di me. Non mi chiese esattamente questo, però mi chiese come io vedessi una determinata situazione ed era l'opposto suo, quindi pensai 'Iniziamo alla grande' (ride, ndr). Elencare pregi non è neanche tanto carino, sui difetti è più facile e dico permaloso. Perchè dovreste scegliermi? Perchè sono affidabile"".
Maldini dopo aver ricevuto in regalo una cravatta gialla da DAZN:"Nel museo del Milan c'è la cravatta gialla di Galliani e questo regalo è veramente di grande auspicio. Difficile arrivare a quei livelli e tornare a vincere come abbiamo fatto per tanti anni. L'unica cosa è che lui la usava un pochino più larga, questa è un po' più moderna. Se prometto di usarla in tribuna? Solo se arriveremo in qualche finale, se no non la tirerei mai fuori".
E' il primo fantasista della dinastia Maldini, è l’unico con quelle attitudini, da trequartista, da goleador. E’ un po’ ambidestro anche lui come me. Nel carattere suo rivedo alcune cose mie e poi nei movimenti c’è genetica perché come la gente rivede me nei miei due figli, la gente rivedeva mio padre in me ai miei esordi. Job interview con il Milan? Mai fatta, non sarei passato probabilmente (ride). Un pregio e un difetto? Assomiglia al primo incontro che ho avuto con il proprietario del Milan. Essendo americano, sapeva e non sapeva di me. Non mi chiese esattamente questo, però mi chiese come io vedessi una determinata situazione ed era l'opposto suo, quindi pensai 'Iniziamo alla grande' (ride, ndr). Elencare pregi non è neanche tanto carino, sui difetti è più facile e dico permaloso. Perchè dovreste scegliermi? Perchè sono affidabile"".
Maldini dopo aver ricevuto in regalo una cravatta gialla da DAZN:"Nel museo del Milan c'è la cravatta gialla di Galliani e questo regalo è veramente di grande auspicio. Difficile arrivare a quei livelli e tornare a vincere come abbiamo fatto per tanti anni. L'unica cosa è che lui la usava un pochino più larga, questa è un po' più moderna. Se prometto di usarla in tribuna? Solo se arriveremo in qualche finale, se no non la tirerei mai fuori".