Maldini:"CL concentrato di emozioni. E le vittorie...".

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Maldini a MTV:"La Champions League per me è forse il momento massimo più alto della mia esperienza con il Milan, quella che una volta era la Coppa Campioni e quella che ha alzato mio papà nel ’63 per la prima volta per una squadra italina. E’ anche un concentrato di emozioni fortissime; alla prima partita, quello che non potevi sbagliare, era proprio quella partita. Un errore e potevi essere eliminato. Momenti più intensi in assoluto sono stati i sei giorni dei due derby in semifinale del 2003, in finale con la Juventus e anche l’ultima contro il Liverpool. Una volta arrivato Berlusconi, la sua idea era quella che il Milan potesse giocare fuori casa come se giocasse in casa. Campo brutto, pioggia, neve…fa niente, noi andiamo e facciamo la nostra partita. Questo ci ha fatto arrivare ad un livello così alto che quando arrivavamo ad una finale, noi non sentivamo questa pressione".

"Le vittorie in CL? Sono situazioni fantastiche, ma il fatto di alzarla da capitano è il raggiungimento di un obiettivo, che rimane comune dato che parliamo di uno sport di squadra. La grande forza di questo club è che ha incluso più di 100 persone: non sono solamente le persone che lavorano sul campo, ma anche chi ci ha accompagnato in questo percorso incredibile".

"Quando abbiamo vinto la Champions nel 2003 contro la Juve erano nove anni che non arrivavamo in finale e sono comunque momenti di formazione. Ho preso tutto come un grande insegnamento.

"I tifosi? Uno dei miei ricordi più belli sono proprio legati all’emozione che trasmette la gente, e quando mi chiedono la cosa che mi manca di più, oltre alla quotidianità degli allenamenti e del vivere lo spogliatoio, è proprio quell’adrenalina che senti arrivando allo stadio. Quando abbiamo giocato a Barcellona la nostra prima finale contro lo Steaua, quella marea di tifosi rossoneri rimarrà indelebile dentro quelli che l’hanno vissuta. Come anche arrivare allo stadio di Manchester e vedere i nostri tifosi. Le vibrazioni che ti da il pubblico sono tantissime”.
 

gabri65

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Maldini a MTV:"La Champions League per me è forse il momento massimo più alto della mia esperienza con il Milan, quella che una volta era la Coppa Campioni e quella che ha alzato mio papà nel ’63 per la prima volta per una squadra italina. E’ anche un concentrato di emozioni fortissime; alla prima partita, quello che non potevi sbagliare, era proprio quella partita. Un errore e potevi essere eliminato. Momenti più intensi in assoluto sono stati i sei giorni dei due derby in semifinale del 2003, in finale con la Juventus e anche l’ultima contro il Liverpool. Una volta arrivato Berlusconi, la sua idea era quella che il Milan potesse giocare fuori casa come se giocasse in casa. Campo brutto, pioggia, neve…fa niente, noi andiamo e facciamo la nostra partita. Questo ci ha fatto arrivare ad un livello così alto che quando arrivavamo ad una finale, noi non sentivamo questa pressione".

"Le vittorie in CL? Sono situazioni fantastiche, ma il fatto di alzarla da capitano è il raggiungimento di un obiettivo, che rimane comune dato che parliamo di uno sport di squadra. La grande forza di questo club è che ha incluso più di 100 persone: non sono solamente le persone che lavorano sul campo, ma anche chi ci ha accompagnato in questo percorso incredibile".

"Quando abbiamo vinto la Champions nel 2003 contro la Juve erano nove anni che non arrivavamo in finale e sono comunque momenti di formazione. Ho preso tutto come un grande insegnamento.

"I tifosi? Uno dei miei ricordi più belli sono proprio legati all’emozione che trasmette la gente, e quando mi chiedono la cosa che mi manca di più, oltre alla quotidianità degli allenamenti e del vivere lo spogliatoio, è proprio quell’adrenalina che senti arrivando allo stadio. Quando abbiamo giocato a Barcellona la nostra prima finale contro lo Steaua, quella marea di tifosi rossoneri rimarrà indelebile dentro quelli che l’hanno vissuta. Come anche arrivare allo stadio di Manchester e vedere i nostri tifosi. Le vibrazioni che ti da il pubblico sono tantissime”.

Pensate la soddisfazione di quest'uomo nell'aver riaccompagnato il nostro club di nuovo nel suo terreno naturale di competizione. E con tutte le immani difficoltà che purtroppo non tutti i tifosi comprendono.

Grazie Paolo.
 
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Maldini a MTV:"La Champions League per me è forse il momento massimo più alto della mia esperienza con il Milan, quella che una volta era la Coppa Campioni e quella che ha alzato mio papà nel ’63 per la prima volta per una squadra italina. E’ anche un concentrato di emozioni fortissime; alla prima partita, quello che non potevi sbagliare, era proprio quella partita. Un errore e potevi essere eliminato. Momenti più intensi in assoluto sono stati i sei giorni dei due derby in semifinale del 2003, in finale con la Juventus e anche l’ultima contro il Liverpool. Una volta arrivato Berlusconi, la sua idea era quella che il Milan potesse giocare fuori casa come se giocasse in casa. Campo brutto, pioggia, neve…fa niente, noi andiamo e facciamo la nostra partita. Questo ci ha fatto arrivare ad un livello così alto che quando arrivavamo ad una finale, noi non sentivamo questa pressione".

"Le vittorie in CL? Sono situazioni fantastiche, ma il fatto di alzarla da capitano è il raggiungimento di un obiettivo, che rimane comune dato che parliamo di uno sport di squadra. La grande forza di questo club è che ha incluso più di 100 persone: non sono solamente le persone che lavorano sul campo, ma anche chi ci ha accompagnato in questo percorso incredibile".

"Quando abbiamo vinto la Champions nel 2003 contro la Juve erano nove anni che non arrivavamo in finale e sono comunque momenti di formazione. Ho preso tutto come un grande insegnamento.

"I tifosi? Uno dei miei ricordi più belli sono proprio legati all’emozione che trasmette la gente, e quando mi chiedono la cosa che mi manca di più, oltre alla quotidianità degli allenamenti e del vivere lo spogliatoio, è proprio quell’adrenalina che senti arrivando allo stadio. Quando abbiamo giocato a Barcellona la nostra prima finale contro lo Steaua, quella marea di tifosi rossoneri rimarrà indelebile dentro quelli che l’hanno vissuta. Come anche arrivare allo stadio di Manchester e vedere i nostri tifosi. Le vibrazioni che ti da il pubblico sono tantissime”.
Quante emozioni, quanti batticuori, qualche lacrimuccia quando si perdeva,tante lacrime quando si vinceva grazie AC.MILAN grazie.
 
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Maldini a MTV:"La Champions League per me è forse il momento massimo più alto della mia esperienza con il Milan, quella che una volta era la Coppa Campioni e quella che ha alzato mio papà nel ’63 per la prima volta per una squadra italina. E’ anche un concentrato di emozioni fortissime; alla prima partita, quello che non potevi sbagliare, era proprio quella partita. Un errore e potevi essere eliminato. Momenti più intensi in assoluto sono stati i sei giorni dei due derby in semifinale del 2003, in finale con la Juventus e anche l’ultima contro il Liverpool. Una volta arrivato Berlusconi, la sua idea era quella che il Milan potesse giocare fuori casa come se giocasse in casa. Campo brutto, pioggia, neve…fa niente, noi andiamo e facciamo la nostra partita. Questo ci ha fatto arrivare ad un livello così alto che quando arrivavamo ad una finale, noi non sentivamo questa pressione".

"Le vittorie in CL? Sono situazioni fantastiche, ma il fatto di alzarla da capitano è il raggiungimento di un obiettivo, che rimane comune dato che parliamo di uno sport di squadra. La grande forza di questo club è che ha incluso più di 100 persone: non sono solamente le persone che lavorano sul campo, ma anche chi ci ha accompagnato in questo percorso incredibile".

"Quando abbiamo vinto la Champions nel 2003 contro la Juve erano nove anni che non arrivavamo in finale e sono comunque momenti di formazione. Ho preso tutto come un grande insegnamento.

"I tifosi? Uno dei miei ricordi più belli sono proprio legati all’emozione che trasmette la gente, e quando mi chiedono la cosa che mi manca di più, oltre alla quotidianità degli allenamenti e del vivere lo spogliatoio, è proprio quell’adrenalina che senti arrivando allo stadio. Quando abbiamo giocato a Barcellona la nostra prima finale contro lo Steaua, quella marea di tifosi rossoneri rimarrà indelebile dentro quelli che l’hanno vissuta. Come anche arrivare allo stadio di Manchester e vedere i nostri tifosi. Le vibrazioni che ti da il pubblico sono tantissime”.
Grazie Paolo, non mi hai mai deluso. Grazie Milan per farci rivivere queste emozioni, in fondo si sà: noi viviamo per la Coppa.

 
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Maldini a MTV:"La Champions League per me è forse il momento massimo più alto della mia esperienza con il Milan, quella che una volta era la Coppa Campioni e quella che ha alzato mio papà nel ’63 per la prima volta per una squadra italina. E’ anche un concentrato di emozioni fortissime; alla prima partita, quello che non potevi sbagliare, era proprio quella partita. Un errore e potevi essere eliminato. Momenti più intensi in assoluto sono stati i sei giorni dei due derby in semifinale del 2003, in finale con la Juventus e anche l’ultima contro il Liverpool. Una volta arrivato Berlusconi, la sua idea era quella che il Milan potesse giocare fuori casa come se giocasse in casa. Campo brutto, pioggia, neve…fa niente, noi andiamo e facciamo la nostra partita. Questo ci ha fatto arrivare ad un livello così alto che quando arrivavamo ad una finale, noi non sentivamo questa pressione".

"Le vittorie in CL? Sono situazioni fantastiche, ma il fatto di alzarla da capitano è il raggiungimento di un obiettivo, che rimane comune dato che parliamo di uno sport di squadra. La grande forza di questo club è che ha incluso più di 100 persone: non sono solamente le persone che lavorano sul campo, ma anche chi ci ha accompagnato in questo percorso incredibile".

"Quando abbiamo vinto la Champions nel 2003 contro la Juve erano nove anni che non arrivavamo in finale e sono comunque momenti di formazione. Ho preso tutto come un grande insegnamento.

"I tifosi? Uno dei miei ricordi più belli sono proprio legati all’emozione che trasmette la gente, e quando mi chiedono la cosa che mi manca di più, oltre alla quotidianità degli allenamenti e del vivere lo spogliatoio, è proprio quell’adrenalina che senti arrivando allo stadio. Quando abbiamo giocato a Barcellona la nostra prima finale contro lo Steaua, quella marea di tifosi rossoneri rimarrà indelebile dentro quelli che l’hanno vissuta. Come anche arrivare allo stadio di Manchester e vedere i nostri tifosi. Le vibrazioni che ti da il pubblico sono tantissime”.
Nel 2003 ero in Spagna, abbiamo visto la partita in un'atmosfera surreale nella hall dell'albergo, nessuno era interessato oltre a noi perché se ricordo bene entrambe le spagnole erano state eliminate in semifinale. Quindi eravamo solo noi amici in una grande sala vuota a tifare per il Milan e contro la Juve, e ogni tanto si affacciava qualche sperduto spagnolo incuriosito dalle urla, scuoteva la testa e se ne andava.
Nel 2007 invece erò là, ad Atene. La più bella serata sportiva della mia vita.
Grazie Paolo per entrambe.
 

Swaitak

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Maldini a MTV:"La Champions League per me è forse il momento massimo più alto della mia esperienza con il Milan, quella che una volta era la Coppa Campioni e quella che ha alzato mio papà nel ’63 per la prima volta per una squadra italina. E’ anche un concentrato di emozioni fortissime; alla prima partita, quello che non potevi sbagliare, era proprio quella partita. Un errore e potevi essere eliminato. Momenti più intensi in assoluto sono stati i sei giorni dei due derby in semifinale del 2003, in finale con la Juventus e anche l’ultima contro il Liverpool. Una volta arrivato Berlusconi, la sua idea era quella che il Milan potesse giocare fuori casa come se giocasse in casa. Campo brutto, pioggia, neve…fa niente, noi andiamo e facciamo la nostra partita. Questo ci ha fatto arrivare ad un livello così alto che quando arrivavamo ad una finale, noi non sentivamo questa pressione".

"Le vittorie in CL? Sono situazioni fantastiche, ma il fatto di alzarla da capitano è il raggiungimento di un obiettivo, che rimane comune dato che parliamo di uno sport di squadra. La grande forza di questo club è che ha incluso più di 100 persone: non sono solamente le persone che lavorano sul campo, ma anche chi ci ha accompagnato in questo percorso incredibile".

"Quando abbiamo vinto la Champions nel 2003 contro la Juve erano nove anni che non arrivavamo in finale e sono comunque momenti di formazione. Ho preso tutto come un grande insegnamento.

"I tifosi? Uno dei miei ricordi più belli sono proprio legati all’emozione che trasmette la gente, e quando mi chiedono la cosa che mi manca di più, oltre alla quotidianità degli allenamenti e del vivere lo spogliatoio, è proprio quell’adrenalina che senti arrivando allo stadio. Quando abbiamo giocato a Barcellona la nostra prima finale contro lo Steaua, quella marea di tifosi rossoneri rimarrà indelebile dentro quelli che l’hanno vissuta. Come anche arrivare allo stadio di Manchester e vedere i nostri tifosi. Le vibrazioni che ti da il pubblico sono tantissime”.
Assurdo pensare che prima o poi Paolo ne possa alzare un altra con noi :ave:
 
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Pensate la soddisfazione di quest'uomo nell'aver riaccompagnato il nostro club di nuovo nel suo terreno naturale di competizione. E con tutte le immani difficoltà che purtroppo non tutti i tifosi comprendono.

Grazie Paolo.
Paolo non è un uomo, è l’Entità metafisica, il Motore Primo, Colui che è sempre stato.
Sul resto, concordo.
 
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