Io mi faccio questa domanda ma in società se la fanno? Siamo passati (giustamente) dal 433 al 442 o 4231 che sia e con questi moduli i due in mezzo sono fondamentali, e noi ci presentiamo con Bennacer e Kessie con Krunic e Biglia come alternative ma sento parlare sempre meno di centrocampisti nelle voci di mercato. Credo che la priorità sia un centrocampista forte fisicamente e capace in entrambe le fasi. Nelle ultime due partite abbiamo sofferto tantissimo e principalmente per questa evidente mancanza, e credo che sarebbe un errore enorme non provare in qualche modo a colmarla. Va bene anche una soluzione tampone tipo un prestito, dai sù cerchiamo di pescare un altro Van Bommel come nel 2010/11
E' dal giugno 2018 (data di ingresso nel forum) che lo sbraito in qualsiasi lingua, e, consapevolmente, credo di aver nauseato tutti gli utenti.
Mi sono nauseato pure io a ripeterlo in continuazione, infatti mi piacerebbe smettere, perché poi si diventa antipatici.
Il centrocampo è il punto nevralgico di una squadra. Se non hai un buon centrocampo, hai voglia ad avere ottimi attacchi e difesa, sarai sempre zoppo e vulnerabile. Farai partite da una parte incredibili, dall'altra pietose. Sei dipendente dalla squadra che incontri.
Viceversa, se hai un buon centrocampo, hai equilibrio, esso aiuta sia la difesa che l'attacco, fa funzionare meglio entrambi i reparti. E per buon centrocampo io intendo almeno 4 giocatori ben assortiti. Un paio di buone mezzali, che sappiano ragionare e dettare i tempi di manovra. Magari una più statica che fa da regista e una più dinamica che aumenta il volume di gioco. Giocatori che sappiano costruire ed accompagnare la squadra, che hanno cervello. Poi un interditore per fare filtro e legna quando si va in fase di non possesso o c'è da menare. Ed un buon centrocampista offensivo che sappia essere creativo in attacco.
Andatevi a vedere le formazioni dei Milan vincenti ed analizzate i singoli ruoli e come sono disposti in campo. Non si scappa da questo schema. Sia nel Milan di Sacchi, che in quello di Capello, che in quello di Ancelotti, lo schema è sempre questo. Invariabile. Poi ogni allenatore dà una impronta personale, ma tutti hanno una matrice comune. Il Milan non può prescindere da questo dogma. C'è l'abbiamo proprio nel DNA, piantiamola con i 433 e i mezzi giocatori che non hanno ruolo.
Ma se queste cose non si riescono a vedere, io non ci posso fare niente.