Lopalco:"Sconcerta ottimismo,ora lockdown"

Andris

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Pierluigi Lopalco,epidemiologo toscano e neoassessore alla sanità pugliese,su fb:

"Rt 1,5. FESTEGGIAMO?

Ascolto con sconcerto parole di rassicurazione ed ottimismo intorno al fatto che la velocità del contagio "stia rallentando"
Il problema è che, se tutti lo ripetono, la gente alla fine ci crede.


Molte regioni italiane nelle ultime settimane hanno effettivamente fatto registrare valori di Rt stabili o addirittura in diminuzione.
Cosa vuol dire? Che siamo fuori dal tunnel?

Rt, se vogliamo utilizzare una metafora automobilistica, ci dice quanto una macchina stia accelerando.
Ovvero di quanto la sua velocità aumenta ogni secondo.
Se una macchina viaggia a 300 Km/h, anche se va a velocità costante e non accelera, se impatta contro un muro si fa male o no?


Voglio dire: se la curva epidemica ha raggiunto dimensioni critiche, il numero di nuovi casi giornalieri non solo continuerà ad essere alto, ma in presenza di un Rt superiore ad 1 continuerà perfino a crescere.
Se il valore Rt è inferiore a quello della settimana precedente, crescerà meno di quanto crescesse la settimana precedente, ma continuerà comunque a crescere.

Rt pari a 1,5 significa che ogni 2 casi nel giro di un periodo di incubazione se ne creano 3.
Per avere un'idea di confronto, la normale curva di crescita di una stagione influenzale si sviluppa con valori di R intorno a 1,2.
In questo momento, dunque, la epidemia di COVID19 sta crescendo ad un ritmo superiore a quello dell'influenza.
Con la differenza che l'influenza non necessita di tanti posti letto e terapie intensive.

Insomma siamo ben lontani dal cantare vittoria.
La pressione sui servizi sanitari nelle prossime settimane continuerà ad aumentare.
Si stabilizzerà solo quando il numero di nuovi ricoveri sarà pari al numero di dimissioni.
E si allenterà solo quando le dimissioni saranno superiori ai ricoveri.


Prima di allora dobbiamo rafforzare le misure di prevenzione primaria.
Ovvero il distanziamento sociale.
Altrimenti andremo a sbattere contro il muro a 300 all'ora.
Chilometro più, chilometro meno."


Su Repubblica parla della situazione pugliese:

"Attualmente la Puglia è in area arancione, ma i dati di posti letto e del tracciamento dicono che ormai la regione è in area rossa.
Lo si capisce osservando cosa accade nei reparti degli ospedali alle prese con un flusso crescente di pazienti e con una difficoltà concreta ad allestire i posti letto aggiuntivi.
A questo si aggiunge la crescita di positivi sul totale di tamponi effettuati: nell’ultimo bollettino sono il 17,8 per cento, un dato superiore alla media nazionale del 16,3 per cento.

Al momento stiamo lavorando all’implementazione della rete ospedaliera.
Abbiamo attivato finora 2mila posti letto.
Dovremo attivarne altri mille entro il 30 novembre.

Stiamo valutando un ampliamento ulteriore con gli ospedali da campo e i moduli della Protezione civile.
Ma poi, arrivati a un certo punto, il sistema non sarà più espandibile

Nelle ultime due settimane abbiamo avuto una diminuzione dell’indice Rt sceso sotto 1,47 e dietro le regioni rosse (che hanno un Rt a 2).
Stiamo procedendo sicuramente nella direzione giusta, ma stiamo imboccando quella direzione in maniera molto lenta. La crescita dei casi non si è fermata

In questo momento mi faccio portavoce dell’intero servizio sanitario, che sta chiedendo a gran voce una chiusura.
Lo dicono tutti: medici di base, pediatri, anestesisti e ospedalieri.
Si sta chiedendo a gran voce un blocco.
È evidente che se si cresce così non si potrà più reggere.
Bisogna necessariamente fermare le occasioni di contagio.
Tenere aperta la scuola, per esempio, è un errore clamoroso.
La gente deve limitare i contatti sociali.
A questo punto il governo dovrebbe varare un lockdown più serio, due o tre settimane.
Non duro come quello di marzo
, ma tale da raffreddare la corsa del contagio
 

Andris

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mantiene la sua posizione nell'ala rigorista sul covid.
dopo anni almeno ha smesso di essere assessore Emiliano che ha fatto come De Luca
 
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Pierluigi Lopalco,epidemiologo toscano e neoassessore alla sanità pugliese,su fb:

"Rt 1,5. FESTEGGIAMO?

Ascolto con sconcerto parole di rassicurazione ed ottimismo intorno al fatto che la velocità del contagio "stia rallentando"
Il problema è che, se tutti lo ripetono, la gente alla fine ci crede.


Molte regioni italiane nelle ultime settimane hanno effettivamente fatto registrare valori di Rt stabili o addirittura in diminuzione.
Cosa vuol dire? Che siamo fuori dal tunnel?

Rt, se vogliamo utilizzare una metafora automobilistica, ci dice quanto una macchina stia accelerando.
Ovvero di quanto la sua velocità aumenta ogni secondo.
Se una macchina viaggia a 300 Km/h, anche se va a velocità costante e non accelera, se impatta contro un muro si fa male o no?


Voglio dire: se la curva epidemica ha raggiunto dimensioni critiche, il numero di nuovi casi giornalieri non solo continuerà ad essere alto, ma in presenza di un Rt superiore ad 1 continuerà perfino a crescere.
Se il valore Rt è inferiore a quello della settimana precedente, crescerà meno di quanto crescesse la settimana precedente, ma continuerà comunque a crescere.

Rt pari a 1,5 significa che ogni 2 casi nel giro di un periodo di incubazione se ne creano 3.
Per avere un'idea di confronto, la normale curva di crescita di una stagione influenzale si sviluppa con valori di R intorno a 1,2.
In questo momento, dunque, la epidemia di COVID19 sta crescendo ad un ritmo superiore a quello dell'influenza.
Con la differenza che l'influenza non necessita di tanti posti letto e terapie intensive.

Insomma siamo ben lontani dal cantare vittoria.
La pressione sui servizi sanitari nelle prossime settimane continuerà ad aumentare.
Si stabilizzerà solo quando il numero di nuovi ricoveri sarà pari al numero di dimissioni.
E si allenterà solo quando le dimissioni saranno superiori ai ricoveri.


Prima di allora dobbiamo rafforzare le misure di prevenzione primaria.
Ovvero il distanziamento sociale.
Altrimenti andremo a sbattere contro il muro a 300 all'ora.
Chilometro più, chilometro meno."


Su Repubblica parla della situazione pugliese:

"Attualmente la Puglia è in area arancione, ma i dati di posti letto e del tracciamento dicono che ormai la regione è in area rossa.
Lo si capisce osservando cosa accade nei reparti degli ospedali alle prese con un flusso crescente di pazienti e con una difficoltà concreta ad allestire i posti letto aggiuntivi.
A questo si aggiunge la crescita di positivi sul totale di tamponi effettuati: nell’ultimo bollettino sono il 17,8 per cento, un dato superiore alla media nazionale del 16,3 per cento.

Al momento stiamo lavorando all’implementazione della rete ospedaliera.
Abbiamo attivato finora 2mila posti letto.
Dovremo attivarne altri mille entro il 30 novembre.

Stiamo valutando un ampliamento ulteriore con gli ospedali da campo e i moduli della Protezione civile.
Ma poi, arrivati a un certo punto, il sistema non sarà più espandibile

Nelle ultime due settimane abbiamo avuto una diminuzione dell’indice Rt sceso sotto 1,47 e dietro le regioni rosse (che hanno un Rt a 2).
Stiamo procedendo sicuramente nella direzione giusta, ma stiamo imboccando quella direzione in maniera molto lenta. La crescita dei casi non si è fermata

In questo momento mi faccio portavoce dell’intero servizio sanitario, che sta chiedendo a gran voce una chiusura.
Lo dicono tutti: medici di base, pediatri, anestesisti e ospedalieri.
Si sta chiedendo a gran voce un blocco.
È evidente che se si cresce così non si potrà più reggere.
Bisogna necessariamente fermare le occasioni di contagio.
Tenere aperta la scuola, per esempio, è un errore clamoroso.
La gente deve limitare i contatti sociali.
A questo punto il governo dovrebbe varare un lockdown più serio, due o tre settimane.
Non duro come quello di marzo
, ma tale da raffreddare la corsa del contagio

Purtroppo sono d'accordo con lui, leggo in giro un ottimismo che davvero non ha riscontro nei numeri. In parte lo capisco, tutti noi ci aggrappiamo a qualche straccio di notizia sperando sia finalmente positiva e liberatoria, ma la realtà è che siamo con le feci fino al collo, di nuovo, stavolta colpevolmente.
 
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